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Economia

Le sazioni economiche: un approccio scientifico spiega la loro inefficacia

Le sanzioni economiche sono veramente efficiaci? Cerchiamo di dare una risposta sulla base non degli articoli dei giornali, ma di due scritti scientifici che analizzano i diversi casi di applicazione nella storia recente

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Le sanzioni economiche sono diventate, soprattutto per l’Occidente, lo strumento principale per imporre il proprio ordine politico-giuridico. La lista dei paesi sanzionati economicamente, ora e nella storia, è ormai diventata lunghissima. Da un lato, per lo meno, si sono evitati molti interventi militari diretti, con le relative conseguenze, dall’altro c’è da chiedersi se queste ingerenze siano state tutte giustificate e, soprattutto, se questi strumenti siano stati efficaci.

I giornali danno un’informazione frammentaria e politicamente distorta. Per dare una valutazione equilibriata sulla loro efficacia quindi ci rifacciamo a due ricesche scientifiche, la prima di Clifton Morgan, Syropoulos e Yotov, pubblicata su Journal of Economic Perspectives nell’inverno 2023, la seconda di Tadeáš Pala, pubblicata su The NISPAcee Journal of Public Administration and Policy nell’estate 2021, prima dello scoppio della guerra in ucraina.

L’Efficacia delle Sanzioni Economiche: Una Prospettiva Multidisciplinare

Le sanzioni economiche, strumenti di coercizione ampiamente utilizzati nella politica internazionale, sono spesso oggetto di dibattito sulla loro reale efficacia. Due articoli recenti offrono prospettive complementari su questa complessa questione, evidenziando i fattori chiave che determinano il successo o il fallimento delle sanzioni, nonché le sfide metodologiche nell’analisi della loro efficacia.

Perché il funzionamento delle sanzioni dele essere rispetto agli obiettivi politici che le sanzioni vogliono perseguire. Se gli obiettivi sono eccessivi il rischio di inefficacia delle sanzioni stesse è elevatissimo

Condizioni per l’Efficacia

Entrambi gli articoli concordano sull’importanza di determinate condizioni per massimizzare l’efficacia delle sanzioni:

  • Asimmetria di potere: Sanzioni imposte da paesi o coalizioni economicamente e politicamente più forti hanno maggiori probabilità di successo, poiché il paese target ha meno margine di manovra per resistere o aggirare le restrizioni. Se si sanzionano Paesi o organizzazioni economicamenti forti o autonome, o con legami internazionali solidi, l’efficiacia viene a essere ridotta;
  • Obiettivi chiari e realistici: Sanzioni con obiettivi vaghi o irrealistici sono destinate a fallire. Definire obiettivi chiari, misurabili e raggiungibili è fondamentale per valutare l’efficacia delle misure e mantenere il sostegno interno e internazionale.
  • Multilateralismo e cooperazione internazionale: Le sanzioni multilaterali, soprattutto se sostenute da organizzazioni internazionali, tendono ad essere più efficaci di quelle unilaterali, poiché aumentano la pressione sul paese target e limitano le possibilità di elusione. Se le sanzioni sono imposte da una fetta minoritaria del mondo economico e produttivo, saranno inefficaci.
  • Sanzioni mirate (“smart sanctions”): Sanzioni che colpiscono specifici individui, gruppi o settori strategici possono esercitare una pressione più diretta sui centri di potere, riducendo al contempo l’impatto umanitario sulla popolazione. Però è da valutare quanto siano profonde e diffuse queste sanzioni, valutando i punti precedenti.

Evoluzione delle Sanzioni dal 1950 ad oggi, Da Economic Sanctions: Evolution,
Consequences, and Challenges

Sfide Metodologiche e Casi Studio

L’articolo di Pala (2021) sottolinea le difficoltà nella valutazione dell’efficacia delle sanzioni, evidenziando la mancanza di consenso sulla definizione stessa di “efficacia” e la complessità di isolare l’impatto delle sanzioni da altri fattori politici, economici e sociali. L’autore propone una definizione di efficacia basata sul raggiungimento degli obiettivi predeterminati, pur riconoscendo i limiti di questo approccio.

L’articolo di Morgan et al. (2023) approfondisce le sfide metodologiche nell’analisi delle sanzioni, evidenziando la necessità di integrare le prospettive economiche e politiche. Gli autori distinguono tra “impatto economico” (il danno economico causato dalle sanzioni) e “successo politico” (il raggiungimento degli obiettivi politici dichiarati), sottolineando che questi due aspetti non sono sempre correlati. Non è detto che l’impatto economico importante conduca a un’efficacia politica. Molto viene a dipendere dalla capacità politica dei governi sanzionati di non translare politicamente i disagi finanziari ed economici delle sanzioni.

Entrambi gli articoli presentano casi studio per illustrare l’efficacia o l’inefficacia delle sanzioni in diversi contesti.

  • Casi di Successo:
    • Le sanzioni contro il regime dell’apartheid in Sudafrica hanno contribuito al suo smantellamento, ma l’isolamento del governo sudafricano era quasi totale nell’ambito politico dell’epoca.
    • Le sanzioni contro l’Iran, sebbene non abbiano impedito completamente il suo programma nucleare, hanno esercitato una pressione significativa sulla sua economia. e anche ora mostrano una certa efficacia come strumento di pressione politica
    • L’articolo di Pala cita il caso delle sanzioni contro la Libia, che hanno portato all’estradizione di terroristi coinvolti nell’attentato di Lockerbie, il cui successo non è stato immediato ed è stato comunque legato a un’evoluzione politica generale..
  • Casi di Fallimento:
    • Le sanzioni contro Cuba, in vigore da decenni, non hanno portato al rovesciamento del regime, anzi hanno incrementato il nazionalismo del governo.
    • Le sanzioni contro la Russia dopo l’annessione della Crimea non hanno ottenuto il ritiro delle truppe russe né hanno indebolito economicamente o politicamente il governo russo.
    • L’articolo di Pala cita il caso delle sanzioni contro l’Iraq di Saddam Hussein, che hanno avuto un impatto umanitario devastante senza raggiungere l’obiettivo di un cambio di regime. Per far cadere il dittatore fu necessario inventarsi le armi di distruzione di massa e intervenire militarmente
  • Casi di successo parziale:
    • Le sanzioni contro il Venezuela hanno contribuito a indebolire il regime di Maduro, ma non hanno ancora portato a un chiaro cambiamento politico. La situazione appare molto simile a quella dell’Iraq e , a questo punto, c’è da mchiedersi il senso di proseguirle
    • Le sanzioni contro la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022 hanno danneggiato l’economia russa, ma non hanno fermato la guerra, anzi la guerra sta surriscaldando l’economia di Mosca.

Sanzioni si o sanzioni no

Le sanzioni economiche possono essere uno strumento efficace di politica estera, ma la loro efficacia dipende da una serie di fattori complessi e interconnessi. È fondamentale valutare attentamente il contesto specifico, gli obiettivi delle sanzioni, la forza relativa degli attori coinvolti e le possibili conseguenze, sia positive che negative.

Sanzioni che vogliono raggiungere obiettivi impossibili sono controproducenti. Se l’obiettivo è poi un’economia sufficientemente articolata e in grado di mantenere comunque contatti commerciali con l’estero le sanzioni sono un elemento di puro esibizionismo politico. Il caso della Russia è forse il più evidente nei tempi recenti.

Se poi l’obiettivo è il completo rovesciamento di un ordinmaneto politico le sanzioni da sole appaiono scarsamente efficaci, anzi possono creare una solidarietà popolare attorno al regime stesso.

Le sanzioni economiche rimangono uno strumento importante, ma la loro applicazione richiede saggezza, responsabilità e una valutazione realistica delle loro potenzialità e limiti.


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