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La Sterlina crolla e si avvia alla parità verso il dollaro. La Truss non ha convinto, o nessuno può fare nulla contro il Super Dollaro
La sterlina ha esteso le perdite per la seconda sessione fino a toccare un nuovo minimo storico di 1,06 dollari, dopo essere scesa del 5% a un certo punto fino a circa 1,0327 dollari durante le ore di contrattazione asiatiche, mentre il ministro delle Finanze britannico ha dichiarato durante il fine settimana che ci sarà “da fare molto di più” sui tagli fiscali.
Venerdì scorso, il nuovo governo ha annunciato un piano volto a rilanciare la crescita che comprende diversi tagli fiscali, tra cui la cancellazione del previsto aumento dell’imposta sulle società al 25%, mantenendola al 19%, e che costerà complessivamente 45 miliardi di sterline entro il 2026-27. L’annuncio non è stato gradito dagli investitori e ai trader, con come risultato un calo del 5% fino a un certo punto durante le ore di trading asiatiche.
Il timore degli investitori pare che fosse legato alla possibilità di nuovo debito legato alle promesse di bilancio leggero della Tuss. Nuovo debito adesso, con i tassi di interesse crescenti, può significare una spirale del debito difficile da controllare, con rischi inflazionistici legati alla monetizzazione del debito stesso. Evidentemente non ci sarebbe fiducia nella capacità della Tuss, vista anche la fragilità attuale dei Conservatori e la prodondità della crisi economica, di controllare adeguatamente il deficit di bilancio.
Oppure, monto più semplicemente, il dollaro è troppo forte e schiaccia qualsiasi valuta, dalla Yen, allo Yuan, all’Euro alla Sterlina. Se il Super-Dollaro si rivaluta rispetto a valute di paesi forti, possiamo immaginare quello che può fare a paesi in via di sviluppo e non allienati, e infatti sappiamo che diversi paesi sud americani hanno dei forti problemi. Questo è un momento veramente molto difficile per chi si è indebitato in valuta USA
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