Attualità
L’ETIOPIA VUOLE ASSETARE L’EGITTO. Una mega diga può far iniziare un nuovo conflitto
Come se non ci fossero abbastanza crisi un nuovo fronte si apre in Africa e coinvolge Etiopia ed Egitto. La causa del contendere deriva dalla notte dei tempi: il fiume Nilo.
Il Nilo nasce dalla confluenza di due fiumi: il Nilo bianco, che nasce nella regione del Lago Vittoria, fra Uganda e Tanzania e Kenya, ed il Nilo Azzurro che nasce in Etiopia, dal lago Tana.
Ricordiamo che l’Etiopia è attualmente governata da un governo comunista filocinese. Ora, con l’aiuto di Pechino, il governo di Addis Abeba ha deciso di costruire una enorme diga sul Nilo azzurro, chiamata “La Diga del Rinascimento etiope”, che dovrebbe fornire risorse idriche ed energetiche ai paesi a valle. Però, sin dai tempi dei faraoni, il Nilo è la vita per l’Egitto, ed al Cairo Al Sisi teme che la chiusura ed il riempimento troppo rapidi della diga possa privare l’Egitto di acqua per usi potabili ed agricoli. Mentre l’Etiopia vuole riempire la diga in 5-7 anni, i Paesi a valle hanno chiesto di riempire la diga in 12-20 anni. Non solo, hanno chiesto che comunque l’Etiopia di impegni a garantire un flusso minimo di acqua. Altrimenti 10 milioni di egiziani rischiano di vivere in scarsità idrica, ed 1,2 milioni di aziende agricole di sparire.
La diga, ora completa al 70%-75%, è necessaria per fornire l’Etiopia di energia che vuole utilizzare nel proprio sviluppo industriale, come “Paese cacciavite” a basso costo per la Cina, già presente con numerose fabbriche tessili. Se Addis Abeba si è appoggiata a Pechino, Al Sisi si è appoggiato agli USA, mentre la Russia si è posta come mediatrice organizzando nuovi colloqui fra Egitto Sudan ed Etiopia. Iniziati il 9 giugno questi incontri sono però falliti, a detta del Sudan. L’Etiopia vuole unilateralmente iniziare a riempite il bacino a luglio, ma questo metterebbe in pericolo i paesi a valle ed il Cairo ha già dei problemi sociali legati al Covid-19. Se l’Etiopia proseguisse su questa strada per l’Egitto non ci sarebbe altra possibilità che una reazione militare, come osservano fonti ben informate. Del resto sarebbe una questione di vita o di morte che non lascerebbe ad Al Sisi alternative.
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