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Le Sinergie all’Italiana dell’Economist. Di Eriprando Sforza

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E se l’Italia fosse diventata il Paese più stabile d’Europa? La domanda è retorica, la risposta è sì. E a darla è l’Economist, il settimanale britannico che fino a ieri diceva peste e corna della Penisola, sentina di tutti i mali, suburra del Vecchio Continente. Il merito è di Maria Elena Boschi, che è riuscita a fare approvare la riforma del Senato. “Un’impresa che avrebbe scoraggiato anche Wonder Woman”, scrive il sobrio Economist, “quella di convincere 315 senatori eletti, la maggior parte dei quali esperti di ostruzionismo parlamentare, a votare per la perdita del loro posto di lavoro”. Grazie alla riforma del Senato e della legge elettorale il futuro governo potrà restare al potere per cinque anni senza timori di una crisi, esulta il settimanale britannico, che da sempre esalta la stabilità politica, fingendo di ignorare che i Paesi politicamente più stabili sono quelli dove vige la dittatura. Grazie a Matteo Renzi e a madonna Boschi, il bunga bunga è un’onta del passato, via le veline largo alle costituzionaliste e così l’Italia è finalmente rispettata all’estero, l’imprimatur è dell’Economist. Roba che dovrebbe riempire d’orgoglio il fantomatico italiano medio, da sempre affetto da provincialismo e quindi desideroso dei complimenti dello straniero. Che questa volta, però, tanto straniero non è. Da un paio di mesi, infatti, l’Economist ha un nuovo azionista di maggioranza: Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann. Va bene, il giornalismo anglosassone si vanta della propria indipendenza, ma un occhio di riguardo al padrone di turno bisogna pure averlo. Ed ecco il pezzo in lode alla Boschi. Per dare sostanza alla sua tesi, l’estensore dell’articolo riporta la testimonianza di un collega italiano: “Oltre l’immagine, c’è la sostanza. E la sostanza è che con i suoi modi eleganti e il sorriso sulle labbra, Boschi ha lavorato duro in trincea”. Parola di Pierluigi Battista del Corriere della Sera, definito sobriamente dall’Economist “un quotidiano”. Dimenticandosi di aggiungere un piccolo particolare: il suo principale azionista è la Fiat, anch’essa di proprietà della famiglia Agnelli-Elkann. Uau, direbbe Mario Monti, queste sono le mitiche sinergie!!! E l’italiano medio applaude, finalmente orgoglioso del fatto che a Londra cominciano finalmente a rispettare l’Italia. Dimenticandosi che con la totale precarizzazione del lavoro attuata dal Jobs Act, Renzi ha fatto prima di tutto uno spettacolare favore alla Fiat; ignorando che l’acquisizione dell’Economist è il tassello di una strategia mirante ad appioppare a General Motors la Fiat Chrysler  (che senza la Ferrari è una vera e propria sòla). Ma che importa, sull’Economist l’Italia è rappresentata dal bel volto rinascimentale di madonna Boschi. Finalmente siamo orgogliosi di essere italiani.

Eriprando Sforza.


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