L’Azerbaigian riaprirà una miniera d’oro contestata dalla popolazione locale

I funzionari dell’Azerbaigian hanno dato il via libera alla ripresa delle attività di una controversa miniera d’oro, dopo una pausa di oltre un anno dovuta a proteste pubbliche per problemi di inquinamento.

I problemi della miniera vicino al villaggio di Soyudlu, nel distretto di Gadabay, nell’Azerbaigian occidentale, sono iniziati a metà del 2023, quando l’operatore, Anglo Asian Mining, ha cercato di costruire un secondo lago artificiale per gestire gli sterili della miniera. L’annuncio di allora ha provocato una feroce reazione da parte dei residenti locali.

Le forze di sicurezza, a loro volta, hanno usato la forza per sedare le proteste, compreso l’uso diffuso di sostanze simili allo spray al peperoncino contro i dimostranti anziani. Sono stati inoltre segnalati numerosi arresti. I residenti locali si sono opposti all’espansione prevista, sostenendo che gli standard lassisti nello stoccaggio dei rifiuti tossici creati dalle operazioni minerarie stavano causando gravi problemi di salute e avvelenamento dei terreni agricoli circostanti.

Oltre a reprimere i manifestanti locali, le autorità hanno bloccato l’area, ostacolando la copertura mediatica delle proteste e delle loro conseguenze. Allo stesso tempo, il Presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev ha criticato le pratiche dell’operatore della miniera e ha promesso che gli standard ambientali sarebbero stati rispettati. Le operazioni della miniera sono state sospese.

La pausa è durata poco più di un anno.

Il 5 agosto, Anglo Asian Mining ha annunciato di aver ricevuto l’autorizzazione a riprendere le operazioni, compresa l’espansione di un laghetto esistente contenente rifiuti tossici.

“Abbiamo anche iniziato a mobilitare le risorse per riavviare il processo di lisciviazione per flottazione e agitazione e prevediamo di riprendere la piena produzione tra circa una settimana. Questo segna la fine di un’interruzione durata un anno e non vediamo l’ora di normalizzare la produzione”, ha dichiarato l’amministratore delegato Reza Vaziri.

Gli scontri fra forze di polizia azere ed abitanti, da euroasian.net

Anglo Asian Mining è il più grande produttore di oro e rame del Paese e detiene i diritti su otto giacimenti in tutto il Paese. L’Azerbaigian ha generato esportazioni d’oro per circa 162 milioni di dollari nel 2023, con un calo di circa il 14% rispetto al totale di 188 milioni di dollari dell’anno precedente. Un rapporto investigativo pubblicato dall’OCCRP nel 2016 ha rivelato che le figlie di Aliyev, Arzu e Leyla, avevano all’epoca ampi interessi nell’industria mineraria aurifera dell’Azerbaigian.

La ripresa delle operazioni nella miniera arriva mentre l’amministrazione di Aliyev si sta preparando a ospitare il vertice annuale delle Nazioni Unite sull’ambiente, o COP29, a Baku, il che dà alla notizia un tocco ironico. La miniera vicino a Soyudlu rischia ora di diventare un punto focale di attenzione indesiderata, almeno dal punto di vista dei funzionari, sul bilancio ambientale del governo, insieme ad altre questioni controverse, tra cui la scomparsa dello spazio verde di Baku e la crescente carenza di acqua nell’Azerbaigian centrale.

L’annuncio ha suscitato molto scalpore sui social media. Un utente di Facebook ha commentato la notizia: “La salute del popolo non ha alcuna importanza per il governo oppressivo. Ecco perché i cittadini comuni sono stati messi in prigione [a Soyudlu], in modo che quando i lavori di costruzione riprenderanno, la gente dovrà rimanere nella paura”.

“Anche i visitatori della COP29 dovrebbero essere portati a vedere il lago di rifiuti tossici”, ha scritto un commentatore. Dubitiamo che le autorità di Baku organizzino questo tipo di tour