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Politica

La Strategia di Trump dietro le nomine dei Fedelissimi, anche controversi, nei posti chiave del Governo

Trump ha fatto delle nomine molto forti, fra cui quella di Gaez e della Gabbard, che potrebbero avere dei problemi nella loro conferma da parte del Senato USA. Però queste nomine potrebbero essere parte di una strategia

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Il Presidente Trump si è immediatamente messo in moto con una serie di nomine governative. Bisogna dire che il suo disegno è chiaro: invece che usare il bilancino politico ha scelto tutte persone che sono di sua stretta fiducia o che si sono messe in gioco politicamente e in modo diretto a suo favoro. Al contrario di tanti politici italiani, che si piegano ai diktat, Trump ha premiato chi si è dimostrato fedele ed ha competenze dirette nelle varie materie.

Il problema è che non tutte le nomine dipendono esclusivamente da lui. Alcune devono essere confermate dal Senato. Qui iniziano i problemi perché alcune figure, come quella di Matt Gaetz e quella, fresca di ieri sera, di Robert Kennedy Junior, sicuramente susciteranno polemiche  in Senato. Gaetz, estremamente aggressivo e definito “Un Troll a livello di DIo”, ad esempio ha già contro 10 senatori moderati, in un Senato in cui i voti sono 53 per i Repubblicani 47 per i Democratici. La sua nomina asembrerebbe impossibile.

Altre figure sono meno controverse, o sono nominate esclusivamente dal Presidente (esempio Musk), ma per quelle con nomina senatoriale potrebbero esserci dei problemi. Però per ogni problema ci sono una o più soluzioni.

Le nomine problematiche

La Costituzione degli Stati Uniti prevede che il Senato approvi una serie di nomine presidenziali, tra cui ambasciatori e giudici della Corte Suprema. Il processo inizia con le audizioni dei candidati da parte delle commissioni competenti per il dipartimento governativo.

Dopo una serie di controlli, la commissione vota se accettare o respingere il candidato. Segue una votazione in tutto il Senato, che richiede la maggioranza semplice dei senatori per approvare il candidato.

Solo un piccolo numero di nomine è stato respinto dal Senato, di solito perché i candidati si ritirano prima del voto finale se la sconfitta sembra inevitabile. Trump, nella sua precedente presidenza,  ha visto ritirarsi le sue prime nomine a segretario alla Difesa, Patrick Shanahan, e a segretario al Lavoro, Andrew Puzder.

La corsa attuale è incredibilmente serrata: Gaetz, Hegseth e Gabbard hanno bisogno di almeno 50 senatori per essere confermati, il che significa che possono permettersi di perdere l’appoggio di soli tre repubblicani. Il Senato è attualmente controllato da 53 repubblicani, contro 47 democratici.

Come abbiamo detto Gaetz ha contro una decina di senatori. Tra l’altro Gaetz è sotto inciesta da parte del comitato etico della Camera dei Rappresentati per una serie di fatti, dall’uso di droghe all’abuso di fondi per la campagna elettorale, tutti problemi che si chiuderebbero nel caso di nomina.

Alcuni  repubblicani hanno descritto la nomina di Gaetz come una distrazione per consentire a Trump di scegliere un altro candidato controverso, ma più accettabile, in un secondo momento.

In passato, la signora Gabbard è stata anche oggetto di aspre critiche da parte dei repubblicani per i suoi post sui social media contenenti narrazioni a favore del Cremlino. È stata bollata come “traditrice” e accusata di “ripetere a pappagallo la falsa propaganda russa”. Ora le cose si sono però molto più placate anche perché la posizione di Trump, e quindi dei repubblicani, è molto meno filo Ucraina.

La strategia segreta di Trump

Trump potrebbe avere una strategia nella manica per far passare le sue nomine senza alcun controllo da parte del senato.

Il presidente eletto ha chiesto che il prossimo leader della maggioranza del Senato consenta di effettuare nomine in sospeso, il che gli permetterebbe di insediare unilateralmente i membri della sua squadra di vertice.

Il potere di effettuare nomine in sospeso risale all’epoca dei viaggi a cavallo, quando il Senato era spesso fuori gioco per mesi a causa del tempo necessario per spostarsi all’interno del Paese, ed è previsto dall’art II sezione 2 della Costituzione americana, che recita: 

Il Presidente ha il potere di occupare tutti i posti vacanti che possono verificarsi durante la pausa del Senato, conferendo incarichi che scadranno alla fine della sessione successiva.

Ovviamente questo articolo era stato scritto quando il Senato si riuniva una o due volte l’anno, ma è ancora valito.

Secondo il Congressional Research Service, George W. Bush ha effettuato 171 nomine in sospensione, Bill Clinton ne ha fatte 139 e Barack Obama ne ha fatte almeno 32.

Questa tattica controversa, che di solito suscita accuse di eccesso di potere, non è stata utilizzata né da Trump né da Biden.

Nel 2014, la Corte Suprema si è pronunciata contro alcune nomine di Obama, giudicandole incostituzionali, ma la possibilità esiste, soprattutto dà comunque la possibilità al nominato di entrare in azione e di operare, per lo meno per un certo tempo.

Avrebbero moltissimo da  fare: Gaetz potrebbe rendere pubblici e mettere sotto processo i funzionari del Dipertimento di Giustizia e dell’FBI che hanno lanciato la controversa inchiesta sui documenti riservati portati a Mar-a-Lago e che hanno portato alla perquisizione della casa di Trump in modi estremamente violenti. Inoltre potrebbero indagare sul 6 gennairo 2020 e sul ruolo dell’FBI sulla vicenda.

La Gabbard potrebbe iniziare a indagare seriamente sul “Russiagate” e su chi era dietro al tentativo di creare un falso caso Russia nel 2016. Questo sarebbe molto interessante, perché alzerebbe degli altarini anche italiani.

Ovviamente nei vari dipartimenti stanno già tremando.

Una mossa diversiva

Le nomine più provocatorie però potrebbero anche essere una mossa diversiva con un triplice scopo:

  • dimostrare ai suoi collaboratori che comunque lui rispetta gli impegni, a ogni costo;
  • far uscire in pubblico gli ultimo RINO, repubblicani solo nel nome, per poi abbandonarli nelle elezioni di Mid term, se non addirittura indicarli alla base elettorale prima delle prossime primarie;
  • far facilmente accettare le seconde proposte

Tra l’altro queste figure un po’ controverse potrebbero benissimo svolgere la propria funzione di “Spazzini della palude” anche da altre posizioni operative che non richiedono la conferma del Senato. Comunque si preparano tempi interessanti.


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