Attualità
L’esercito cinese “Non mostrerà pietà verso Taiwan”, eppure è un ammorbidimento
L’Esercito popolare di liberazione “non mostrerà pietà” contro qualsiasi mossa per l’indipendenza di Taiwan, ha detto lunedì un alto funzionario militare cinese in un forum sulla sicurezza regionale.
“Non importa chi desideri separare Taiwan dalla Cina in qualsiasi modo, l’esercito cinese non sarà mai d’accordo“, ha detto il generale Zhang Youxia, vicepresidente del comando militare centrale, in un discorso al Forum Xiangshan di Pechino.
Ha detto che Taiwan è “il centro degli interessi principali della Cina”.
Questo implicitamente include i cittadini di Taiwan che quindi, anche se volessero democraticamente essere indipendenti dalla Cina continentale, secondo l’esponenente dell’Esercito popolare, non potrebbero mai raggiungere questo risultato.
Paradossalmente la dichiarazione di Zhang su Taiwan è stata meno aggressiva e più breve di un discorso pronunciato a giugno allo Shangri-La Dialogue di Singapore dal generale Li Shangfu, licenziato da ministro della Difesa la scorsa settimana. Li ha detto che il PLA combatterà il separatismo sull’isola autogovernata “a tutti i costi”, e ha attribuito l’instabilità nello Stretto di Taiwan al Partito Democratico Progressista al potere. Una forte ingerenza nella elezioni locali.
Taiwan è una questione chiave che affligge i rapporti tra Pechino e le capitali occidentali. Pechino non ha mai rinunciato all’uso della forza per prendere il controllo di Taiwan, che vede come una provincia da unire alla Cina continentale. La maggior parte dei paesi, compresi gli Stati Uniti, non riconoscono Taiwan come indipendente, ma molti si oppongono a qualsiasi tentativo di Pechino di attaccare Taiwan.
Washington è inoltre obbligata per legge ad armare Taiwan per l’autodifesa, una politica che mira a rendere un conflitto attraverso lo stretto abbastanza costoso da scoraggiarlo. Ad agosto, gli Stati Uniti hanno venduto per la prima volta attrezzature a Taiwan attraverso un programma di vendite militari straniere che è tipicamente riservato alle nazioni sovrane.
Al forum di lunedì, Zhang ha attaccato velatamente gli Stati Uniti, affermando che un “certo paese” sta interferendo nell’Asia-Pacifico e negli affari interni di altre nazioni – un ritornello spesso usato da Pechino in risposta alle critiche, soprattutto da parte di Washington.
“Ovunque si estendano le sue mani, è lì che la pace e la tranquillità non sono possibili”, ha detto Zhang, accusando il Paese senza nome di creare discordie geopolitiche per i propri interessi e di istigare “rivoluzioni colorate”, senza approfondire.
Un forum che non decolla
Il forum sulla difesa dello Xiangshan dovrebbe diventare, nei desiderata di Pechino, un forum mondiale della difesa tale da mostrare la centralità cinese nello scacchiere mondiale. Purtroppo però proprio queste posizioni radicali, fallisce nella capacità di attrarre delegazioni occidentali di alto livello. Ad esempio gli USA hanno inviato Xanthi Carras, direttore principale dell’ufficio del vice segretario aggiunto alla difesa per Cina, Taiwan e Mongolia, non il ministro della difesa Lloyd Austin
Il fatto poi che il ministro della difesa Li sia stato improvvisamente silurato da si che a svolgere gli incontri bilaterali, tutto sommato secondari, con paesi come Mongolia, Laos, Myanmar e Timor est, siano stati i vice capo dell’organo politico dell’esercito. Una situazione anomala, in un paese dove, formalmente, l’esercito èè solo uno strumento del Politburo. Però queste figure militari non sono adeguate alla trattativa con i ministri della difesa dei paesi stranieri, perché non considerati parigrado. Un errore diplomatico di Xi Jinping, che non può pretendere incontri di alto livello senza un ministro serio della difesa. Non a caso l’ultimo ministro della difesa USA a incontrare un capo di stato maggiore cinese fu Mattis nel 2018.
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