Energia
Le tensioni fra USA e Venezuela crescono per la Guyana, dopo una nuova scoperta petrolifera
Il Venezuela reagisce alle esercitazioni navali USA nell’area comntesa dell’Essequibo e minaccia ritorsioni. Nel frattempo Exon scopre nuove risorse petrolifere, che rendono la zona ancora più strategica.
Il Ministro della Difesa del Venezuela, Vladimir Padrino, ha dichiarato venerdì che il suo Paese risponderà in modo “proporzionato” alle “provocazioni” avvenute nelle acque contese con la vicina Guyana, mentre Washington ha condotto esercitazioni militari nell’area. Alcune ore dopo, il gigante statunitense ExxonMobil ha annunciato una nuova “scoperta” di petrolio nelle stesse acque.
Padrino ha accusato gli Stati Uniti di “interferire irresponsabilmente” nella disputa territoriale tra la Guyana e il Venezuela sull’Essequibo, un’area ricca di petrolio di quasi 160.000 chilometri quadrati controllata da Georgetown dal 1899, ma che Caracas sostiene sia stata sequestrata illegalmente.
Il Ministro della Difesa ha criticato Washington per aver promosso esercitazioni militari nelle acque che il Venezuela considera non delimitate e che la Guyana considera parte integrante della propria geografia.
“Questa zona di pace è in pericolo a causa della presenza del Comando Sud (statunitense) nelle terre e nelle acque da demarcare tra Venezuela e Guyana”, ha affemato Padrino.
Un giorno prima, Laura Richardson, comandante del Comando Sud degli Stati Uniti, ha dichiarato alla Commissione Servizi Armati del Senato che la Guyana è un “partner molto importante” e che “vediamo ciò che il regime di Maduro e il Venezuela stanno facendo (…) contro questa democrazia con una pretesa ingiustificata”.
Ha proseguito dicendo che gli Stati Uniti hanno un “piano molto solido con la Guyana” che include “visite”, “impegni”, “esercitazioni” e “scambi di argomenti” che, ha detto, non cercano di “esacerbare la situazione (…) ma di continuare il nostro impegno regolare”.
Un’altra scoperta petrolifera aumenta la posta in gioco
Scoperta di Exxon ExxonMobil ha annunciato venerdì una nuova ‘scoperta’ di petrolio al largo della costa della Guyana, situata in un pozzo di esplorazione denominato Bluefin, nel blocco Stabroek.
L’azienda non ha fornito una stima dell’ammontare delle riserve recuperabili dalla scoperta, ma si parla di un notevole strato di sabbie ricche di idrocarcuri incontrate durante la perforazione.
Il Blocco Stabroek, situato a più di 200 chilometri dalla costa della Guyana, produce attualmente circa 380.000 barili al giorno e Exxon prevede che produrrà più di 1,2 milioni di barili di petrolio e gas al giorno entro il 2027. Si tratterà di uno dei maggiori giacimenti nuovi del 2024,
Prima della scoperta di Bluefin, l’azienda aveva annunciato che il blocco aveva risorse lorde recuperabili stimate in quasi 11 miliardi di barili di petrolio equivalente.
Il blocco si trova nelle acque territoriali dell’Essequibo, un’area di quasi 160.000 chilometri quadrati che era sotto la giurisdizione venezuelana al momento dell’indipendenza dalla Spagna nel 1811, ma che fu poi annessa dagli inglesi per formare la Guyana britannica. Appare evidente che proprio la vicinanza con il confine con il Venezuela lo mette in pericolo e lo espone alle richieste territoriali di Caracas. Questa scoperta aggiunge pericolosamente la posta in gioco fra i due paesi e aumenta la rilevanza dell’assistenza militare alla Guayana. Che, tra l’altro, proviene dal apese dove ha sede la Exxon.
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