Attualità
La Russia valuta il blocco dell’export di carburanti
La Russia sta nuovamente rilanciando la possibilità di vietare tutte le esportazioni di prodotti derivati dal petrolio al fine di stabilizzare la volatilità dei prezzi dei carburanti nel paese, secondo quanto affermato venerdì dall’agenzia di stampa russa TASS.
In alternativa, la Russia potrebbe aumentare i dazi sulle esportazioni di prodotti petroliferi a 250 dollari la tonnellata. Questo dazio sarà rimborsato per quelle aziende che raggiungono la quota di fornitura di carburante al mercato interno russo. Per le altre questo significherebbe un oggettivo divieto di esportazione.
Un divieto sulle esportazioni di prodotti dalla Russia, anche se temporaneo, comprimerebbe ancora di più le forniture di diesel in Europa. Sebbene l’Europa abbia vietato l’importazione di prodotti raffinati di origine russa a partire da febbraio, ha semplicemente cambiato i tipi di carburante commerciabili, con la Russia che ha aumentato le sue esportazioni di prodotti raffinati del 50% su base annua a partire dal primo trimestre aumentando le spedizioni verso l’Africa. Quello che ora arriva in Europa è semplicemente il carburante che prima andava in Africa e che è stato sostituito da quello russo. Una banale triangolazione che non ha cambiato la quantità di carbutante disponibile sul mercato.
La notizia arriva proprio mentre l’impianto di raffinazione di Astrakhan, proprietà Gazprom, ha ripreso la produzione di benzina dopo i lavori di manutenzione. Il ministro dell’Energia russo Nikolai Shulginov ha dichiarato all’inizio di questa settimana che un certo numero di raffinerie di petrolio avrebbero dovuto essere rimesse in funzione dopo i lavori di manutenzione – Astrakhan è solo una di queste. La fine dei lavori di manutenzione sulle raffinerie potrebbe contribuire notevolmente ad alleviare la crisi di carburante interno della Russia e potrebbe annullare la necessità di un divieto sulle esportazioni del paese.
La Russia sta prendendo in considerazione un divieto di esportazione di carburante da maggio, nel tentativo di scongiurare la carenza di carburante interno e frenare i prezzi dopo aver annunciato un dimezzamento dei sussidi alle raffinerie di petrolio che inizierà questo mese per mantenere più soldi nelle casse del governo per finanziare le sue operazioni militari. in Ucraina.
Nonostante la crisi interna del carburante, le raffinerie di petrolio russe hanno aumentato i tassi di lavorazione del greggio nella prima metà del mese scorso in vista dei tagli ai sussidi. La Russia ha anche affermato che prevede di ridurre le esportazioni di diesel dai porti occidentali di un quarto questo mese mentre continua la manutenzione stagionale degli impianti di raffinazione.
Questa notizia mette in allarme l’Europa occidentale che rischia un aumento dei prezzi del gasolio e della benzina in un momento di alta tensione, tranne che non vengano trovate altre fonti di rifornimento.
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