Seguici su

EuropaRussiaUcrainaUSA

L’Europa di fronte all’accordo USA–Russia: il grande assente della nuova Yalta

Dalla proposta di Pace fra Ucraina e Russia ignora completamente la posizione Europea. Il commento di Antonio Maria Rinaldi

Pubblicato

il

Le indiscrezioni sul possibile accordo di pace tra Stati Uniti e Russia sull’Ucraina hanno messo in luce un dato ormai difficilmente contestabile: l’Europa è il grande assente della partita diplomatica più rilevante degli ultimi decenni. Né Bruxelles né le principali capitali europee sono state coinvolte nel processo negoziale. In alcuni casi, non sono state nemmeno informate. Il ministro degli Esteri tedesco, ad esempio, ha dichiarato di essere venuto a conoscenza dell’esistenza del piano solo attraverso la stampa internazionale.

È un segnale che va ben oltre la semplice scortesia istituzionale. È la conferma che, agli occhi di Washington e Mosca, l’Unione Europea non è percepita come un attore geopolitico determinante, nonostante proprio sul suo territorio si giochi la crisi più grave dal dopoguerra. Una marginalità che trova radici profonde nella debolezza dei vertici europei. Dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen agli alti rappresentanti per la politica estera, la leadership UE appare priva della statura necessaria per sedere ai tavoli dove si decide l’ordine mondiale.

La situazione richiama alla memoria la celebre domanda attribuita a Henry Kissinger:
“Chi devo chiamare se voglio parlare con l’Europa?”

Cinquant’anni dopo, l’immagine rimane validissima: l’UE continua a presentarsi con una molteplicità di voci, spesso discordanti, e senza una guida riconosciuta. Il risultato è che altri, altrove, decidono per lei.

Ma c’è un elemento ancora più rilevante che emerge da queste indiscrezioni: la sensazione che stia nascendo una nuova Yalta. Come nel 1945, quando Stati Uniti, Regno Unito e Unione Sovietica stabilirono confini, regole e sfere d’influenza destinate a plasmare mezzo secolo di storia, anche oggi si delinea la volontà delle superpotenze di definire perimetri chiari. La guerra in Ucraina ha dimostrato che un sistema internazionale privo di limiti condivisi genera instabilità permanente. Washington e Mosca, pur divise da interessi opposti, sembrano concordare su un punto: è necessario ristabilire un ordine.

Antonio Maria Rinaldi

Secondo le anticipazioni, la bozza negoziale prevederebbe concessioni significative a favore della Russia: riconoscimento statunitense (non ucraino) della sovranità sul Donbass e sulla Crimea, smilitarizzazione delle aree lasciate da Kiev e una drastica riduzione dell’esercito ucraino. Verrebbe inoltre riconosciuto il russo come lingua ufficiale in Ucraina e garantito un ruolo formale alla componente russofona della Chiesa ortodossa. Allo stesso tempo, gli USA rallenterebbero progressivamente il sostegno militare a Kiev, promettendo in cambio garanzie di sicurezza ancora da definire.

In questo contesto, l’avanzata russa nel Donbass occidentale rafforza la posizione negoziale di Mosca, che controlla già circa l’85–90% della regione. In passato Putin aveva lasciato intendere una possibile restituzione di alcuni territori conquistati altrove, ma questa opzione non compare nella bozza attuale, segno di una fiducia crescente nella propria forza sul campo.

Per l’Europa, tutto ciò rappresenta un campanello d’allarme assordante. La marginalità diplomatica si somma a un’evidente insufficienza di mezzi e di volontà politica, emersa con chiarezza nel corso del conflitto. Nel frattempo, la proposta europea di confiscare i 140 miliardi di asset russi detenuti nel continente rischia di evaporare, poiché richiederebbe l’accettazione di Mosca a pagare riparazioni postbelliche — un’ipotesi incompatibile con l’attuale stato della guerra e della trattativa.

Il quadro che si compone è quello di un’Europa economicamente rilevante ma politicamente irrilevante, incapace di costruire una propria dottrina strategica e dipendente dalle decisioni altrui per la propria sicurezza. Se la nuova architettura internazionale dovesse davvero prendere forma attraverso un’intesa bilaterale tra USA e Russia, il continente si ritroverebbe spettatore, non protagonista, del proprio destino.

Il negoziato non è ancora concluso e la bozza circolata non è la versione finale. Ma il messaggio è già chiarissimo: il nuovo equilibrio globale si sta disegnando senza l’Europa. E questa, forse, è la sconfitta più pesante.

Google News Rimani aggiornato seguendoci su Google News!
SEGUICI
E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento