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L’Arabia Saudita punta ad esportare più Petrolio in Cina da Maggio

L’Arabia Saudita punta ad aumentare notevolmente l’export di petrolio in Cina a Maggio, grazie ai recenti sconti concessi sul prezzo

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Le esportazioni di petrolio greggio dall’Arabia Saudita alla Cina dovrebbero aumentare sostanzialmente il mese prossimo, grazie al consistente taglio dei prezzi operato dai sauditi, ha riferito oggi la Reuters, citando fonti non citate.

Le assegnazioni di volumi ai raffinatori cinesi rivelano che le esportazioni saudite a maggio saliranno a 48 milioni di barili dai 35,5 milioni di barili previsti per la consegna questo mese. L’Arabia Saudita ha ridotto drasticamente i prezzi ufficiali di vendita del suo petrolio in vista di un aumento della produzione previsto per il mese prossimo. Il taglio più netto è stato effettuato per il prezzo del petrolio venduto in Asia, con l’ammiraglia Arab Light che sarà più economica di 2,30 dollari al barile a maggio, con un premio di 1,20 dollari al barile rispetto al benchmark di Dubai/Oman.

Si tratta del taglio di prezzo più profondo in oltre due anni, come ha riferito la Reuters all’inizio della settimana. La mossa arriva nel contesto del crollo del prezzo del petrolio che ha fatto seguito all’annuncio del Presidente Trump di una serie di tariffe su tutti i partner commerciali, in particolare sulla Cina, che è il più grande importatore di petrolio al mondo. La Cina si è prontamente vendicata con dazi su tutte le importazioni statunitensi, compresi petrolio e gas, aumentando la pressione sui prezzi.

L’Arabia Saudita è il secondo fornitore di petrolio alla Cina dopo la Russia. Nel frattempo, le importazioni cinesi dall’Iran sono aumentate notevolmente a marzo, poiché gli importatori hanno cercato di fare scorte in vista di un possibile ulteriore inasprimento delle sanzioni statunitensi contro Teheran.

Secondo i dati di Kpler, il mese scorso il greggio iraniano ha rappresentato il 13% delle importazioni totali di greggio della Cina.

In termini assoluti, le importazioni iraniane sono salite a 1,37 milioni di barili al giorno, rispetto ai 747.000 barili giornalieri di febbraio.

D’altro canto, le esportazioni di greggio degli Stati Uniti verso il principale importatore mondiale si sono ridotte e stanno per cessare del tutto, anche per le questioni di carattere politico.

Finora, quest’anno, il greggio americano ha rappresentato solo l’1% circa delle importazioni della Cina, il primo importatore mondiale di greggio.

Ma la guerra dei dazi che il presidente americano Donald Trump ha lanciato contro la Cina all’inizio di febbraio ha dissuaso i restanti acquirenti cinesi dall’acquistare il greggio statunitense.


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