Difesa

La svolta di Trump sull’Ucraina? Più che un’inversione a U, un magistrale “lavarsi le mani”

La clamorosa svolta di Trump sull’Ucraina nasconde una trappola per l’Europa. Ecco cosa significano realmente le sue parole e perché, più che un aiuto a Zelensky, rappresentano un astuto disimpegno americano.

Pubblicato

il

A prima vista, sembra una di quelle inversioni a U che solo Donald Trump sa regalare alla politica internazionale. Un colpo di scena degno dei suoi standard imprevedibili, arrivato dopo mesi in cui aveva suggerito che l’Ucraina avrebbe dovuto rassegnarsi a cedere territori per arrivare alla pace. Invece, dal palco delle Nazioni Unite, arriva la dichiarazione che ha fatto il giro del mondo.

Dopo un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, Trump ha scritto sulla sua piattaforma Truth Social:

“Credo che l’Ucraina, con il sostegno dell’Unione Europea, sia in grado di combattere e VINCERE tutta l’Ucraina nella sua forma originale. Con tempo, pazienza e il sostegno finanziario dell’Europa e, in particolare, della NATO, i confini originali da cui è iniziata questa guerra sono un’opzione molto concreta.”

 

Parole che hanno scatenato i titoli dei giornali: “L’Asse di Donald Trumo con Kiev“, “Giravolta di Trump“. Ma siamo sicuri che sia davvero così? Chi legge tra le righe, come spesso è necessario fare con Trump, intravede uno scenario ben diverso. Più che un abbraccio a Kyiv, sembra un elegante, quasi geniale, scarico di responsabilità sull’Europa.

Non un cambio di rotta, ma un cambio di cavallo

La realtà è che Trump è un uomo d’affari prestato alla politica, impressionato dalla forza e dai vincenti, e deluso dai perdenti. La sua retorica è cambiata non per una folgorazione sulla via di Damasco, ma perché i fatti sul campo lo hanno lasciato poco impressionato dalla performance russa. La Russia, ai suoi occhi, si è rivelata quella che ha definito una “tigre di carta”, incapace di sconfiggere un avversario molto più piccolo. Perché, parliamoci chiaro, la guerra va avanti da più di tre anni,  e negli utlimi due con cambiamenti di fronte minimi. Si festeggia la conquista di una casa, di una fila di alberi, di un villaggio, il tutto con costi umani altissimi.

Ma è la conclusione del suo messaggio a svelare il vero gioco. Dopo aver augurato il meglio a entrambi i Paesi, aggiunge:

“Continueremo a fornire armi alla NATO affinché la NATO ne faccia ciò che vuole. Buona fortuna a tutti!”

Analizziamo questa frase, che è il vero cuore del messaggio:

  • “Continueremo a fornire armi alla NATO…”: Non all’Ucraina direttamente. L’impegno americano si limita a rifornire l’arsenale degli alleati. Un’operazione commerciale e strategica, non un assegno in bianco a Zelensky.
  • “…affinché la NATO ne faccia ciò che vuole.”: Ecco il punto chiave. La palla, e quindi la responsabilità decisionale, strategica e finanziaria, viene passata interamente al Vecchio Continente. L’America fa il fornitore, l’Europa si prenda i rischi e i costi.
  • “Buona fortuna a tutti!”: Un commiato quasi sprezzante, che suona più come un “vedetevela voi” che come un “siamo al vostro fianco fino alla fine”.

Più che una promessa di un nuovo e rinvigorito sostegno, le parole di Trump assomigliano a un disimpegno strategico. Dopo aver tentato, con scarsi risultati, di porsi come mediatore, ha imparato una dura lezione: le guerre sono complesse e costose da gestire. E allora, quale mossa migliore se non delegare il problema a quell’Europa che da anni critica per non spendere abbastanza in difesa?

Trump non sta diventando il paladino dell’Ucraina. Sta dicendo all’Europa: “Avete voluto la guerra dura contro la Russia? Bene, ora gestitevela, in bocca al lupo. Io vi vendo le armi, ma la festa la pagate voi”. Un capolavoro di pragmatismo trumpiano che trasforma un potenziale pantano politico in un’opportunità per riaffermare il suo motto: America First. E, possibilmente, per vendere qualche armamento in più, facendolo pagare agli alleati, sino al loro esaurimento. Se vogliono combattere fino all’ultimo uomo, lo facciano pure.

Domande & Risposte

1) Perché Trump avrebbe fatto questa dichiarazione proprio ora?

La dichiarazione arriva in un momento strategico. Da un lato, la debolezza militare mostrata dalla Russia rende meno rischioso appoggiare verbalmente una vittoria ucraina. Dall’altro, permette a Trump di posizionarsi come colui che “responsabilizza” gli alleati europei, un tema a lui caro. Scaricando il peso della gestione del conflitto sulla NATO e sull’UE, si libera le mani da un dossier complicato, presentandosi agli elettori americani come il presidente che mette fine al ruolo degli USA come “poliziotto del mondo” e che fa pagare gli altri per la loro sicurezza.

2) Cosa significa concretamente questo per il futuro sostegno all’Ucraina?

Significa che il sostegno potrebbe diventare più condizionato e meno diretto da parte degli Stati Uniti. Se finora Washington ha avuto un ruolo di guida quasi assoluta, le parole di Trump prefigurano un futuro in cui gli USA agiscono più da “arsenale della democrazia” (vendendo armi agli alleati) che da leader politico-militare del fronte pro-Kyiv. L’onere della spesa diretta, delle sanzioni e della strategia a lungo termine ricadrebbe sempre di più sulle spalle dell’Unione Europea, mettendone alla prova la coesione e le capacità finanziarie.

3) Questa posizione di Trump è una buona o una cattiva notizia per l’Europa?

È una notizia a doppio taglio. Da un lato, è una sonora sveglia che costringe l’Europa a prendere finalmente sul serio la propria autonomia strategica e a investire nella difesa comune, come richiesto da tempo. Dall’altro, è una sfida enorme. L’UE dovrebbe gestire un conflitto ai suoi confini con un partner americano più distante e orientato al profitto, rischiando di dover sostenere costi economici e sociali altissimi senza la garanzia incondizionata che ha caratterizzato l’alleanza transatlantica fino ad oggi. Potrebbe accelerare la maturità geopolitica europea o esporne tutte le debolezze.

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento

Annulla risposta

Exit mobile version