La Turchia lancia il proprio “Iron Dome”, si chiamerà “Steel Dome”

La  Turchia ha annunciato oggi che sta costruendo un proprio sistema di difesa stratificato ad alta tecnologia, denominato Steel Dome (Çelik Kubbe in turco), per competere con l’Iron Dome di Israele e offrire un’alternativa al crescente mercato della difesa aerea in Medio Oriente.

L'”ombrello di sicurezza” di Steel Dome è un sistema di difesa aerea incentrato sulla rete e dotato di funzioni di intelligenza artificiale, che dovrebbe proteggere l’intero spazio aereo turco da minacce “a bassissima quota e ad altissima quota” e “a cortissimo raggio e a lungo raggio”, secondo una dichiarazione rilasciata dalla Presidenza delle Industrie della Difesa (SSB) del governo. Quindi, come Iron Dome, si presenta come un sistema multistrato e multiarma.

La “cupola d’acciaio”, invece che di “ferro” come quella israeliana,  è stata sviluppata dalle aziende turche Aselsan, Roketsan, SAGE e Mechanical and Chemical Industry Corporation (MKE) e coordinata dalla Presidenza delle Industrie della Difesa, secondo quanto dichiarato dal CEO di Aselsan Ahmet Akyol.

“La cupola d’acciaio, che possiamo definire un “sistema di sistemi”, eliminerà ogni tipo di minaccia nel nostro spazio aereo a tutte le altitudini e a tutte le distanze. Aggiungerà forza alle nostre eroiche Forze Armate”, ha scritto Akyol mercoledì su X.

👨‍💻Adım adım geliştirdiğimiz teknolojilerle oluşturduğumuz ‘Çelik Kubbe’ konseptimiz, devletimizin çelik iradesini de arkasına aldı.👊
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🚀’Sistemler sistemi’ diyebileceğimiz Çelik Kubbe, tüm irtifa ve menzillerde, hava sahamızdaki her türlü tehdidi bertaraf edecek. Kahraman… pic.twitter.com/wsIv5bOelU

— Ahmet Akyol (@Ahmet_AKYOL82) August 7, 2024

Il famoso Iron Dome israeliano è in realtà solo uno dei tre strati di difesa aerea; gli altri sono il sistema di difesa ad alta quota Arrow e il David’s Sling a medio raggio. L’esperto di difesa turco Can Kasapoglu ha dichiarato a Breaking Defense che la Cupola d’Acciaio è un’architettura stratificata di difesa aerea e missilistica aumentata da sistemi di guerra elettronica. quindi viene a essere strutturalmente diversa dall’Iron Dome e, soprattutto, integra tutte le difese aree.

“Si tratta di un’architettura difensiva olistica con tutti i sensori e i migliori tiratori”, ha detto Kasapoglu, senior fellow dell’Hudson Institute, “non di un singolo sistema d’arma”.

Kasapoglu ha aggiunto che lo sviluppo di questa difesa missilistica stratificata avviene “alla luce dell’aumento di pacchetti d’attacco misti composti da droni e missili di ogni tipo”. La guerra russo-ucraina è stata una fonte di incubazione per tali CONOPS (Concept of Operations) di attacco”.

Una rappresentazione grafica del sistema, pubblicata da Akyol su X, mostra diversi sistemi di difesa aerea che potrebbero far parte di Steel Dome, tra cui HiSAR, SiPER e GURZ collegati attraverso il sistema di gestione dei collegamenti radar RADNET e controllati dal sistema di comando e controllo HAKiM Air. Il grafico suggerisce anche che il sistema sarà collegato al satellite attraverso il T-link sviluppato localmente.

Il sistema dovrebbe anche contrastare i droni con il jammer iHTAR, il laser GOHBERK e il jammer e il laser ALKA. Aselsan non ha risposto a una richiesta di ulteriori commenti al momento della pubblicazione. Questo però viene a segnare una certa evoluzione rispetto a molti sistemi antiaerei tradizionali. 

Questo annuncio giunge mentre il Medio Oriente soffre di conflitti tra l’Iran e i suoi alleati da una parte e Israele dall’altra, durante i quali la difesa missilistica si è dimostrata un elemento indispensabile per proteggere i civili e i beni nazionali. Il 13 aprile scorso, ad esempio, l’Iran ha lanciato una raffica di 300 missili e droni verso Israele, ma la maggior parte di essi è stata intercettata dalle difese aeree statunitensi, israeliane e giordane, con scarsi danni.

Mentre Iron Dome è operativo da decenni e ha aggiunto capacità di contrasto ai droni negli ultimi conflitti, Steel Dome è solo un concetto operativo che deve ancora essere testato, verificato e reso operativo. Ma se queste fasi saranno completate con successo, potrebbe attirare l’interesse di molti Paesi arabi e del Golfo che cercano di proteggere il loro spazio aereo da diverse minacce.