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LE MISURE ECONOMICHE PROMESSE DAL GOVERNO: INUTILI, ANZI DANNOSE. Ci vuole dieci volte tanto

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Oggi è stato emesso un Decreto della P.D.C. che ribadiva le misure già prese per i comuni della “Zona rossa”, metteva dei parziali divieti, non si capisce quanto utili, per le regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna e le provincie di Pesaro e Savona, e dava indicazioni, al termine, di “Lavarsi spesso le mani”. Questo è il secondo decreto, e non dice, francamente, assolutamente nulla di ciò che si voglia fare per veramente risolvere i problemi, ma, al massimo, si danno delle indicazioni di protezione civile, la cui logicità non vogliamo neanche discutere.

Poi si è parlato di un decreto di urgenza, con approvazione del Parlamento, perchè richiede un maggiore indebitamento, per il rilancio dell’economia. La cifra in ballo sarebbe pari a 3,2 miliardi e “L?Europa potrebbe vedere questa scelta con clemenza”, e sospendere , in via temporanea Maastricht ed il Fiscal Compact. Perchè, parliamoci chiaro, il limite del 3% al rapporto debito/PIL quest’anno salta senza fare nessuno sforzo, figuriamoci se cerchiamo di parare i danni. Gualtieri ha parlato di “Interventi per rivedere la catena logistica, nel settore delle batterie”, come se investire, ad esempio, 500 milioni in un impianto di batterie risolvesse il problema.

Senza voler eccedere voglio farvi notare, e farli notare a chi di dovere, alcuni punti:

  1. Il solo settore del turismo dall’estero pesava, nel 2019 per 42 o 60 miliardi di fatturato, a seconda della definizione più o meno stretta che se ne vuole dare. A questo poi si dovrebbero aggiungere altri 15-20 miliardi. Quindi abbiamo un settore che varia da ottimistici 60 a pessimistici 80 miliardi che rischia di essere fortemente ridotto, con danni per almeno tre anni. Sembra facile prevedere solo qui una perdita di fatturato per 20 miliardi per il 2020, ed altrettante per i due esercizi successivi.
  2. Il fatturato dei Bar italiani, solo i bar, era di 19 miliardi nel 2016, con 360 mila addetti.
  3. Non abbiamo considerato le ricadute a livello industriale. La sola zona del lodigiano posta in quarantena, con il vicino piacentino, è il cuore logistico d’Italia. A Castel San Giovanni, a poche decine di chilometri da Codogno, c’è la sede distributiva di Amazon per l’Italia nord occidentale. Ancora più vicino c’è la Galbani. Stiamo parlando del cuore produttivo d’Italia. Ci rendiamo conto dei danni causati?

Di fronte a danni per decine di miliardi, il governo prevede un “Terzo decreto” con 3,2 miliardi di intervento, lo 0,2% del PIL, ma approssimandolo per eccesso. Un intervento starnuto, oppure, per metterla dal punto di vista medico, un’aspirina data ad un morente. 

Purtroppo Gualtieri e Conte appaiono, sempre più, inadeguati di fronte alle necessità. Le cifre messe in gioco sono ridicole, anzi peggio, sembrano una sorta di palliativo economico. Vorrei porre in evidenza che, senza una adeguata previsione di copertura per questo debito si rischia di ritrovarsi fra due anni con un debito/PIl oltre il 140, ma sottoposti di nuovo ai limiti di  Maastricht ed al Fiscal Compact, mai sparito dalla scena.  Quindi parlare di una “Sospensione” è la certezza di trovarci commissariati ed in default nel 2022.

Per questi motivi:

  • l’intervento deve essere molto più massiccio e su più anni. Azzarderei un quadriennio con investimenti e defiscalizzazioni aggiuntive per 60 miliardi complessivi, da distribuire in modo decrescente nel tempo;
  • questi investimenti non devono ricadere sul debito pubblico, ma essere finanziati direttamente dalla BCE. So che i cultori del diritto europeo mi diranno che questo è vietato dallo statuto etc, ma , parliamo chiaro, sono tutte chiacchiere. La Germania ha sfondato per oltre un decennio il limite del 6% di surplus commerciale, e nessuno ha alzato un dito. La Spagna ha un rapporto deficit/PIL del 10,5% nel 2012, e nessuno ha mai detto nulla di pratico, solo una procedura finita nel nulla;
  • quindi ci vuole una classe politica che si ricordi che oggi, ora, si gioca il futuro dell’Italia, dei suoi cittadini, e che quindi metta bene in chiaro che MES, Limiti di Maastricht e Fiscal Compact passano in secondo piano nei confronti del benessere dei cittadini. Gli inglesi hanno lasciato l’Unione per molto meno, qui è in gioco la nostra sopravvivenza.

Il problema è solo una, la classe politica.


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