Attualità
La via europea verso la servitù del lavoro e la povertà: le untile indicazioni della Commissione sarebbero da rivoluzione
Immaginatevi se negli anni settanta del secolo scorso un governo avesse affermato che intendeva contenere l’inflazione comprimendo il più possibile il potere d’acquisto degli operai favorendo un’immigrazione illegale. Sicuramente non sarebbe finita bene, se non con una rivoluzione, con delle manifestazioni che sarebbero sfociate nella violenza.
Oggi, con la solita nonchalance, come parte delle proprie raccomandazioni primaverili, le “Letterine”, la Commissione consiglia ai singoli stati di NON adeguare gli stipendi all’inflazione. Come ottenere questo risultato? Con una facilitazione della regolarizzazione dei migranti e del loro lavoro, regolari o meno che siano. Quindi l’affare proposta dalla commissione è: tutti i lavoratori devono essere oggettivamente più poveri, perché il loro potere d’acquisto viene a calare molto fortemente.
Tra l’altro buona parte di queste persone sono i profughi ucraini fuggiti per la guerra, che si dà quindi per scontato non potranno mai tornare a casa. Allora a che serve l’invio di armi?
La Commissione quindi si pone a tutela di una ristretta classe di privilegiati e condanna alla povertà tutti gli altri lavoratori europei, utilizzando una tattica antichissima, che, ufficialmente, risale alla fine dell’Impero Romano e che in passato non ha mai portato bene: si importano lavoratori per abbassare i costi del lavoro, perfino quello servile, e aumentare la resa dei latifondisti. I romani lo fecero con i Goti e finì molto male. Però la Commissione ignora, anzi disprezza, la Storia europea. Sono disposti a qualsiasi brutalità economica e sociale pur di giungere ai loro obiettivi: la tutela degli interessi di una piccola minoranza che si ritiene “Eletta”, superiore alle leggi degli uomini e della natura (vedi quello che stanno combinando con il Green Deal), contro quelli della maggioranza democratica degli europei.
Questa è veramente l’ultima trincea della libertà personale e collettiva dei cittadini europei, e l’ultima possibilità per salvare una parvenza di benessere anche per i più disagiati, i non privilegiati. Sarebbe necessario opporsi energicamente a ogni politica voluta da questa Commissione, a partire dalla fiducia al Governo Draghi sul decreto “Competitività”: un cattivo prodotto del governo voluto solo per compiacere i padroni di Bruxelles e scritto per tassare gli Italia (Catasto) e espropriarli dei loro beni (direttiva Bolkenstein) Se questo significa rinunciare ai debiti del PNRR, impiegati in cose improduttive, inutile e per ingrassare i soliti consulenti, tanto meglio. Perché il motto è sempre e solo uno: tutto ciò che arriva dalla Commissione, non eletta in modo democratico, è male e non può essere diversamente. La cosa ironica è che chi appoggia queste politiche repressive, come il PD, poi si dice pure “Di sinistra”.
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