Euro crisis
La strategia di Tsipras anti austerità: prendere il giro la Germania con il fine di farsi buttare fuori dall’Euro. Il resto verrà di conseguenza
Eh si, diciamolo: Tsipras sta facendo un lavoro tanto egregio quanto dirompente nell’esaurire la pazienza tedesca, le appositamente assurde ed assolutamente inconcludenti “contromisure” greche – una vera presa in giro, fatta apposta – stanno mettendo a serio rischio la salute psichica di Schauble, che schiuma rabbia. Tsipras ha capito che un debito oltre al 140% del PIL espresso in euro è assolutamente impossibile da pagare e quindi vuole che le sia abbonato, la Germania dice chiaramente di no in quanto l’Italia potrebbe richiedere immediatamente lo stesso, avendolo il Belpaese per altro contratto soprattutto in lire e non in Euro (…). Ciò per altro dimostra che sono state le ricette austere appioppate alla Grecia a causarne il disastro, il debito invece di scendere dal 2009 è salito dal 140% al 175%!!!! [vedete le previsioni passate della stessa commissione EU, come si poteva pensare che la Grecia si salvasse? Gli economisti, quelli dell’FMI e dell’EU, sono una razza che visti i risultati conseguiti sarebbe bene si estinguesse…].
E questo ci sta portando all’epilogo più volte paventato da questo blog, da anni ormai: la Germania non può permettersi un Grexit, o meglio non può permettersi che i periferici (soprattutto quelli che competono nelle esportazioni con le aziende teutoniche) possano fare lo stesso. A differenza di 5 anni fa oggi il mondo può invece permettersi un Grexit, a partire dagli USA: nel 2011 il maverick di Arcore capita l’antifona eurotedesca destinata a schiacciare il Paese minacciò l’uscita dall’euro svelando il piano al Presidente Napolitano il quale, invece di fare gruppo nell’interesse del Paese [lo giudicherà la Storia], deliberatamente affossò il nostro primo ministro. Come sia andata a finire lo sappiamo. A differenza di oggi, ai tempi il sistema economico mondiale era fragile, con una ripresa (in USA) solo agli albori mentre la Germania era ancora in piena crisi. Ai nostri giorni invece gli USA sono in forma ma stanno iniziando a decadere economicamente a causa proprio della medicina suggerita all’Europa: rigore e tassi a zero della BCE, a ruota il QE e di conserva un dollaro fortissimo essendo la valuta europea diventata la funding currency globale. Ci sono quindi le condizioni per gli USA di cambiare registro a causa di una competitività delle proprie imprese in crollo verticale. Tale crollo impatterà sui consumi, dunque recessione americana etc etc. Alla fine il pragmatismo USA sarà tenuto a forzare la mano sul Grexit di turno.
O meglio non sul Grexit specificatamente ma sulla rottura dell’euro. Il motivo è oltremodo semplice: affossare il primo esportatore mondiale attraverso il trucco della rottura dell’euro, in tale contesto di assenza dei deboli periferici nella compagine della moneta unica il nuovo marco diventerà la nuova moneta da far rivalutare e dunque fracassando l’economia tedesca. E quindi facendo rifiatare quella USA con un dollaro conseguentemente indebolito, in tale contesto l’obiettivo speculativo della finanza globale smetterebbe di essere la rivalutazione del dollaro spostandosi sulla valuta tedesca.
Ecco perché la Grecia e Tsipras sono “coperti” nella loro sfida all’Europa austera, servirano agli interessi USA a breve. Ecco perché non verrà permesso dagli USA un golpe in Grecia. Questo non significa che non ci sarà ma se dovesse accadere la frattura tra USA e Germania si consumerebbe definitivamente arrivando di fatto alla stessa conclusione, un confronto USA-Germania [fatti salvi “errori” nella partita con la Russia, che in ogni caso verranno corretti dai prossimi governi USA, penso e spero Repubblicani…].
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Oggi Tsipras sta facendo quanto deve essere fatto ossia dimostrare con la sua immane presa in giro sulle contromisure volute dall’EU che la Germania non può permettersi né di mollare sull’austerity né di permettere ai periferici di uscire dalla moneta unica, ne va dell’interesse economico tedesco, del proprio dispari benessere acquisito negli ultimi 6 anni a danno degli altri paesi EU esclusa Olanda ed in parte Finlandia. Da vedere il debito accumulato dai periferici negli ultimi 8 anni a seguito delle politiche euroaustere…
L’uscita della Grecia è solo questione di tempo, una volta compiuto il fatidico passo all’Europa centrale non resterà che fare di tutto per dimostrare che è stata una fesseria ateniese, che le conseguenze di tale infausto passo saranno negative per la cittadinanza ellenica. E questo solo per scoraggiare altri a fare lo stesso! All’uopo, aspettiamoci un’inondazione di notizie false, questo è certo. La verità è che, se da una parte è vero che la Grecia è costretta all’exit a causa di un mix politico/strutturale/macroeconomico, dall’altra non potrà trarne un grande sollievo in quanto non ha aziende nazionali forti in grado di fare concorrenza ai prodotti tedeschi nell’export. L’effetto collaterale immediato sarà che la Germania spingerà per escludere Atene dai circuiti finanziari europei, esacerbando la crisi ellenica. Qualcosa di simile all’embargo attuato dagli USA all’Iran per capirci.
La ritorsione tedesca non funzionerà. Quello che manca alla Germania è il tempo: per deragliare una Grecia divenuta orgogliosa – e che quindi non vuol più ragionare – ce ne vuole molto anche perché inevitabilmente si innescherà lato ellenico un percorso autarchico che renderà il paese poco incline a contatti economici con l’estero. Poi ci saranno i paesi cristiani, che certamente non asseconderanno una ritorsione con implicazioni di disastro umanitario. Poi la Russia, con la comune fede ortodossa. Insomma, una partita aperta. E molto complessa…
Spero che gli italiani/oti capiscano che i greci stanno aprendo la strada per una futura uscita dal’euro anche del Belpaese e dei periferici in generale, sebbene all’inizio la cosa ci verrà inevitabilmente dipinta come una perdita di denaro per i contribuenti, ossia i prestiti dati greci. Mi auguro che invece di arrabbiarsi con Tsipras i periferici facciano fronte comune contro il paese che ha voluto arrivare alle estreme – ed austere – conseguenze in questa sfida in cui a perderci sono solo i cittadini più umili. E per propri ed esclusivi interessi economici. Come al solito…
Mitt Dolcino
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