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Difesa

La Von der Leyen vuole ci armiamo, e molto presto. Con chi andiamo in guerra?

Il Whitepaper per la difesa europea preparato dalla Commissione è abbastanza corposo e, soprattutto, pone un’urgenza fortissima sui programmi di riarmo. Stiamo andando in guerra? Contro chi?

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Il documento sulla difesa dell’Europa, il  “Joint White Paper for European Defence Readiness 2030”  si presenta con un perentorio “Dobbiamo Agire Ora!“. Una sorta di ordine perentorio che lascia però scoperta una domanda: Dobbiamo agire contro chi?

Perché contro chi sia necessario spendere centinaia di miliardi per la difesa resta il vero mistero buffo di questo documenti. Perché affermare che la Russia invaderà l’Europa entro dieci anni fa,, francamente, ridere. La Polonia è l’unico paese europeo con uno stretto legame con gli USA e uno dei più armati della UE. La Finlandia, ora nel blocco NATO nordico, è un osso troppo duro. L’URSS non la conquistò nel 1939, perché dovrebbe farlo ora?  Qui non si parla di un semplice aumento dei budget europei della spesa, per aggiungere qualche programma. Qui si parla di un raddoppio, per molti stati. 

Perché i cittadini portoghesi o spagnoli, irlandesi o italiani, dovrebbero investire una ricca parte delle proprie tasse per costruire un grande esercito. Per difendersi da chi ? Dal Marocco? L’Italia aveva un interesse estero: la Libia, paese indipendente, ma con un rapporto diretto con noi e che era un fornitore energetico importante. Germania, Francia e USA hanno fatto in modo di distruggerlo, e noi non abbiamo fatto nulla. Perché dovremmo investire somme enormi nella forza militare, quando non possiamo utilizzarla secondo gli interessi nazionali, ma solo secondo gli interessi di terzi, NATO o UE, che non sempre corrispondono ai nostri.

Fatta questa premessa, parliamo del contenuto dell’accordo

Il solito patto “Ambizioso”

Il whitepaper sulla difesa UE delinea un piano “ambizioso” per rafforzare la capacità di difesa europea e garantire la sicurezza dei suoi cittadini. Questo documento evidenzia l’urgenza di agire, sottolineando come decenni di sottoinvestimento abbiano indebolito la preparazione alla difesa del continente.    

Purtroppo molto spesso il termine “Ambizioso” nella UE è stato sinonimo di “Irrealistico” e “Fallimentare”.

Il Rafale, uno dei prodotti che vorrebbero vendere di più

Misure Finanziarie per una Difesa Rinforzata

Il documento prevede un aumento massiccio della spesa per la difesa europea. Per sostenere questo sforzo, la Commissione Europea propone una serie di misure finanziarie, tra cui un nuovo strumento finanziario, il Security and Action for Europe (SAFE), con una dotazione di 150 miliardi di euro.

Questo strumento sosterrà gli investimenti degli Stati membri nelle capacità di difesa europee, incentivando gli appalti comuni e la collaborazione tra gli Stati. Inoltre, la Commissione propone di attivare la clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità e crescita, per consentire agli Stati membri di sbloccare ulteriori risorse per la spesa in difesa. Si prevede che questa flessibilità possa mobilitare una spesa aggiuntiva per la difesa fino all’1,5% del PIL.  

Per dare un’idea delle dimensioni paesi come l’Italia e la Germania quasi potranno raddoppiare la spesa militare senza problemi, la Spagna più che raddoppiarlo, e tutti potrebbero facilmente

I finanziamenti saranno destinati a colmare le lacune critiche nelle capacità di difesa, identificate come prioritarie dagli Stati membri. Le aree prioritarie includono la difesa aerea e missilistica, i sistemi di artiglieria, le munizioni e i missili, i droni e i sistemi anti-droni, la mobilità militare, l’intelligenza artificiale, il quantum, il cyber e la guerra elettronica, e gli abilitatori strategici e la protezione delle infrastrutture critiche. Un’attenzione particolare è rivolta al sostegno all’Ucraina, con iniziative per la fornitura di munizioni, sistemi di difesa aerea, droni e addestramento militare, nonché il supporto all’industria della difesa ucraina.  

Chi è incluso e chi è escluso dall’iniziativa? Questo è uno dei punti cruciali. Ovviamente ne fanno parte i paesi UE. Quindi sono inclusi i paesi con cui la UE ha degli accordi di cooperazione militare-tecnologica, come Albania, Montenegro, Svizzera, Norvegia, ma anche Corea del Sud e Giappone. Il Regno Unito è per ora escluso, ma sta discutendo degli accordi e potrebbe rientravi presto.

Restano fuori Canada, Turchia e , soprattutto, USA. Quindi progetti cooperativi con gli americani dovrebbero venirne esclusi. Ad esempio non si potrà finanziare l’acquisto di missili Patriot o di F-35. Che succederà ai programmi che comprendono il Regno Unito, come Eurofighter e GCAP?

GCAP in vesrione italiana

Il piano sembra scritto per Germania e Francia, perché noi abbiamo molte collaborazioni con paesi che non fanno parte della UE, come con i programmi GCAP (il problema in questo caso è il Regno Unito) o F-35 (programma americano con accordi di assemblaggio in Italia).

SAMP/T italiano

La turca Baykar ha comprato Piaggio Aerospace e ora costituirà una Joint Venture con  Leonardo per la produzione di droni, quindi dovrebbe essere coperta, ma molti progetti non lo saranno. Al contrario il programma copre già perfettamente sia il Rafale sia il futuro carro franco-tedesco, così come quello franco italiano. Sono coperti anche i missili Aster e SAMP/T, ma Ater richiede una profonda revisione per arrivare all’efficienza delle versioni più moderne del missile Standard.
C’è da costruire tutta una difesa aerospaziale, in cui solo Italia e Francia sono presenti e attive.
Cosa faremo poi di tutte queste armi?

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