Attualità
L’eredità del Brexit? Bisogna saper aspettare (ed evitare nel mentre di farsi forviare dalle bugie della stampa manipolata)
Personalmente sono sconcertato, non pensavo che il livello di falsità post Brexit propinatoci dalla stampa EU sarebbe stato di questa immensità. Questo vuol dire che la separazione di Londra fa male, tanto male a chi pensava di averla vinta.
La stampa continentale è arrivata a far bere alle popolazioni EU (UK esclusa) falsità pazzesche, cito nell’ordine la dubbia petizione su un altro referendum pro-Remain con 3’500’000 firme di cui ca. 40’000 anche dal Vaticano (dove gli abitanti sono però meno di mille, senza citare i supporter pro-Remain dalla Korea del Nord, dal Vietnam ecc. …), la Scozia che ci vogliono far credere possa bloccare il Brexit o si possa addirittura ripetere il referendum (costituzionalmente impossibile), le “grandi” manifestazioni pro-Remain a Londra post Brexit (in realtà più sparuti gruppi, fate attenzione alle immagini che le TV ci propongono sempre dal basso), le case di Londra che i media ci dicono siano scese fino al 15-20% negli ultimi giorni (enorme falsità, la verità è quella di Draghi ossia che Londra userà il crollo della sterlina come arma competitiva per la propria economia svalutando sì gli immobili britannici ma solo per via valutaria e solo se espressi in euro).
Fino ad arrivare all’assurdo di una stampa centro-europea che fa campagna elettorale per un successore di Cameron che sia pro-Remain senza capire che la conseguenza sarà supportare ancora di più il nuovo primo ministro, il pro-Leave Boris Johnson.
Le reazioni EU sono state parimenti “folli” nella loro veemenza, a partire dall’out is out alle acide prese di posizione di Juncker con Farage al Parlamento europeo (spunto dall’immagine sotto, toglietegli il vino!)
La verità è invece molto più semplice: il motivo per cui il Brexit ucciderà l’Europa tedesca è riassumibile in due aspetti, da una parte – come tutti gli esperti seri si attendono, Mario Draghi e Martin Wolf in testa – gli UK svalutando la sterlina faranno ripartire la propria economia, dunque facendo capire a tutte le vittime della dannosa austerità interessata targata EU che conviene uscire prima di tutto dalla moneta unica e poi anche dall’EU.
Dall’altra – più complessa – il Brexit farà implodere le banche soprattutto dei periferici portando all’estremo ed anzi velocizzando gli effetti delle folli regole euro austere imposte dalla Germania al continente, bail in prima di tutto ma anche fiscal compact e piano Verstager con giusta devastazione della reputazione sull’utilità delle norme europee, direi anzi svelando al grande pubblico la loro vera essenza destabilizzante per i paesi “vittime”. Anche perché, una volta metabolizzato che il Brexit è irreversibile e le danze le tira Londra, ritengo che Bruxelles (anzi, Berlino) da perdente reagirà facendo quello che nessuno oggi osa nemmeno pensare, continuare a negare flessibilità soprattutto a Roma ossia cercando in tale modo di mettere le mani sugli assets di pregio italiani che il nostro governo sarà costretto a mettere sul mercato a seguito di una implosione economica (con annesso intervento della Troika in una nuova veste) non tanto causata dal Brexit come invece la stampa ci indurrà a credere ma dell’insostenibilità dei prestiti inesigibili in pancia alle banche italiane accumulati a seguito dell’austerità imposta dalla Germania (a partire dal governo Monti)!
Dobbiamo aspettare per capire, avere pazienza. E aprire selettivamente le orecchie per evitare la propaganda.
La dura realtà che vedremo nei prossimi mesi si concretizzerà in tutta la sua gravità entro l’estate, quando Berlino capirà che il Brexit favorisce l’elezione di Donald Trump. Per questa ragione ad non certo punto velocizzerà il sacco d’Europa prima che cambi il vento. E fare il sacco significa inevitabilmente impossessarsi dei ricchi assets italiani! Visto che la realtà è che il BREXIT sarà sostanzialmente neutro per l’Italia in termini economici, per parare il colpo il nostro governo italiano DEVE quanto meno spostare il referendum costituzionale DOPO le prossime elezioni presidenziali americane.
Mitt Dolcino
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