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L’Arabia compenserà il calo di produzione dell’Iran. Il prezzo del greggio non dovrebbe salire

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Gli USA picchiano duro sul blocco dell’expoort di petrolio iraniano, e le esenzioni che avevano concesso ad alcuni paesi (Taiwan Italia, Grecia, Turchia ,Cina ed India) sono scadute. In realtà per il nostro paese non cambia molto perchè avevamo sostituito le importazioni da Teheran già da tempo, ma Turchia ed Cina sono ancora grossi acquirenti della materia prima.

Comunque la produzione di petrolio iraniano è in sensibile calo:

Anche se il ministero dell’energia saudita prevede un calo nella produzione mondiale di 2,27 milioni di barili al giorno, tornando quindi al livello del luglio 2017, nello stesso tempo c’è un impegno di Riad affinchè l’esclusione dal mercato non porti a variazioni del prezzo. I precedenti tagli decisi dall’Opec avevano ridotto l’estratto giornaliero per 1,3 milioni di barili. che ora si potranno recuperare per compensare il calo della quota.

Dal punto di vista qualitativo non ci sono problemi perchè i tipi estratti in Iran hanno equivalenti nelle estrazioni in Russia  e nella Penisola arabica.

Naturalmente dietro questa disponibilità di Riad c’è da un lato la sicurezza di lucrare ottimi utili, dall’altro è un modo per riuscire a mettere in difficoltà l’avversario, politico e religioso, di sempre. Si potrebbe dire “Unire l’utile al dilettevole”. Purtroppo l’andamento della situazione in Libia ed in venezuela è molto meno prevedibile dell’Iran.

 

 


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