Europa
L’enorme concentrazione di ricchezza delle elites tedesche è alla base degli indirizzi EU pro-austerity a vantaggio del proprio paese (e a scapito dei periferici): la ricchezza privata in EU
L’ultima edizione del report di UBS X-Wealth sugli ultra ricchi, dove per ricchi si intendono le persone con patrimoni superiori a 30 milioni di USD (definiti di seguito UHNW), dimostra una realtà delle cose quanto meno preoccupante: in tutto il mondo, a fronte di una crisi epocale, le persone veramente abbienti si arricchiscono sempre di più ma in presenza di un parallelo e progressivo impoverimento delle classi meno agiate. In particolare in Europa i paesi che sembrerebbero maggiormente egalitari sono invece quelli in cui si evidenzia una grande differenza tra abbienti e persone normali (in alcuni paesi anche tra abbienti e poveri saltando la media borghesia, quasi sparita, anche gli USA presentano un trend preoccupante in questo senso), fenomeno la cui cartina di tornasole è proprio il numero degli ultra ricchi unitamente alla ricchezza globale dagli stessi detenuta in ogni paese. In particolare la Germania: ipotizzando circa 12’000 miliardi di dollari di ricchezza totale privata, ben 2345 sono appannaggio della classe degli ultra ricchi. In comparazione l’Italia, con una ricchezza privata di circa 10’000 miliardi USD, solo 230 miliardi sono detenuti dagli ultra ricchi (ciò significa che le elites tedesche sono proporzionalmente poche, unite e potentissime!). Altra menzione speciale per la Svezia, anch’esso un paese con fortissime radici nazional-socialiste (non a caso anche Stoccolma sta rapidamente raggiungendo il limite del suo welfare di facciata, tale e tanta concentrazione di ricchezza sta minando la classe media anche nel profondo nord, vedasi l’articolo in calce e si ricordi l’esplosione delle periferie di Malmoe alcuni anni or sono***): qui i super ricchi in proporzione alla popolazione sono ancora di più! Notasi le proporzioni degli ultraricchi tedeschi rispetto a quelle del resto del continente…. Spaventoso!
Ripetiamo dunque un concetto già ampiamente dibattuto in passato: l’Italia ha una delle migliori distribuzioni di ricchezza del mondo occidentale, molto meglio della Germania ad esempio. Il paese di Goethe sembra anzi un paese in cui le elites sono ricchissime e la popolazione vive senza infamia e senza lode, governata come bestia politica dalla Bild per muovere sfide popolari nelle direzioni che via via più servono a chi dirige. In fondo in Germania esiste un patto sociale, da secoli: è permesso ai super ricchi di essere tali ma a condizione che la gente abbia da che vivere discretamente, ossia deve esserci lavoro possibilmente di qualità (altrimenti succede l’imponderabile mettendo a rischio la stessa ricchezza delle elites al potere; notasi che le elites tedesche abbienti sono le stesse che rappresentano la Germania a Bruxelles, spesso dietro le quinte, ad es. nelle vesti degli esportatori e della Bundesbank).
Bene, ora forse si intravede il probabile disegno, giustificato e facilitato da cotanta concentrazione di potere e denaro ben rappresentato a Bruxelles: a valle della crisi del 2008 il modello tedesco rischiava di saltare in quanto stava saltando il sostegno bancario alle industrie. Dunque è stato necessario puntare i cannoni finanziari contro i vicini europei e verso l’Italia in particolare, il più temibile competitor industriale della Germania. Il resto è una mera conseguenza, la sopravvivenza è elemento essenziale ed il fine giustifica i mezzi. Il problema è che non ci si è più fermati ed ora bisogna continuare a ballare sul carro dell’austerity imponendola agli altri, di fatto finendo il lavoro sporco. Ergo, legando le mani all’unico paese in grado di deragliare l’euro con il suo debito ancora oggi denominato in valuta italiana e non europea, lo stesso paese che rappresenta anche il più grande competitor manifatturiero tedesco: l’identikit corrisponde con l’Italia.
Appunto, quello che vediamo oggi, diritto EU asimmetrico finalizzato a rendere impossibile la vita al Belpaese richiedendo saldi primari impossibili – direi usurari, al contrario di quanto permesso ad es. alla Francia – e quindi riducendo il Belpaese sul lastrico, è solo l’applicazione del metodo….
