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L’ACCORO SEGRETO FRA IRAN E CINA PER RIVOLUZIONARE IL MEDIO ORIENTE. La finestra si chiude, USA, ISraele ed Arabia nell’angolo
Il Medio Oriente rischia di essere sconvolto, sei suoi tratti politici, dal sempre maggior interventismo della Cina che si è materializzato in un accordo segreto venticinquennale con l’Iran per lo sviluppo della collaborazione bilaterale fra i due paesi. Ora, pian piano, stanno emergendo i contenuti sinora rimasti molto riservati e che cambieranno profondamente il disegno dell’area in un modo che non sarà gradito né all’Occidente né ai suoi alleati.
Uno degli elementi segreti dell’accordo siglato lo scorso anno è che la Cina investirà 280 miliardi di dollari nello sviluppo dei settori petroliferi e petrolchimici iraniani. Tale importo verrà finanziato anticipatamente nel primo periodo di cinque anni dell’accordo , ma le parti potranno concordare di estenderlo ed allargarlo a scadenze sempre quinquennali. Quindi sono previsti altri 120 miliardi di dollari di investimenti, sempre incrementabili, per migliorare le infrastrutture di trasporto e di produzione dell’Iran. In cambio di ciò, per cominciare, alle società cinesi verrà data la prima opzione per fare offerte su qualsiasi progetto – nuovo, in stallo o incompleto – relativi, gas e prodotti petrolchimici in Iran. La Cina sarà inoltre in grado di acquistare tutti i prodotti petroliferi, di gas e di petrolchimici con uno sconto minimo garantito del 12% sul prezzo medio mobile a sei mesi dei prodotti comparabili di riferimento, più un altro 6-8% di quella metrica per compensi adeguati al rischio più altri sconti giù in atto, per un totale di una scontistica pari al 32%. Le condizioni di pagamento alla Cina saranno particolarmente favorevoli. Già questa parte dell’accordo è tale da spiazzare competitivamente tutti i paesi occidentali negli scambi commerciali sul mercato mondiale dei prodotti finiti, visto l’enorme sconto nelle forniture riservato a Pechino. Cumulato con altri sconti
Un’altra parte chiave dell’elemento segreto dell’accordo di 25 anni è legata al coinvolgimento totale che la Cina sarà coinvolta integralmente nella costruzione dell’infrastrutture nell”Iran centrale, in allineamento con il principale progetto multi-generazionale geopolitico della Cina, “One Belt, One Road “(OBOR). Per cominciare, la Cina intende utilizzare la manodopera attualmente a basso costo disponibile in Iran per costruire fabbriche che saranno finanziate, progettate e supervisionate da grandi aziende manifatturiere cinesi con specifiche e operazioni identiche a quelle cinesi. I prodotti finiti saranno quindi in grado di accedere ai mercati occidentali attraverso nuovi collegamenti di trasporto, anch’essi pianificati, finanziati e gestiti dalla Cina. Pratticamente Pechino si prepara la delocalizzazione in paesi a basso costo, come sta già facendo con diversi paesi africani come l’Etiopia, al fine di mantenere la dominanza globale nel settore della manifattura permettendosi una posizione di sola dirigenza delle proprie elite anche all’estero. In una prima fase già concordata la Cina interverrà elettrificando la rete ferroviaria iraniana e realizzando tratte ad alta velocità ferroviaria.
Un terzo punto emerso dell’accordo cambierà l’assetto geopolitico e militare anche in tempi strettissimi.
“La scorsa settimana, il leader supremo (Ali Khamenei) ha concordato l’estensione dell’accordo esistente per includere nuovi aspetti militari oltre quelli proposti originalmente proposti dalle figure senior nell’IRGC (la Guardia Islamica Rivoluzionaria) e dai servizi di intelligence iraniana, e ciò comporterà una completa cooperazione militare aerea e navale tra Iran e Cina, con la Russia che parteciperà in un ruolo chiave “, ha dichiarato una delle fonti iraniane.
“C’è un incontro in programma nella seconda settimana di agosto tra lo stesso gruppo iraniano e le loro controparti cinese e russa, che concorderà i dettagli rimanenti ma, a condizione che vada come previsto, quindi dal 9 novembre, bombardieri russi e cinesi, truppe ed aerei da trasporto avranno accesso illimitato alle basi aeree iraniane ” sempre secondo le stesse fonti. “Questo spostamento di interessi militari inizierà con strutture ad uso di tutte le nazioni appositamente costruite accanto agli aeroporti esistenti di Hamedan, Bandar Abbas, Chabhar e Abadan”-
I bombardieri schierati saranno presumibilmente versioni modificate in Cina dei Tupolev Tu-22M3 russi a lungo raggio, con una gamma di specifiche di produzione di 6.800 chilometri (2.410 km con armi a bordo), ed i caccia bombardieri a medio raggio Sukhoi Su-34, a cui si può aggiungere lo stealth Sukhoi-57. Alcune basi iraniane sono state già utilizzate per azioni russe in Siria.
Se veramente gli USA, l’Occidente o Israele pensano di voler contenere l’Iran hanno una finestra d’intervento che si assottiglia ogni giorno che passa. Nel frattempo l’Europa rischia di essere la vittima sacrificale, commerciale e politica, vista la sua incapacità di distaccarsi dal governo di Teheran. In Italia ricordiamo le strette amicizie fra i 5 Stelle , Dibba in testa.
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