Energia
L’accordo ventennare Iran-Russia può ridisegnare completamente i rapporti di forza nel Medio Oriente
La Guida Suprema dell’Iran, Ali Khamenei, ha dato la sua approvazione ufficiale il 18 gennaio a un nuovo accordo di cooperazione globale di 20 anni tra la Repubblica Islamica dell’Iran e la Russia, secondo una fonte energetica di alto livello in Iran e una fonte di alto livello nel complesso della sicurezza energetica dell’Unione Europea (UE).
L’accordo ventennale -“Trattato sulle basi delle relazioni reciproche e dei principi di cooperazione tra l’Iran e la Russia“- è stato presentato al suo esame l’11 dicembre 2023. Sostituirà l’accordo decennale firmato nel marzo 2001 (prorogato due volte di cinque anni) ed è stato ampliato non solo nella durata ma anche nella portata e nella scala, in particolare nei settori della difesa e dell’energia. Sotto diversi aspetti, il nuovo accordo integra elementi chiave dell’onnicomprensivo “Accordo di cooperazione globale di 25 anni Iran-Cina“.
Per quanto riguarda il settore energetico, il nuovo accordo conferisce alla Russia il primo diritto di estrazione nella sezione iraniana del Mar Caspio, compreso il giacimento potenzialmente enorme di Chalous. La più ampia area dei bacini del Caspio, che comprende sia i giacimenti onshore che quelli offshore, è stimata prudentemente in circa 48 miliardi di barili di petrolio e 292 trilioni di piedi cubi (tcf) di gas naturale in riserve accertate e probabili.
Nel 2019, la Russia ha contribuito a modificare lo status giuridico dell’area dei bacini del Caspio, riducendo la quota dell’Iran dal 50% ad appena l’11,875%. Prima della scoperta di Chalous, ciò significava che l’Iran avrebbe perso almeno 3,2 trilioni di dollari di entrate derivanti dalla perdita di valore dei prodotti energetici nell’insieme delle risorse condivise del Mar Caspio. In base alle più recenti stime di Iran e Russia relative al solo uso interno, questa cifra potrebbe essere molto più alta. In precedenza, le stime indicavano che Chalous conteneva circa 3,5 miliardi di metri cubi di gas in posto. Nuove valutazioni hanno diviso il deposito in due parti una maggiore, con 5 miliardi di mc, e una minore con circa un miliardo di mc.
Lo stesso diritto di prima estrazione per la Russia si applicherà ora anche ai principali giacimenti di petrolio e gas dell’Iran nelle province di Khorramshahr e Ilam, confinanti con l’Iraq. I giacimenti condivisi da Iran e Iraq hanno da tempo permesso a Teheran di aggirare le sanzioni in vigore contro il suo settore petrolifero chiave, in quanto è impossibile stabilire quale petrolio provenga dal lato iraniano o da quello iracheno di questi giacimenti, il che significa che l’Iran è in grado semplicemente di ribattezzare il proprio petrolio sanzionato come petrolio iracheno non sanzionato e di spedirlo dove vuole, come analizzato in dettaglio nel mio nuovo libro sul nuovo ordine del mercato petrolifero globale.
L’ex ministro del Petrolio, Bijan Zanganeh, ha evidenziato pubblicamente questa pratica quando ha dichiarato nel 2020: “Quello che esportiamo non è a nome dell’Iran. I documenti vengono cambiati in continuazione, così come le specifiche”. Un altro vantaggio dei giacimenti condivisi è che consentono effettivamente la libera circolazione del personale dalla parte iraniana a quella irachena. L’utilizzo dei principali giacimenti di petrolio e gas in Iraq è una parte fondamentale del piano di lunga data dell’Iran, pienamente sostenuto dalla Russia, di costruire un “ponte terrestre” verso la costa siriana del Mar Mediterraneo.
Ciò consentirebbe all’Iran e alla Russia di aumentare esponenzialmente la fornitura di armi nel Libano meridionale e nell’area delle Alture del Golan in Siria, da utilizzare per gli attacchi contro Israele. L’obiettivo principale di questa politica è quello di provocare un conflitto più ampio in Medio Oriente che trascinerebbe gli Stati Uniti e i loro alleati in una guerra senza via d’uscita come quella che si è vista recentemente in Iraq e in Afghanistan e che potrebbe presto verificarsi con l’intensificarsi della guerra tra Israele e Hamas.
