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La voce del padrone

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“La manipolazione consapevole e intelligente delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica, coloro i quali padroneggiano questo dispositivo sociale costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il Paese. Noi siamo in gran parte governati da uomini di cui ignoriamo tutto, ma che sono in grado di plasmare la nostra mentalità, orientare i nostri gusti, suggerirci cosa pensare”.

Queste parole non sono state scritte da un blogger cospirazionista nell’anno di grazia 2020. Sono state scritte, nel 1928, più o meno un secolo fa, da colui che il magazine “Life” ha inserito tra i cento americani più influenti del Novecento. Parliamo di Edward Bernays, nipote di Sigmund Freud, e probabilmente da reputarsi l’inventore delle “pubbliche relazioni” dell’era moderna. Ovverossia, dell’arte di condizionare e “pascolare”, attraverso mirate e “scientifiche” campagne di stampa, il sentimento e le intenzioni del grande pubblico. Insomma, non possiamo dire non essere stati avvertiti per tempo.

Bernays è anche uno dei componenti del Creel Committee (Commettee on Public Information) istituito nel 1917 – più di un secolo fa – dal Governo U.S.A. per “convincere” gli americani ad appoggiare l’intervento a stelle e strisce nel primo conflitto mondiale. Se siete interessati a capire come funziona il “sistema Bernays” non avete che da leggere il suo straordinario libello di circa cento pagine da cui è tratta la citazione di cui sopra: “Propaganda”. Questo testo è imprescindibile per comprendere da dove veniamo, dove ci troviamo e dove stiamo andando.

Ed è vieppiù decisivo ove si consideri che – del Creel Committee – faceva parte anche uno dei “fondatori” della ideologia neoliberista da cui nasce l’Unione europea. Di più: su cui è stato letteralmente “ricalcato” l’ordinamento giuridico dei trattati europei. Si chiama proprio “Colloquio Lippmann” il convegno di Parigi del 1938 in cui furono messe le basi ideologiche di quella dottrina anti-keynesiana da cui trae linfa vitale il sistema giuridico-economico attuale.

Quello basato sulla de-sovranizzazione degli Stati e sulla esaltazione del Mercato, della competitività, e della preminenza assoluta degli “agenti economici”, delle “authority indipendenti” e dei “poteri finanziari” sulle prerogative dello Stato. Questo per capire come, in qualche modo, “tutto si tenga”. Ciò che sta accadendo a causa del Covid non è dovuto (solo) a un caotico dispiegarsi di eventi disordinati. Idem dicasi per tutto quanto è accaduto prima, a far data grosso modo dai primi anni Ottanta e fino ad oggi.

È dovuto (anche e soprattutto) a un’agenda dei lavori meticolosa e a un piano programmatico di lunghissima gittata di cui Bernays e Lippmann sono stati due dei principali precursori. Esso si fonda su due pilastri. Primo: la sterilizzazione di ogni forma di ingerenza delle masse sulla “governance” dei processi economici (monetari, in primis). E ciò a beneficio della prepotente preponderanza di un apparato di veri e propri “Stati non statali”: le corporation transnazionali del business energetico, chimico, militare, farmaceutico e mediatico. Secondo: il controllo della stampa e dei media di massa da parte dell’apparato di cui sopra e la fine del concetto stesso di “stampa indipendente”.

Infatti, l’unica informazione indipendente può essere quella “pura”: nata per informare e basta e non “posseduta” da colossi dell’apparato. Oggi,  i media mainstream sono l’esatto contrario. Quindi, viviamo letteralmente intossicati – e cioè “formati” più che “informati” – dalla voce del padrone. Ed è proprio per questo (Bernays e Lippmann insegnano) che la più parte di noi finisce irrimediabilmente per ascoltare quella voce. E per votare quel padrone.

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com


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