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LE INCREDIBILI CONTRADDIZIONI DEL “NEXT GENERATION FUND”. PER SPENDERLO BISOGNA NON SPENDERE…

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Il Recovery Fund, o Next Generation Fund,  i fenomenali 176 miliardi di cui due terzi come “Grant”, trasferimenti da non restituire, è il paradiso degli europeisti. Finalmente l’Europa fa qualcosa, o meglio farà qualcosa, nel 2021, forse, se i paesi Austeri lo permetteranno. Un po’ tardi, quando lo shock economico autunnale avrà già spazzato via buona parte dell’economia italiana, ma non si può volere tutto e subito, e neanche poco e tardi.

Fatta questa premessa probabilmente il “Next Generation Fund” rivelerà la contraddizione di ogni costrutto europeo, dominato dalla “Mentalità della competizione”,  e questa verrà a rovinare anche quel poco di buono che questi aiuti potrebbero portare: infatti la concessione del contributi e dei prestiti è legata all’accettazione delle Raccomandazioni della Commissione contenute nel “Semestre Europeo”. Si tratta praticamente dell’aggiornamento del piano settennale, di sovietica memoria, che viene condotto ogni sei mesi dalla Commissione, nel quale questa dà le pagelle di “Buono” e “Cattivo” ai singoli stati, il tutto nell’ottica europea, e quindi antidemocratica.

Cosa dicevano le ultime raccomandazioni del “Semestre europeo” inviate all’Italia. Per intero le potete trovare a questo link, ma vi propongo un paio di stralci significativi:

Punto 10:

Per il 2020, in considerazione del rapporto debito pubblico/PIL del paese al di sopra
del 60 % del PIL e del previsto divario tra prodotto effettivo e prodotto potenziale pari
a -0,1 %, in linea con l’aggiustamento strutturale dello 0,6 % del PIL imposto dalla
matrice di aggiustamento concordata nell’ambito del patto di stabilità e crescita, la
spesa pubblica primaria netta dovrebbe diminuire dello 0,1 % in termini nominali.

Oppure :

Al fine di limitare l’aumento della spesa per lepensioni, dovrebbero essere pienamente attuate le già previste riforme pensionistiche volte a ridurre le passività implicite derivanti dall’invecchiamento della popolazione.
Si potrebbero inoltre conseguire risparmi intervenendo su pensioni di importo elevato
che non corrispondono ai contributi versati, nel rispetto dei principi di equità e di
proporzionalità.

Alla fine come possiamo rispettare il semestre europeo che impone delle riduzioni della spesa pubblica e la creazione di un maggior surplus della spesa primaria (cioè della spesa pubblica meno gli interessi) e, nello stesso tempo, spendere i soldi del Next Generation Fund? I danni per la riduzione della spesa corrente (paghe, pensioni etc) non saranno superiori ai vantaggi per degli investimenti che, comunque, dovranno essere co-finanziati e che non è detto vadano a settori ad altra produttività?

Il Next Generation Fund, o Recovery Fund, appare sempre più come una sorta di frutto avvelenato da mangiare con grande attenzione e dopo calcoli molto attenti. Purtroppo i pregiudizi ideologici europei rendono impossibile la creazione di strumenti che siano veramente utili per la crescita economica.


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