Economia
Le isole greche invase da turisti turchi: costano meno
L’inflazione e la mancata svalutazione della Lira hanno causato delle distorsioni forti nei costi degli alberghi, e i turchi scappano, ma questo creerà degli effetti distorsivi anche in Grecia
L’inflaazione, e le sue forti variazioni, stanno danneggiando il turismo in Tuchia. I prezzi degli hotel e i costi dei biglietti stanno esplodendo, rendendo la Grecia un beneficiario economico. Il problema è che l’inflazione è stata estremamente variabile e commercianti e albergatori prima hanno incassato le perdite per le fiammate inflazionistiche, quindi hanno riaggiustato i prezzi sulla base di aspettative inflazionistiche molto elevate, che poi non si sono completamente realizzate. Qui l’inflazione su base mensile:
Il risultato è stato un aumento dei prezzi dei servizi alberghieri elevato, elevatissimo anzi, tale da rendere più conveniente ai turchi andare a passare le vacanze… sulle vicine issole greche!
Decine di migliaia di turchi stanno navigando verso le isole greche dell’Egeo. Questa non è l’“invasione militare notturna” spesso minacciata dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan. I turchi arrivano con le migliori intenzioni, perché la Grecia offre loro una vacanza tranquilla – e una tregua a breve termine dall’inflazione interna.
Tra l’altro i turchi lodano i greci sui social media per la loro ospitalità. Una situazione che ha un sapore assurdo: infatti, allo stesso tempo, la metà dei greci non può più permettersi il costo di una vacanza nel proprio paese.
Per fare un esempio: a Samos, dove nel 2023 hanno trascorso le vacanze circa 40.000 turchi, se ne attendono più di 150.000. La famosa attrice turca Begüm Öner è stata recentemente in vacanza nella sua casa a Bodrum e sull’isola di Samos. Dopo il suo ritorno, la 35enne ha criticato sulla stampa gli imprenditori turchi. “Se mangi gamberi, calamari o polpi per due persone, in Turchia pagherai 5000 lire. A Samo sono 1500, forse 1000 lire. C’è una grave differenza di prezzo”, ha detto. Öner, che viaggiava con suo marito, era sconvolta dal fatto di aver potuto trovare spiagge libere a Samos che non esistono più nel suo paese d’origine. “Devo pagare l’ingresso e i lettini in Turchia. È davvero triste perché tutti hanno bisogno di una vacanza”.
I turchi sono più generosi dei tedeschi L’inflazione in Turchia ha raggiunto il 75,4% a maggio ed è ulteriormente alimentata dall’aumento dei prezzi di alloggi e ristoranti. La star della serie Öner non è sola con le sue critiche. Sono numerose le lamentele da parte dei turchi per i prezzi alti sui social network: cinque palline di gelato, ad esempio, costano l’equivalente di 36 dollari.
Una delle principali associazioni di ristoranti turchi ha chiesto ai suoi membri di offrire sconti del 10% sui loro menu nel tentativo di “rilanciare” il settore, riferisce il quotidiano turco Hurriyet. Nell’articolo si afferma inoltre che i prezzi elevati in Turchia stanno dando ai greci profitti record. Secondo il giornale, il governatore regionale dell’Egeo settentrionale, Kostas Moutzouris, è soddisfatto che i turchi portino alle isole greche più del doppio delle entrate rispetto ai turisti charter del nord Europa.
I turchi aprono la stagione turistica
Nel frattempo Kıvanç Meriç, presidente della sezione regionale di Izmir dell’Associazione turca degli agenti di viaggio (TÜRSAB), si lamenta: “Mentre l’ingresso nell’antica città di Efeso costava 15 euro, oggi costa 40 euro”. Egli non attribuisce i prezzi elevati degli alberghi all’avidità degli albergatori, bensì alla politica valutaria del governo turco. “In questo contesto inflazionistico, ciò ha portato ad una sopravvalutazione della lira turca”, spiega, e gli albergatori “non aumentano i prezzi a causa dei maggiori profitti, ma a causa dei costi elevati”.
Da marzo la svalutazione della Lira turca nei confronti del Dollaro si è praticamente fermata. Erdogan ha fatto di tutto per difendere la Lira, ma questo significa che i prezzi interni turchi, aumentati per l’inflazione, ora sembrano assurdamente esorbitanti sia ai turchi sia ai tursti stranieri.
Infatti, circa 20.000 turchi in Grecia hanno aperto la stagione turistica all’inizio di aprile. Hanno utilizzato la nuova procedura semplificata per il visto alla fine del Ramadan, la festa della rottura del digiuno (Eid al-Fitr). Ad aprile i turchi sono riusciti a ottenere facilmente visti di sette giorni per le isole di Chios, Kos, Lesbo, Rodi e Samos. Da maggio è così anche per Leros, Limnos, Kalymnos, Kastelorizo e Symi. I
l boom del turismo provoca scetticismo in Grecia
La procedura semplificata per i visti, un’eccezione alle regole di Schengen, è stata concordata dal Consiglio supremo di cooperazione bilaterale tra Turchia e Grecia lo scorso dicembre. Permette ai turchi di rimanere per sette giorni senza la possibilità di proseguire il viaggio verso altri paesi dell’UE. Senza l’ingresso semplificato, nel mese di giugno la Grecia non sarebbe riuscita a registrare il 90% in più di turisti provenienti dalla Turchia rispetto all’anno precedente.
Purtroppo il boom turistico suscita anche scetticismo: “Dobbiamo stare attenti a non finire come i turchi”, avvertono gli esperti ellenici nei media. Sono contenti della storia di successo che circonda i turisti turchi, ma colgono anche l’occasione per segnalare i prezzi eccessivi su alcune isole greche, come Mykonos e Santorini. È un errore “credere che continueremo a sviluppare il turismo in “volo automatico” per sempre”, afferma Nikos Philippidis sul quotidiano “Ta Nea”. Philippidis prevede che anche per la Grecia è molto probabile il destino di perdere il turismo interno a causa dell’aumento sproporzionato dei prezzi. I greci sono persone pratiche, che conoscono bene come funziona il commercio, e sanno che un eccesso di domanda si convertirà in un forte aumento dei prezzi anche a casa loro. Rendendo le vacanze sempre meno affrontabili anche per gli stessi greci.
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