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La soluzione autostrade? La più costosa per gli italiani

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La soluzione trovata dal governo per “Togliere” le concessioni dalle mani di Atlantia e della famiglia Benetton mi lascia, francamente, molto perplesso: alla fine la compagine attualmente al controllo di ASPI viene praticamente premiata con un acquisto parziale delle proprie partecipazioni e quindi con la possibilità di vendere le restanti a tempo debito ,quando ASPI tornerà in borsa diventando una Public Company. Non propriamente un trattamento duro e disumano per Atlantia ed i Benetton ed una soluzione che, sinceramente, rischia di essere la più costosa per i cittadini italiani, e non solo per l’immediato acquisto della partecipazione.

I momenti di esborso saranno due: l’acquisto da Atlantia , ancora da definire, della maggioranza di ASPI, e la successiva definizione delle tariffe applicate dalla successiva società a controllo pubblico. Sinceramente è questa seconda parte a preoccupare di più, perchè le esperienze precedenti sono assolutamente negative.

Prendiamo un esempio di società pubblico privata con maggioranza in mano al pubblico : ACEA SpA. Questa società ha una maggioranza saldamente pubblica, con un 52% in mano al pubblico, il Comune di Roma, un paio di azionisti di riferimento, anche tecnici, come Suez e Caltagirone, ed una quota sul mercato:

Fra i servizi che vengono concessi da ACEA ai cittadini romani e di tante altre città c’è il “Servizio Idrico”, cioè la gestione della fornitura e delle infrastrutture idriche della Capitale e delle aree circostanti.

Questo ramo d’azienda viene gestito sotto forma di MONOPOLIO da parte di ACEA. Il servizio idrico è un Monopolio Naturale: non avete due rubinetti che vi portano l’acqua da due società diverse, come non avete due autostrade parallele di due società diverse. Un monopolio naturale dovrebbe essere gestito da un ente pubblico, e sottolineo ente, non società che lascia trasparire la possibilità di soci privati, esattamente come accade in ACEA. Valutiamo il reddito operativo lordo e netto del ramo d’azienda Idrico

Come vedete il margine lordo operativo dell’area idrico in monopolio è enorme, ed è molto superiore al quello dell’Acea nel suo complesso, che è pari solo al 34%. Quindi in un settore industriale in monopolio naturale una società pubblico privata si comporta, normalmente, in modo assolutamente rapace.

Questo accade per tre motivi:

  • se ACEA fosse completamente privata avremmo un contrasto di interessi con il pubblico ed il Comune di Roma nella funzione di tutela dei cittadini che, essendo azionista, invece non riesce a svolgere;
  • anzi il Comune, forte del fatto di dover garantire la “Giusta remunerazione del mercato” riesce ad ottenere una tassazione ingiusta e non concordata elettoralmente coi cittadini;
  • il socio privato, ancorchè in minoranza, viene quindi a godere di extra utili garantiti dall’avere un partner pubblico.

Lo stesso succederebbe con una ASPI controllata dal pubblico, ma quotata e con soci privati: il mercato diventerebbe l’alibi per garantire un’entrata fiscale extra allo stato, praticamente senza controllo, per un’esazione fiscale mascherata da utili. I monopoli naturali devono essere gestiti da pubblico, ma con criteri pubblicistici di copertura dei costi e degli investimenti, non come strumento per una tassazione nascosta. Se poi volessimo essere cattivi potremmo far notare che il Movimento Cinque Stelle è alla guida sia di ACEA sia del futuro ASPI semi-pubblico, come han capito  a loro spese, i cittadini romani, proprio recentemente ben ripuliti dalle super-bollette.


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