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Cultura

Le “Case dei Drago”, il grande mistero megalitico della Grecia

Le “Case dei draghi” sono delle misteoriose costruzioni megalitiche, giunte a noi in buone condizioni, la cui finalità iniziale, presumibilmente sacra, è sconosciuta. Un segreto ancora da scoprire

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Le Case del Drago nell’Eubea, che probabilmente risalgono al periodo preclassico dell’antica Grecia, sono uno dei misteri storici non ancora del tutto risolti.

Sulle montagne dell’isola di Eubea, la più grande isola della Grecia dopo Creta, si trovano 23 antiche strutture megalitiche chiamate “Case dei Draghi”, per lo più nelle regioni del Monte Ochi e di Styra.

Sebbene non abbiano nulla a che fare con i draghi, queste strutture, chiamate “drakospita” o case del drago, sono ancora oggi apprezzate per la loro architettura, semplicità e resistenza.

Una “Casa del Drago”

Queste case megalitiche sono costruzioni senza malta che ricordano la piramide a gradoni di Djoser nell’Egitto pre-dinastico e i complessi templari precolombiani di Teotihuacan. Sono costruiti con pietre, per lo più quadrate o rettangolari.

Nella maggior parte dei casi vengono utilizzate enormi pietre monolitiche. Un’altra caratteristica degna di nota è l’assenza di fondamenta. I loro tetti sono abilmente costruiti con enormi lastre impilate l’una sull’altra in uno schema piramidale che ricorda, anche in questo caso, le piramidi egizie:

Il tumulo Oche drakospito si trova a un’altitudine di 1386 m (4547 piedi), sul piccolo altopiano formato tra le cime gemelle della montagna.

Sebbene non si sappia molto di queste case del drago, il numero di edifici è superiore alle aspettative. Sull’isola di Eubea si contano circa ventitré di queste case megalitiche, la maggior parte delle quali si trova tra i monti Ochi e Styra. In effetti, le dimensioni e il peso del singolo megalite, che poggia su due pietre posticce di dimensioni simili e che insieme creano un portale, stupiscono sempre gli studiosi. Il meccanismo con cui questo megalite è stato innalzato e collocato sui pali è misterioso quanto la logica della loro costruzione.

Casa del Drago di Oche

Va aggiunto che la posizione delle case dei draghi è altrettanto stupefacente, oltre al fatto che gli esperti si sono a lungo interrogati sulla loro esistenza. Queste strutture costruite in pietra sembrano essere posizionate in aree chiave che consentono di osservare a lungo l’area circostante. già in epoca classica si era pensato a strardinari posti di guardia.

Il peso e la grandezza dei megaliti sono ancora più stupefacenti se si considera che queste case dei draghi sono situate ad altitudini molto elevate. Per costruire le abitazioni a questa altezza, i costruttori hanno dovuto escogitare una tecnica per spostare pietre così massicce da un’altitudine molto più bassa. Inoltre, ogni edificio presenta un’apertura simile a quella di un pantheon nel tetto, probabilmente per consentire alla luce naturale del sole o della luna di illuminare l’interno delle strutture.

Il primo a trovare il drakospito sul Monte Oche fu il geografo e geologo inglese John Hawkins (1758-1841), che pensò si trattasse di un antico tempio.

In seguito, i ricercatori che lavoravano nella zona misurarono le dimensioni del drakospita’ (o case del drago) e calcolarono la sua direzione in base all’azimut del tramonto e del sorgere della luna.

Secondo i ricercatori, l’orientamento dell’alba di Sirio, che risale a circa il 1100 a.C., compatibile con le precedenti datazioni archeologiche basate sui manufatti rinvenuti all’interno della struttura, suggerisce che l’edificio aveva uno scopo religioso o astronomico. Come minimo, si potrebbe affermare che il famoso drakospito sul Monte Oche serviva sia come luogo di culto che come osservatorio storico per l’astronomia.

Gli abitanti del luogo ritengono che si trattasse di case coloniche, rifugi o strutture militari. Secondo l’antica tradizione locale, la parola “drago” non si riferiva solo alla bestia mitica, ma a qualsiasi persona dotata di poteri sovrumani. Questo ha portato molti a credere che l’origine delle case risalga agli antichi dei greci.

Casa del Drago palle-Laka, sul monte Styra

Sono stati condotti anche scavi archeologici, ma hanno fornito poche risposte ai misteri delle case dei draghi. Nel 1959 il professor Nikolaos K. Moutsopoulos studiò il drakospito del Monte Oche e undici edifici simili e scavò nello spazio circostante nel 1960 e nel 1978-1980. Egli scoprì numerosi vasi all’interno dell’edificio del Monte Oche, nonché un apothetes, una costruzione sotterranea all’interno della quale furono rinvenuti alcuni utensili e ossa di animali, oltre a frammenti di ceramica e iscrizioni risalenti al periodo preclassico fino al periodo ellenistico; su uno dei vasi erano presenti iscrizioni in un tipo di scrittura sconosciuto.

Il riferimento a queste strutture come “dimore del soprannaturale” è una descrizione molto accurata fino a quando non si saprà di più su come sono state costruite e/o su chi le ha costruite.


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