Attualità
La Russia brucia il gas piuttosto che mandarlo in Germania
La Russia sta bruciando gas naturale presso l’impianto di Portovaya, vicino al confine con la Finlandia, riducendo drasticamente i flussi di gas verso la Germania attraverso il gasdotto Nord Stream, secondo un’analisi di Rystad Energy condivisa venerdì con BBC News.
L’impianto a nord-ovest di San Pietroburgo sta bruciando circa 10 milioni di dollari di gas naturale al giorno, gas che altrimenti sarebbe andato in Germania.
L’impianto di Portovaya è vicino all’omonima stazione di compressione da cui parte il percorso del Nord Stream verso la Germania. Da giugno, la Russia ha ridotto significativamente i flussi attraverso Nord Stream, prima al 40% della capacità del gasdotto e poi ad appena il 20% della capacità di Nord Stream dopo un periodo di manutenzione regolare di dieci giorni terminato il 22 luglio.
Allo stesso tempo, analisti, residenti e immagini satellitari hanno rilevato e visto un aumento del calore proveniente dall’impianto di Portovaya. I ricercatori hanno dichiarato alla BBC di ritenere che l’aumento del calore proveniente dall’impianto sia il risultato del gas flaring, cioè della combustione del gas eccedente. Questa gas liberato nell’aria senza bruciare sarebbe pericoloso per eventuali esplosioni e per l’ambiente.
“Non hanno altri posti dove vendere il gas, quindi devono bruciarlo”, ha detto l’ambasciatore tedesco nel Regno Unito, a BBC News, commentando la possibile ragione del significativo aumento del flaring.
Secondo la dottoressa Jessica McCarty, esperta di dati satellitari dell’Università di Miami in Ohio, “a partire da giugno abbiamo assistito a un picco enorme, che non è più andato via. È rimasto molto alto in modo anomalo”, ha dichiarato a BBC News.
Nel frattempo, i prezzi del gas in Europa hanno toccato nuovi record questa settimana dopo che la Gazprom russa ha dichiarato la scorsa settimana che avrebbe interrotto per tre giorni tutte le forniture attraverso Nord Stream alla Germania. Il motivo della sospensione di tre giorni dei flussi di gas attraverso il gasdotto sarebbe dovuto a lavori di manutenzione alla stazione di compressione del gas Trent 60, che sarebbero stati eseguiti con Siemens, secondo Gazprom.
Appare evidente che mentre chi ha il gas può permettersi di bruciarlo, chi non lo ha non lo può generare dal nulla, soprattutto senza modificare le normative interne relative all’estrazione. La scommessa russa si rivela ogni giorno sempre più vincente, soprattutto perché dall’altra parte non esiste nessuna strategia, ma sono un gruppo di anatre stordite.
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