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L’Argento tocca il cielo e poi precipita: il brusco risveglio dei mercati tra frenesia cinese e la “doccia fredda” del CME
L’argento raggiunge un massimo e poi perde oltre il 10% in un giorno. Quali sono le cause? Riaggiustamento o inversione di tendenza?

C’è un vecchio adagio nei mercati delle materie prime che recita: “L’argento sale prendendo le scale, ma scende prendendo l’ascensore”. Mai come in queste ultime ventiquattro ore, questa massima si è rivelata brutalmente vera. Dopo aver infranto ogni record storico, sfondando la barriera psicologica e tecnica degli 80 dollari l’oncia e toccando un picco di 84 dollari, il metallo bianco ha subito una correzione violenta, un vero e proprio crollo che lo ha riportato in area 72 dollari. Un movimento da capogiro, superiore al 10%, che ha lasciato molti investitori retail con il cerino in mano.
Ecco i grafici che mostrano il disastro, da Tradingeconomics, su orizzonte mensile:
E su orizzonte settimanale. Un boom, seguito da una colossale implosione:
Ma cosa è successo esattamente? Perché un asset che sembrava destinato a una salita verticale, quasi parabolica, si è improvvisamente sgonfiato come un palloncino bucato? Come spesso accade, non c’è un unico colpevole, ma una “tempesta perfetta” di fattori tecnici, speculativi e geopolitici.
La Cina e la “Febbre dell’Argento”
Il motore principale di questo rally, che ha visto l’argento guadagnare circa il 166% nel corso del 2025, è stato senza dubbio l’Estremo Oriente. La domanda speculativa cinese è stata feroce. Nelle scorse settimane, i premi per l’argento spot a Shanghai sono saliti a livelli mai visti, superando di oltre 8 dollari l’oncia le quotazioni di Londra. Questo spread ha creato un arbitraggio irresistibile, ma ha anche segnalato un mercato in estremo surriscaldamento.
La situazione è diventata talmente “esplosiva” che l’unico fondo cinese dedicato esclusivamente all’argento (pure-play silver fund) è stato costretto a chiudere le porte ai nuovi clienti venerdì scorso. Dopo aver lanciato molteplici avvertimenti sui rischi e aver tentato di raffreddare gli animi con regole di trading più severe, il gestore ha dovuto alzare bandiera bianca di fronte a un’eruzione di interesse alimentata dai social media cinesi. Quando la “casalinga di Shanghai” decide di comprare, il mercato si muove, e pesantemente.
La “Mano Invisibile” (e pesante) del CME
Se la Cina ha fornito il carburante per la salita, è stato l’Occidente a tirare il freno a mano, e lo ha fatto con la solita, brutale efficienza burocratica. Il CME Group, che gestisce il mercato dei futures Comex, ha deciso di alzare i requisiti di margine per i contratti sull’argento.
A partire da lunedì, i margini sono passati da circa 3,2 dollari a 4,4 dollari per oncia. In termini pratici, questo significa che chi operava a leva ha dovuto improvvisamente versare più capitale per mantenere aperte le posizioni. Chi non aveva la liquidità necessaria è stato costretto a vendere, innescando una cascata di ordini sell che ha auto-alimentato il ribasso.
Come fa notare ironicamente qualche commentatore su ZeroHedge, “quando il gioco non va come piace al banco, il banco cambia le regole”. Alzare i margini è una mossa classica per sgonfiare le bolle speculative, specialmente quando i “long” (chi scommette al rialzo) stanno prosciugando le riserve fisiche, mettendo in difficoltà le bullion bank.
“Nessuna pistola fumante”, ma tanti indizi
Nonostante la violenza del movimento, gli analisti di Goldman Sachs Asia hanno dichiarato che non c’è una “smoking gun”, una pistola fumante, ovvero una singola causa scatenante. Tuttavia, hanno evidenziato diversi fattori concomitanti:
Liquidità ridotta: Siamo a fine anno, tra Natale e Capodanno. I volumi sono sottili e la liquidità è scarsa. In questo contesto, movimenti di prezzo che normalmente sarebbero assorbiti dal mercato diventano scosse telluriche.
Prese di profitto: Dopo un guadagno annuale a tripla cifra, era fisiologico che i grandi fondi decidessero di incassare, specialmente di fronte all’incertezza del 2026.
Geopolitica: Le parole del Presidente Donald Trump su “molti progressi” nei colloqui di pace tra Ucraina e Russia hanno ridotto la percezione del rischio globale. L’oro e l’argento, beni rifugio per eccellenza, tendono a soffrire quando la paura della guerra diminuisce (anche se la pace, ironicamente, dovrebbe essere una buona notizia per l’economia reale).
Analisi Tecnica: L’esaurimento della corsa
Dal punto di vista puramente tecnico, il grafico dell’argento aveva assunto una conformazione parabolica insostenibile. Modelli quantitativi come il PFR ExtremeHurst, progettati per individuare i comportamenti “gregari” degli investitori, avevano già lanciato segnali di esaurimento (top exhaustion signal).
È interessante notare come anche Elon Musk abbia contribuito, forse involontariamente, al sentiment negativo. Commentando le restrizioni all’export cinesi su X, ha scritto: “Questo non è buono. L’argento è necessario in molti processi industriali”. Sebbene il commento sottolineasse l’importanza fondamentale del metallo, il mercato lo ha interpretato come un segnale di allarme su possibili colli di bottiglia o interventi governativi che avrebbero potuto bloccare il mercato.
https://twitter.com/MarketJournalX/status/2004912643195449722?s=20
Conclusioni: Il Trend è finito?
Siamo di fronte alla fine del mercato toro dei metalli preziosi? Probabilmente no. Le cause strutturali che hanno spinto l’argento e l’oro verso l’alto — ovvero la svalutazione monetaria, i deficit fiscali mostruosi e la domanda industriale per la transizione energetica — rimangono intatte.
Tuttavia, quanto accaduto nelle ultime 24 ore è un utile promemoria: i mercati non si muovono mai in linea retta. La correzione attuale, sebbene dolorosa per chi è entrato sui massimi, potrebbe servire a “pulire” il mercato dagli eccessi speculativi, preparando la base per movimenti più sostenibili nel 2026. Per ora, l’unica certezza è la volatilità.
Domande e risposte
Perché il prezzo dell’argento è crollato così velocemente? Il crollo è stato causato da una combinazione di fattori: un mercato iper-esteso dopo una salita verticale, prese di profitto di fine anno e, soprattutto, l’aumento dei margini richiesti dal CME. Quest’ultima mossa ha costretto molti investitori a leva a chiudere forzatamente le loro posizioni per mancanza di liquidità, innescando una vendita a catena in un mercato con scarsi volumi vacanzieri.
Che ruolo ha avuto la Cina in questo movimento? La Cina è stata il motore principale del rialzo, con una domanda speculativa enorme che ha portato i prezzi locali molto sopra quelli di Londra. Tuttavia, l’eccesso di speculazione ha costretto le autorità e i fondi cinesi a intervenire con restrizioni e blocchi ai nuovi investitori, raffreddando bruscamente l’entusiasmo e contribuendo all’inversione di tendenza.
Questo crollo segna la fine del mercato rialzista dei metalli preziosi? Non necessariamente. Sebbene la correzione sia stata violenta, i fondamentali a lungo termine rimangono positivi: la domanda industriale per l’argento è alta (pannelli solari, elettronica) e le politiche monetarie espansive continuano a svalutare le valute fiat. Gli analisti vedono questo calo più come una correzione tecnica necessaria (“breather”) che come un’inversione strutturale del trend, ma la verità la dirà il mercato del 2026.










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