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Prodotti italian sounding nel market interno del Pe, lettera a Metsola di Carlo Fidanza

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“La denuncia del Ministro Francesco Lollobrigida sulla presenza di prodotti Italian sounding sugli scaffali del market interno del Parlamento Europeo è sacrosanta e richiama le istituzioni Ue a fare di più
contro la contraffazione. Parliamo di prodotti che utilizzano richiami all’Italia, bandiere tricolori o denominazioni fuorvianti pur non avendo nulla di italiano. Una pratica che danneggia i nostri produttori, confonde i consumatori e svilisce l’autenticità del Made in Italy agroalimentare. Nelle prossime ore invieremo una lettera alla presidente Roberta Metsola tutela dei prodotti e delle aziende italiane”. ha affermato, l’europarlamentare di Fdi-Ecr, Carlo Fidanza, capodelegazione di
Fratelli d’Italia e coordinatore Ecr in Commissione Agricoltura al Parlamento Europeo.

In un post su Facebook pubblicato questa mattina Lollobrigida, a Bruxelles per il Consiglio Agrifish svoltosi ieri, aveva pubblicato la foto di uno scaffale del supermercato ubicato all’interno del Parlamento europeo. Nella foto, alcuni tra i celebri sughi italiana – dalla carbonara alla bolognese – che, all’estero, sono venduti in barattolo come condimento. “Secondo il Regolamento 1169 del 2011 sull’etichettatura
alimentare, l’utilizzo improprio di simboli o evocazioni, in questo caso richiami all’italianità su prodotti che non provengono dall’Italia , può configurare una pratica ingannevole e quindi perseguibile.

È inaccettabile che questa pratica trovi spazio proprio all’interno dell’istituzione che dovrebbe
garantire il rispetto delle norme sulla corretta informazione ai consumatori. Chiediamo quindi alla Presidente di disporre verifiche puntuali sul rispetto del Regolamento Ue all’interno del Parlamento. Difendere il Made in Italy non è soltanto una battaglia identitaria, ma una questione di trasparenza, tutela dei consumatori e rispetto per le nostre eccellenze agroalimentari”, scrive Fidanza nella lettera.

Il fenomeno del cosiddetto “Italian Sounding“, una pratica commerciale complessa e pervasiva che sfrutta l’immagine e la reputazione dell’Italia per promuovere prodotti agroalimentari che non hanno alcun legame autentico con il Paese.

A differenza della contraffazione, che costituisce un illecito palese, l’Italian Sounding opera in una zona grigia legale, evocando l’origine italiana attraverso nomi, immagini e marchi senza violare direttamente le normative sui marchi registrati. Questa distinzione è fondamentale per comprendere la difficoltà nel contrastare il fenomeno.

La dimensione economica del problema è imponente. Le stime sul valore globale del mercato dei prodotti Italian Sounding oscillano in un ampio intervallo, da 63 miliardi di euro secondo recenti analisi di “The European House – Ambrosetti”, fino a oltre 120 miliardi di euro secondo le valutazioni di “Coldiretti”. Questa discrepanza riflette metodologie diverse, ma converge nell’indicare un mercato parallelo che, in molti casi, supera in valore l’intero export agroalimentare autentico italiano.

Il danno per l’economia nazionale è duplice: da un lato, si traduce in decine di miliardi di euro di mancate esportazioni e nella perdita stimata di circa 300.000 posti di lavoro; dall’altro, esercita un effetto depressivo sull’intera filiera, erodendo i margini di profitto e svalutando il posizionamento premium dei prodotti italiani.

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