In ogni caso per dare concretezza alle tesi riportate vale la pena di approfondire alcuni ratio critici in relazione a quanto indicato in precedenza sulla ricchezza privata tedesca ed italiana, notate la sproporzionata concentrazione di ricchezza in Germania rispetto agli altri paesi (si è aggiunta anche un’analisi estratta dal billionaire list di Forbes di fine novembre 2014 per analizzare la concentrazione di ricchezza tra UHNW e billlionaries):
Come si può facilmente notare la Germania brilla per una concentrazione di ricchezza tra gli ultra ricchi in misura addirittura più sproporzionata che negli USA, della serie abbiamo capito dove sta di casa l’elite veramente ricca che sfrutta a suo piacimento l’Europa con il fine di mantenere intatta la propria ricchezza elitaria. Chiaramente con queste sproporzioni è assolutamente necessario tenere calma la massa, ossia dargli lavoro. Ecco perchè al di là del Gottardo si è dovuti essere estremamente aggressivi nel trattare (male) i periferici dopo la crisi del 2008 al fine di spostare lavoro e ricchezza in Germania a fronte del disastro che stava travolgendo il mondo tedesco (fallita Opel, Porsche, Gruppo Merkle, con problemi enormi anche per ThyssenKrupp e salvataggi bancari a iosa). Il problema è che, visto che la crisi continuerà nei prossimi mesi e purtroppo anni, l’atteggiamento tedesco in futuro dovrà essere ancora più ossessivamente austero a danno dei periferici!
Non è un caso che questo strano paese del nord abbia scatenato due guerre mondiali per motivi preminentemente economici. Il problema è che oggi si evidenziano di nuovo le basi affinchè questo si ripeta. Per mantenere una ricchezza sproporzionata tra ricchi e media popolazione all’interno del paese tedesco bisogna fare la stessa cosa con i paesi limitrofi!
Si sa, le guerre le decidono sempre i potenti.
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Complottista? No, realista. E mi piace analizzare i fatti, per le conclusioni lascio ai lettori l’ultima parola, quella sopra è solo la mia ipotesi che per altro ritengo sia stata ormai dimostrata dai fatti (bisognerà fare l’analisi sull’estrazione e sulla rappresentanza economica della politica tedesca soprattutto in EU). In fondo mi ha fatto piacere notare che all’evento di Londra alla London Schoool of Economics di Riscossa Italiana, ateneo dove per altro ho seguito corsi di perfezionamento (…), i relatori intervenuti hanno espresso più o meno lo stesso concetto sopra presentato sebbene partendo da impostazioni, esempi e modi di pensare diversi.-..
La costante tra il sottoscritto ed i relatori di Londra? L’idea su chi abbia collaborato per disfare l’Italia dall’interno ed in tale contesto dovremo prima o poi aver il coraggio e la forza di guardare – oltre che di giudicare – alla genesi ed all’operato dei governi non eletti successivamente al golpe del 2011….
In questo contesto di pura disinformazione [nell’interesse elitario di pochi in EU] non appare affatto strano che proprio oggi sul Sole 24 Ore venga pubblicato un articolo senza il supporto comparato di dati e tabelle in cui si stigmatizza un’ipotetica differenza tra ricchi e poveri in Italia* senza mai dire che fino a ieri la distribuzione della ricchezza nel Belpaese, come dimostrato dalle statistiche, è stata tra le migliori certamente in EU ma anche al mondo, fino all’avvento della crisi: alla fine tutto converge nel dare sostegno a questa Europa ingiusta da parte chi ha il bastone del comando, Europa che ha cancellato l’evidenza delle differenze negli effetti delle politiche di austerity nei vari paesi EU [per avvantaggiarne solo pochi – Germania in testa – a danno di molti altri – i periferici -], con lo scopo di fomentare odio e rabbia soprattutto in quelli che l’austerity la devono subire al fine di spennarli meglio. E l’editoriale di Scalfari** su Repubblica di questa domenica va nella stessa direzione. Dividi et impera diceva un saggio capitolino….
Il tempo è galantuomo.
Mitt Dolcino
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* “Il paradosso delle due Italie: ricchezza privata record (a 4mila miliardi) e debito pubblico ai massimi”, di Fabio Pavesi, Il Sole 24 Ore, 30 novembre 2014
** Che lo faccia un italiano contro gli italiani è la cosa che veramente non comprendo.
*** “Il modello sociale scandinavo non è più sostenibile”, WSI, 01.12.2014
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