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La UE contro l’OMS: si al libero accesso dei cittadini americani vaccinati

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La prima generazione di vaccini, anche se non copre contro le varianti che si stanno diffondendo, comunque fa sperare in un ritorno alla normalità dei viaggi e, soprattutto, la gente ha voglia di tornare a qualche forma di vita normale.

Con molti Stati membri dell’UE che cercano disperatamente di rilanciare il traffico turistico, il New York Times ieri sera ha pubblicato l’ultimo di una serie di rapporti che delineano i piani europei di utilizzare i “passaporti dei vaccini” per cercare di rafforzare la loro base imponibile prendendo precauzioni sufficienti per placare le paure di un’altra ondata di COVID-19.

Citando un’intervista con il capo della Commissione europea Ursula Von Der Leyen, il NYT ha riferito che l’Europa prevede di consentire ai turisti americani che sono stati completamente vaccinati di visitare l’UE durante l’estate. Il messaggio era inequivocabile: l’intervista doveva essere letta come uno striscione di “bentornato” per gli americani ansiosi di viaggiare nel vecchio continente. Von der Leyen ha citato i “colloqui avanzati” tra le autorità di regolamentazione statunitensi ed europee come uno dei tanti motivi per cui l’Europa si sente giustificata a lanciare “passaporti vaccinali” (sebbene il rapporto del NYT abbia evitato in particolare quella lingua).

Discussioni tecniche sono in corso per diverse settimane tra i funzionari dell’Unione europea e degli Stati Uniti su come rendere praticamente e tecnologicamente i certificati di vaccino da ogni luogo ampiamente leggibili in modo che i cittadini possano usarli per viaggiare senza restrizioni.

Queste discussioni continuano, hanno detto i funzionari di Bruxelles, ed è possibile che una soluzione a bassa tecnologia venga utilizzata nel prossimo futuro per consentire alle persone di viaggiare liberamente sulla base della vaccinazione. Ad esempio, un viaggiatore in Europa potrebbe ottenere un Certificato “Green pass” europeo, basato però sul vaccino,  all’arrivo dopo aver esibito un certificato in buona fede rilasciato dal proprio governo.

La speranza, hanno detto i funzionari, è che questo passaggio non sia presto necessario poiché i certificati di vaccinazione rilasciati dal governo emessi da governi stranieri sarebbero accettabili e leggibili nell’Unione europea e viceversa.

La stessa Unione Europea ha avviato il processo di fornitura ai propri cittadini di “certificati verdi digitali”, che indicheranno se il viaggiatore è stato vaccinato contro il Covid-19; si è ripreso dalla malattia negli ultimi mesi; o è risultato negativo al virus negli ultimi giorni. Gli europei potranno utilizzarli per viaggiare senza ulteriori restrizioni, almeno in linea di principio, all’interno del blocco di 27 nazioni.

tutto bellissimo ? Non proprio, perchè si intravedono già dei bei problemi:

  • uno di comunicazione, perchè la Commissione, internamente, con il Green Pass Digitale, si era impegnata a NON emettere un passaporto vaccinale;
  • uno oggettivo perché l’OMS che aveva specificamente chiesto di NON emettere dei passaporti vaccinali , che si sarebbero automaticamente ritorti contro le nazioni più povere, anche perché i vaccini di prima generazione non danno certezza sulla possibilità d’impedire la trasmissione dell’infezione;

Come spesso accade la Von Der Leyen e la sua commissione si sono mossi in modo completamente incurante delle raccomandazioni di prudenza degli organi internazionali e di diverse parti politiche. Sicuramente questo articolo infiammerà la discussione con l’OMS, e non solo.


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