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L’allarme di Ford: 5.000 posti da 120.000 $ l’anno che nessuno vuole. Il paradosso del lavoro USA
L’allarme di Ford: Offre 5.000 posti da 120.000$ l’anno ma non trova meccanici. L’America scopre di aver bisogno di operai, non solo di laureati.

Mentre fior di laureati nelle costose università della Ivy League si lamenta sui social media di non trovare lavoro, c’è chi, nel mondo dell’economia reale, offre stipendi quasi doppi rispetto alla media nazionale senza trovare candidati. Non è uno scherzo, è l’allarme lanciato direttamente dall’Amministratore Delegato di Ford Motor Company, Jim Farley.
Durante un’apparizione al podcast “Office Hours: Business Edition“, Farley ha messo il dito nella piaga di un sistema che non funziona più. Ford ha 5.000 posti da meccanico aperti, pronti e disponibili, con uno stipendio da 120.000 dollari l’anno, e non riesce a coprirli.
“Siamo nei guai nel nostro paese. E non ne parliamo abbastanza”, ha dichiarato Farley, con un tono che suona come un atto d’accusa verso un intero modello di sviluppo.
Il “Disconnect” dell’economia reale
Il problema evidenziato da Farley non è un caso isolato limitato al settore automobilistico. È una voragine che sta spaccando il mercato del lavoro americano. L’economia reale, quella che produce beni e servizi tangibili, ha un disperato bisogno di competenze che il sistema formativo non fornisce più.
Farley parla di oltre un milione di posti vacanti in ruoli critici, un elenco che dovrebbe far riflettere qualsiasi pianificatore economico:
- Servizi di emergenza
- Autotrasportatori
- Operai di fabbrica
- Idraulici ed elettricisti
- Operai/artigiani specializzati (i cosiddetti tradesmen)
Il punto, come sottolinea il CEO di Ford, è che questi lavori sono tutt’altro che “lavoretti”. Sono carriere solide. “Un meccanico in una concessionaria Ford… stamattina avevamo 5.000 posti liberi. Un’officina con un ponte, attrezzi, e nessuno che ci lavori”.
Il problema non è lo stipendio, ma la competenza: “È un lavoro da 120.000 dollari all’anno, ma ci vogliono cinque anni per impararlo. Per smontare un motore diesel da un Super Duty, serve molta abilità. Devi sapere cosa stai facendo.”
La crisi delle scuole professionali
Da dove nasce questa carenza? Dalla fine della formazione professionale. “Non abbiamo scuole professionali“, martella Farley. “Non stiamo investendo nell’educare una nuova generazione di persone come mio nonno, che non aveva nulla, ma che ha costruito una vita da classe media e un futuro per la sua famiglia”.
Questo “gap” di competenze è confermato anche da Rich Garrity, membro del direttivo della National Association of Manufacturers (NAM). Garrity ha spiegato al New York Post che il problema non è solo trovare “braccia”, ma trovare le competenze giuste: “Ci mancano… set di competenze che possano connettersi alle esigenze della produzione del 21° secolo”.
Secondo Garrity, i “community college” e i programmi tecnici “spesso non sono aggiornati” rispetto alla velocità con cui si muove la tecnologia.
Il risultato è un paradosso grottesco: da un lato, una massa di laureati in discipline umanistiche o “fringe degree” (lauree marginali) che non trovano sbocchi; dall’altro, l’Ufficio di Statistica del Lavoro (BLS) che ad agosto riportava 400.000 posti di lavoro disponibili nel solo settore manifatturiero.
This is grunt work. It is beneath you. You should be talking out $200k in students loans and then getting a teller job at a bank paying $16hr. That is dignity. https://t.co/nf1k88G6Bl
— B (@B__Daily) November 15, 2025
Una (timida) inversione di tendenza
Fortunatamente, qualcuno sembra essersi accorto che la narrativa del “college a tutti i costi” stava portando il paese a un vicolo cieco. L’eccessiva enfasi sulla laurea quadriennale, spesso vista come l’unica via per il successo, sta finalmente scemando.
I dati più recenti mostrano un’impennata: nel 2024, le iscrizioni alle scuole professionali (trade school) sono aumentate del 16%, mentre la crescita delle iscrizioni ai college tradizionali è stata “negligibile”.
Lo stesso Farley ha concluso: “Per molti anni negli Stati Uniti è stato: vai a un college quadriennale e sei a posto. La realtà è che quel percorso non è necessariamente quello di una volta. Un percorso più prezioso, in molti casi, è frequentare un college tecnico o un apprendistato e iniziare a imparare competenze specifiche molto presto”.
Non per niente, oggi negli USA le migliori prospettive di carriera non arrivano dalle costose università d’élite, ma dai college professionali dove si insegnano attività pratiche come saldare, fare il meccanico o l’elettricista. È da qui, e non dai titoli altisonanti, che si sta ricostruendo la futura classe media americana.
Domande e risposte
Perché Ford non trova meccanici se paga 120.000 dollari? Perché non è un lavoro per tutti. Come ha specificato il CEO Jim Farley, richiede un altissimo livello di competenza e almeno cinque anni di formazione specifica per intervenire sui moderni motori, come i diesel dei camion “Super Duty”. Il problema non è lo stipendio, ma la drammatica carenza di tecnici specializzati, frutto di decenni in cui si è smesso di investire nelle scuole professionali a favore dei percorsi accademici tradizionali.
Qual è il “disconnect” del mercato del lavoro USA? Il “disconnect” (scollegamento) è il paradosso tra un alto numero di laureati che lamentano disoccupazione e un numero altrettanto alto di posti di lavoro (oltre un milione nei settori tecnici) che restano vacanti per mancanza di candidati qualificati. I dati mostrano 400.000 posti liberi nel manifatturiero, mentre i social sono pieni di neolaureati con competenze non richieste dall’economia reale. In sintesi, il sistema educativo sta producendo le figure sbagliate rispetto alle necessità del paese.
Il college tradizionale è diventato inutile? Non inutile, ma non è più l’unica strada né la migliore per tutti. L’idea che solo una laurea quadriennale garantisca una carriera è smentita dai fatti: le iscrizioni ai college sono stagnanti, mentre quelle alle scuole professionali sono cresciute del 16%. Lavori pratici come il saldatore o il meccanico specializzato offrono oggi stipendi e prospettive di carriera spesso superiori a quelli di molte lauree umanistiche o generiche, diventando la vera base della nuova classe media.








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