Un accordo molto favorevole alla Russia
Il prezzo di tutti i beni industriali scambiati tra Russia e Iran, compreso l’hardware militare ed energetico, è stato formalizzato nel nuovo accordo, anche se non a favore dell’Iran. Per i beni iraniani esportati in Russia, Teheran riceverà il costo di produzione più l’8%. Tuttavia, queste vendite all’esportazione in Russia non saranno trasferite all’Iran, ma saranno trattenute come credito dalla Banca Centrale Russa (CBR). Inoltre, l’Iran riceverà un enorme ribasso sui tassi di cambio dollaro/rublo o euro/rublo utilizzati per calcolare i crediti presso la CBR.
Al contrario, per i beni russi esportati in Iran, Mosca riceverà il pagamento in anticipo rispetto alla consegna e a un tasso di cambio molto più favorevole, a vantaggio della Russia. Inoltre, il prezzo di base, prima di qualsiasi calcolo del tasso di cambio, sarà basato sul prezzo più alto che la Russia ha ricevuto nei 180 giorni precedenti per qualsiasi prodotto stia vendendo all’Iran. Dato che la Russia può contare sugli scambi con la Bielorussia, c’è da aspettarsi che questo tasso di cambio sarà particolarmente favorevole per Mosca.
I pagamenti di beni e servizi che non rientrano nella via finanziaria diretta tra le banche centrali dei due Paesi possono ora essere effettuati tramite bonifici interbancari tra le banche iraniane e russe. Quelli che coinvolgono anche il renminbi possono essere effettuati attraverso il sistema cinese CIPS (Cross-Border Interbank Payment System), l’alternativa al sistema SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunications), dominante a livello mondiale.
Una forte integrazione militare che coinvolge la Cina
In molti casi, l’espansione della cooperazione militare tra Iran e Russia è legata agli elementi del settore energetico del nuovo accordo ventennale. Sono previsti progressi nell’ammodernamento delle strutture degli aeroporti e dei porti chiave che da tempo sono stati presi di mira dalla Russia in quanto particolarmente utili per il duplice uso da parte della sua aeronautica e della sua marina, e che sono anche vicini a importanti impianti petroliferi e di gas. In cima alla lista degli aeroporti iraniani che la Russia considera i migliori per il doppio uso da parte delle sue forze aeree ci sono Hamedan, Bandar Abbas, Chabahar e Abadan, ed è opportuno notare che nell’agosto 2016 la Russia ha utilizzato la base aerea di Hamedan per lanciare attacchi contro obiettivi in Siria utilizzando sia bombardieri a lungo raggio Tupolev-22M3 che caccia d’attacco Sukhoi-34. In cima alla lista dei porti marittimi utilizzati dalla sua marina ci sono Chabahar, Bandar-e-Bushehr e Bandar Abbas. La Russia, oltre a ottenere il primo diritto di estrazione nella sezione iraniana del Mar Caspio, otterrà anche una capacità di comando congiunto sulla sezione di difesa aerospaziale settentrionale dell’area caspica iraniana.
È inoltre opportuno notare che il sistema di guerra elettronica (EW) iraniano può essere facilmente collegato al Comando Strategico Congiunto Meridionale della Russia, la 19a Brigata EW (Rassvet) vicino a Rostov-on-Don, a nord-ovest del Caspio. Questo sistema può essere collegato anche alle capacità EW della Cina, creando una grande area di cooperazione.
Queste capacità EW includono sistemi di disturbo per neutralizzare le difese aeree nella regione. Secondo una fonte senior del settore della sicurezza dell’Unione Europea tutto ciò sarà incrementato da nuovi missili che la Russia invierà all’Iran nell’ambito del nuovo accordo. Da queste fonti risulta che il personale selezionato dell’IRGC [Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche] sarà addestrato sugli ultimi aggiornamenti russi di diversi missili a corto e lungo raggio – il Kh-47M2 Kinzhal, l’Iskander M, l’RS-26 Rubezh, il BrahMos3 e l’Avangard – prima che inizi il piano per la loro produzione su licenza in Iran, con l’obiettivo che il 30% di essi rimanga in Iran e il resto venga rispedito in Russia”, ha dichiarato.
Tutto questo viene a cambiare profondamente tutta la skicurezza nel Medio Oriente e vpone delle sfide importanti sia per gli USA sia per quei paesi che hanno una tradizione non particolarmente positiva di rapporti con l’Iran, come l’Arabia Saudita e gli altri paesi sunniti.
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