Seguici su

CinaEconomiaGermania

La resa dei conti: Pechino conquista l’auto tedesca un ibrido alla volta

La Germania in ginocchio: i dati commerciali con la Cina mostrano una “colonizzazione” del settore auto, con l’Europa che scambia l’oro per gli ibridi cinesi.

Pubblicato

il

C’è un confine sottile tra l’interdipendenza economica, la dipendenza strategica e la colonizzazione industriale , e la Germania, cuore industriale d’Europa, sembra averlo attraversato. I dati recenti sul commercio con la Cina non raccontano una semplice storia di squilibri, ma mostrano una parabola di “colonizzazione” economica silenziosa. Quello che fino a poco tempo fa era il simbolo della potenza manifatturiera tedesca, l’industria automobilistica, sta cedendo il passo, pezzo dopo pezzo, a un’avanzata cinese tanto inarrestabile quanto lucida.

Non si tratta più solo di una questione di quote di mercato, ma di un vero e proprio ribaltamento di ruoli, con l’Europa che, da venditore di tecnologia, si scopre un acquirente vorace di prodotti finiti e componenti essenziali. Mentre le auto tedesche fanno fatica a trovare un mercato in Cina, il mercato tedesco è sempre più colonizzato da componentistica finita cinese.

I numeri di un’invasione silenziosa

Per capire la portata del fenomeno, basta guardare i numeri. La locomotiva tedesca non solo arranca, ma sembra aver cambiato completamente la propria merce di scambio, in un quadro di rapporti commerciali che rasenta il surreale.

  • Il deficit commerciale esplode: Nei primi otto mesi del 2025, il deficit della Germania con la Cina è schizzato del 142,8%, raggiungendo i 17,4 miliardi di dollari USA. Un segnale inequivocabile di un rapporto che non è più in equilibrio, ma il mercato tedesco è pura terra di conquista per Pechino.
  • L’auto non è più il “Made in Germany”: Le esportazioni tedesche di auto a combustione in Cina sono crollate del 43,9% in nove mesi. L’auto, un tempo fiore all’occhiello del commercio teutonico, ha ceduto il primo posto a un bene commodity, non industriale: l’oro grezzo, sicuramente non un prodotto tecnologico.
  • La filiera si sgretola: Il declino non riguarda solo l’auto finita, ma l’intera catena del valore. Le esportazioni di componenti per auto Made in Germany  sono diminuite del 32,3%, quelle di trasmissioni automatiche del 12,9% e i macchinari industriali, altro caposaldo tedesco, hanno segnato un calo del 16,2%.

La risposta cinese: ibridi e batterie

Mentre l’export tedesco indietreggia, l’offensiva cinese si fa più aggressiva e strategica. Pechino, consapevole dei dazi imposti sulle auto completamente elettriche, ha scommesso (e vinto) sul segmento dei veicoli ibridi plug-in (PHEV), inondando il mercato europeo con prodotti dal costo competitivo e con un’autonomia rassicurante per i consumatori.

  • Boom degli ibridi: Le spedizioni cinesi di PHEV verso l’UE sono aumentate del 439,4% in valore, raggiungendo i 2,8 miliardi di dollari, eludendo di fatto le barriere tariffarie. Con il trucco della doppia alimentazione Pechino ha ingannato la UE, o meglio la UE si è lasciata ingannare. Del resto Filippo II di Macedonia diceva che “Nessuna fortezza è inespugnabile, purché un asino carico d’oro possa raggiungerla“.
  • Dipendenza dalle batterie: Parallelamente, l’Europa è sempre più legata alle forniture cinesi per le batterie agli ioni di litio, con le importazioni salite del 36,6%. La Germania, in particolare, ha importato batterie per oltre 9 miliardi di dollari, rendendo Pechino un partner indispensabile per la sua stessa transizione energetica.

L’Europa si trova ora in un momento cruciale, divisa tra le dichiarazioni roboanti di difendere la propria industria e una realtà commerciale che mostra un’inversione di tendenza sempre più marcata.

L’obiettivo dichiarato di “fare in Europa le auto del futuro” sembra scontrarsi con la preferenza dei consumatori per i prodotti cinesi e con la capacità di Pechino di adattare la sua strategia in modo fulmineo, mentre i produttori europei sono soffocati da una burocrazia asfissiante e da richieste governativie assurde. Con queste regole la partita , appena iniziata, è già persa. .

Parti auto Made in China

Domande e Risposte (Q&A)

  1. Cosa si intende con “colonizzazione” del settore auto tedesco? Il termine, seppur forte, descrive la rapida acquisizione di quote di mercato e influenza da parte della Cina nel settore automobilistico tedesco ed europeo. Non si tratta di una dominazione territoriale, ma economica e industriale. La Germania, tradizionalmente leader, sta diventando un importatore di veicoli e componenti cinesi, minando la propria catena del valore e la sovranità tecnologica nel settore.
  2. Perché i veicoli ibridi plug-in (PHEV) sono diventati il punto di forza della Cina? La Cina ha sfruttato una lacuna nelle politiche commerciali europee. I dazi anti-sovvenzione sono stati imposti sui veicoli 100% elettrici, ma non sui PHEV. Gli esportatori cinesi si sono rapidamente riorganizzati per produrre ed esportare questi modelli, conquistando il mercato europeo con veicoli che offrono una soluzione “intermedia” attraente per i consumatori, aggirando le barriere economiche dell’UE.
  3. Qual è il rischio a lungo termine per l’industria tedesca? Il rischio più grande è perdere la leadership tecnologica e manifatturiera. Se la Germania continua a importare sempre più veicoli e componenti cinesi, le sue stesse aziende potrebbero diventare semplici assemblatori o perdere competitività in settori chiave come la produzione di batterie e motori elettrici. Ciò potrebbe portare a una perdita di posti di lavoro qualificati, a una maggiore dipendenza economica e a un indebolimento complessivo della sua economia.
E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento