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Le richieste della BCE sono un’altra spinta verso la depressione economica. La dittatura dei tecnocrati.

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Ieri è stata una giornata contraddittoria: da un lato Juncker che si scusa, lacrime di coccodrillo, per la mancata solidarietà verso la Grecia, scaricando la resposnabilità della crisi sul Fondo Monetario Internazionale (chissà come saranno contenti Cottarelli e la Lagarde), dall’altro con la BCE , ed il suo bracco armato EBA, che ne prende il posto nel ruolo di “Poliziotto cattivo”.

Risulta che la nuova guida del EBA, l’autorità di controllo sul sistema creditizio , Andrea Enria,abbia sommerso le banche europee ed italiane con una nuova ondata di “Raccomandazioni” riguardanti i Non Performing Loan (NPL). 120 lettere mandate ai vertici della banche europee con l’applicazione di norme molto restrittive riguardanti la copertura di questi crediti, compresi quelli in stock, cioè già presenti in bilancio, che comportano l’emissione di nuovi covered bond per 750 milioni di parte di MPS, ma di ben 15 miliardi di nuovo capitale per tutto il sistema bancario italiano, secondo calcoli fatti da Mediobanca. Una richiesta di capitale enorme e proveniente nel momento meno proficuo, dopo in anno in cui le quotazioni delle banche italiane hanno traballato a causa delle incertezze sui tassi  sul mercato internazionale  e delle vicende dello spread,

Con ancora due istituti in una situazione delicata. Carige e Popolare di Bari, ed uno che si regge essenzialmente perla ricapitalizzazione pubblica, MPS, corriamo sul filo del rasoio. La giustificazione dell’EBA per queste mosse, mai fornita, è comunque ovvia: in prospettiva di una crisi mondiale è necessario che le banche siano pronte. Però a crisi iniziate l’imposizione di queste norme rstrittive sul capitale e sul credito vengono ad essere la classica profezia che si autorealizza: infatti in un momento di tensioni di mercato io obbligo gli isitututi di credito a ricapitalizzare o a cedere  gli NPL; portando a bilancio le perdite (e quindi ricapitalizzare) o a ridurre gli attivi, e tutte queste tre mosse portano ad una stretta creditizia che, in una situazione di fragilità della crescita può farla precipitare, e portare l’economia diretta in depressione.

La mossa di Enria è ancora più grave perchè applica in pratica il famoso “Addendum”  bancario, cioè un insieme di norme per il sistema creditizio, che era stato sottoposto a consultazione in sede europea non raggiungendo il consenso necessario. Enria invece lo viene comunque ad applicare, con richieste di coperture degli NPL molto pesanti, scavalcando quindi la discussione delle norme relative indiscussione attualmente presso il parlamento europeo. L’organo “Quasi democratico”è stato completamente svuotato dall’organo “Tecnico”, lasciando al primo una funzione secondaria, di quasi vuoto parolificio.

La situazione si presenta particolarmente grave per il sistema italiano, e particolarmente ingiustificata, in quanto:

  • l’Italia presenta un livello di debito privato contenuto in confronto ad altri paesi europei;
  • l’Italia non ha una bolla immobiliare, anzi i prezzi sono in calo ormai da diversi anni, praticamente dal 2010.

Sembra quasi che si vogliaportare all’esplosione delle banche rimaste sotto la supervisione BCE, magari garantendone una loro concentrazione in uno o due superistituti, il tutto con grande danno sia degli azionisti sia dell’offerta bancaria nel suo complesso. Il governo non può assistere inerme a quanto sta succedendo e deve agire affinchè un sistema che, essenziale per l’economia, viene messo sotto una  pressione abnorme. Questi istituti garantiscono l’autonomia dell’economia italiana, oltre che l’assorbimento di una fetta consistente del debito pubblico stesso. Forse è il momento di pensare ad una super holding di garanzia che eviti al nostro sistema questi gravi attacchi internazionali.

 


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