Difesa
La Serbia ha usato armi soniche per disperdere i manifestanti?
Durante le proteste di massa a Belgrado sarebbe stata usata un’arma sonica per disperdere la folla. 500 serbi hanno firmato una petizione per conoscere la verità

Si intensificano le pressioni sul governo serbo in seguito alle segnalazioni relative all’uso, da parte delle forze di sicurezza, dell’uso di una presunta arma sonica proibita contro una folla pacifica durante una manifestazione anticorruzione.
Oltre mezzo milione di persone hanno firmato una petizione che richiede un’indagine indipendente, con nuove riprese video che alimentano le crescenti speculazioni sulle tattiche di dispersione utilizzate durante la manifestazione del 15 marzo nella capitale Belgrado, a cui hanno partecipato decine di migliaia di persone.
Nelle riprese video, si vedono i manifestanti alzare in silenzio i loro telefoni cellulari illuminati, quando improvvisamente si sente un suono sibilante e la folla inizia a fuggire in preda al panico. Il presunto utilizzo dell’arma sonica sarebbe avvenuto durante un periodo di silenzio di 15 minuti per onorare le vittime del disastro di Novi Sad, quando un baldacchino di cemento in una stazione ferroviaria crollò, uccidendo 16 persone. Una serie di manifestazioni da parte di studenti e oppositori del governo hanno fatto seguito alla tragedia di novembre, che molti serbi attribuiscono alla corruzione e alla cattiva gestione.
Le armi soniche, illegali in Serbia, emettono onde sonore che possono scatenare effetti fisici e psicologici, tra cui vertigini, forti mal di testa, forte dolore all’orecchio, disorientamento, rottura del timpano o persino danni uditivi irreversibili. Il presidente populista serbo, Aleksandar Vucic, ha respinto le accuse di utilizzo di un’arma sonica durante la protesta pacifica definendole “menzogne e invenzioni”. Ecco un vido che mostra l’effetto di queste armi su dei volontari:
Ilic Sunderic, presente alla manifestazione, ha raccontato che era “tranquillo e pacifico, poi abbiamo sentito qualcosa che non riuscivamo a vedere… come un suono che rotolava verso di noi”. Era, ha detto, “un suono sommesso che durava solo 2-3 secondi ma molto insolito e molto spaventoso, come un suono infernale”. “Vado alle proteste da 30 anni, ma non ho mai sentito niente di simile”, ha aggiunto.
Centinaia di altre persone hanno offerto racconti simili al suo, e i funzionari hanno rilasciato smentite spesso contraddittorie, spingendo a chiedere risposte per spiegare cosa abbia causato l’improvvisa agitazione, se non un dispositivo sonico.
Le immagini della protesta di Belgrado mostrano quello che sembra essere un LRAD 450XL, il cui produttore californiano, Genasys, anche se non ci sono prove di un suo effettivo utilizzo. Il ministro dell’Interno serbo, Ivica Dacic, ha affermato che le foto mostravano nient’altro che “altoparlanti” disponibili anche su eBay. I dispositivi rettangolari, acquistati da un fornitore statunitense nel 2021, servono a emettere avvertimenti alla folla in caso di gravi problemi, ha detto.
“La polizia serba non ha mai utilizzato, incluso il 15 marzo, alcun dispositivo illegale o non consentito che non sia previsto dalla legge, incluso il dispositivo noto come cannone sonoro”, ha dichiarato il signor Dacic. “La polizia utilizza solo dispositivi sonori per gli avvertimenti.”
Proteste di massa contro la corruzione
Le proteste in Serbia sono state innescate da una serie di eventi, tra cui la tragedia di Novi Sad, che ha portato a un’ondata di indignazione pubblica per la corruzione e la cattiva gestione della cosa pubblica.
I manifestanti chiedono giustizia per le vittime e un’indagine approfondita sulle cause del crollo di una struttura della stazione ferroviaria locale, avvenuto a novembre, e che ha causato 16 morti. Più in generale, le proteste riflettono un malcontento più ampio nei confronti del governo e delle sue politiche, con accuse di autoritarismo, repressione della libertà di stampa e corruzione dilagante. La richiesta di un’indagine sull’uso delle armi soniche si inserisce in questo contesto di crescente sfiducia nei confronti delle istituzioni e di richiesta di trasparenza e responsabilità.
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