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Finanza

L’Argento supera il Petrolio: un sorpasso storico (e simbolico) che non si vedeva dal 1980. Cosa sta succedendo?

Sorpasso storico: per la prima volta dal 1980, il prezzo di un’oncia d’argento supera quello di un barile di petrolio. L’oro grigio vola verso i 100 dollari spinto da IA e auto elettriche, mentre il greggio crolla per la troppa offerta. Analisi di un mercato che cambia volto.

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Siamo di fronte a uno di quei rari eventi di mercato che finiscono dritti nei libri di storia economica, o almeno in quelli di statistica finanziaria. Per la prima volta dai primi anni ’80, il prezzo dell’argento ha superato quello del greggio WTI. Attenzione, però: stiamo parlando di un confronto nominale tra unità di misura decisamente diverse, ovvero l’oncia troy per il metallo prezioso e il barile per l’oro nero.

Eppure, il segnale è fortissimo. Mentre un’oncia d’argento viene scambiata a 63,1 dollari, un intero barile di petrolio WTI arranca a 56 dollari. Solo a metà del 2022, il petrolio viaggiava a 95 dollari, costando quattro volte e mezzo l’argento, che allora languiva intorno ai 20 dollari. Cosa ci dice questa inversione? Che il mondo sta cambiando pelle, spostandosi dall’energia fossile alla fame di metalli per la transizione tecnologica.

Ecco il grafico dell’Argento and CME:

Ed ecco, sempre da Tradingeconomics, anche il petrolio WTI:

Ecco una tabella riassuntiva delle performance recenti che chiarisce il quadro:

AssetPrezzo Attuale ($)Performance 2025Performance dal 2020
Argento (Oncia)$ 63,80+150%+220%
Petrolio WTI (Barile)$ 57,30-20%-44%

Perché l’argento corre e il petrolio affonda?

La forbice si è allargata per una combinazione di fattori monetari e strutturali. Non è solo speculazione, c’è molta “economia reale” dietro questo movimento:

  • Domanda industriale esplosiva: L’argento non è più solo il “cugino povero” dell’oro. È diventato un metallo critico per l’industria moderna. Pannelli solari, veicoli elettrici (EV), elettronica di consumo e, soprattutto, la nuova fame di hardware per l’intelligenza artificiale e i data center stanno prosciugando le scorte.
  • Scorte ai minimi: Da cinque anni l’offerta mineraria è stagnante, mentre le scorte di superficie diminuiscono. C’è, banalmente, meno argento fisico di quanto il mercato ne richieda.
  • Fattori monetari: L’inflazione USA in raffreddamento e le aspettative di tagli ai tassi (con un dollaro più debole) hanno reso i metalli preziosi più attraenti come riserva di valore. Senza contare che gli investitori retail, avvertendo questa tendenza, hanno spinto sull’accelleratore per cogliere quella che considerano essere un’occasione. 

Al contrario, il petrolio soffre di una malattia cronica: l’eccesso di offerta. La domanda globale è debole, specialmente in Europa e Cina, e le strategie di produzione dell’OPEC si scontrano con l’aumento dell’efficienza energetica. Neppure le tensioni geopolitiche sono riuscite a sostenere le quotazioni del barile. Il fatto che alcuni paesi, soprattutto Cina e Giappone, stiano riavviando il nucleare, sicuramente non aiuta. 

Comunque ricordiamo che il confronto è solo simbolico: si tratta di materie prime molto diverse, su scale di misura estremamente diverse: libbre contro barili. Eppure il confronto ha un suo fascino.

Obiettivo 100 dollari o bolla in arrivo?

Gli analisti, tra cui NS Ramaswamy di Ventura, suggeriscono che l’argento stia vivendo un effetto “catch-up” (recupero) rispetto all’oro, ma con una volatilità ben maggiore. La scarsa liquidità rispetto al fratello maggiore giallo lo rende soggetto a strappi violenti, sia in salita che in discesa.

Le previsioni sono audaci: si parla di un possibile approdo a 100 dollari l’oncia. Tuttavia, la prudenza è d’obbligo. L’argento è storicamente incline a cicli di “boom and bust” estremi. Quando l’offerta riuscirà finalmente ad adeguarsi alla domanda, potremmo assistere al segnale del “Picco dell’Argento”. Molto dipenderà dall’andamento della domanda industriale di questo metallo.

Per ora, però, il mercato parla chiaro: il futuro prossimo sembra appartenere ai conduttori elettrici, non ai combustibili fossili, anche per l’andamento peculiare del rame. Ma ricordate sempre che i mercati non salgono mai in linea retta all’infinito, anzi, come salgono possono anche scendere. 


Domande e risposte

Qual è la differenza sostanziale tra le unità di misura di argento e petrolio citate nel testo?

È fondamentale notare che il confronto avviene su scale molto diverse. Il prezzo dell’argento è riferito a un’oncia troy (circa 31,1 grammi), un’unità piccola e preziosa. Il petrolio è quotato al barile (circa 159 litri), un volume decisamente ingombrante. Il fatto che un “pezzetto” d’argento costi nominalmente più di un intero barile di petrolio è un evento simbolico che evidenzia l’estrema svalutazione dell’energia fossile rispetto all’apprezzamento delle materie prime necessarie per la tecnologia e l’elettrificazione.

Perché l’argento è considerato un “metallo di nuova generazione” rispetto all’oro?

Mentre l’oro rimane il bene rifugio per eccellenza, con un valore prevalentemente monetario e di riserva, l’argento ha una doppia natura. È un asset d’investimento, ma è soprattutto un metallo industriale indispensabile. La sua conducibilità lo rende insostituibile nella transizione verde (pannelli solari) e nella rivoluzione digitale (chip per l’IA, data center, veicoli elettrici). La sua domanda è quindi legata direttamente alla crescita economica dei settori tecnologici avanzati, non solo alla paura dei mercati.

Quali sono i rischi per chi investe oggi in argento, visti i massimi storici?

Il rischio principale è la volatilità. L’articolo sottolinea che l’argento è soggetto a cicli di “boom and bust” (esplosione e crollo) molto più rapidi dell’oro. Il mercato è meno liquido, quindi basta che i grandi investitori istituzionali o industriali smettano di accumulare o decidano di prendere profitto per causare correzioni violente (come il calo dell’11% visto a ottobre). Se l’offerta mineraria dovesse aumentare per rispondere ai prezzi alti, il valore potrebbe sgonfiarsi rapidamente.

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