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La politica dell'”ammuina fiscale” del governo Draghi. Mancette portate via dalle tasse e dalle spese…

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Il governo Draghi si è preso la grana di una riforma fiscale che alla fine, aveva come principale obiettivo, per ora mancato, quello di tassare maggiormente gli immobili con una revisione del catasto. Per il resto le decisioni attuali del governo sembrano quelle del classico governo italiano, con l’aggiunta di un pizzico di creatività tipica dei governi che affrontano l’ostacolo fiscale:

PERCHE’ 200 EURO A TUTTI? Il governo ha deciso un “Bonus generale” di 200 euro in primis a tutti i lavoratori, ed ora a tutti, disoccupati e pensionati compresi. Una mancia di 200 euro per 28 milioni di italiani. Che senso hanno? 200 euro non sono neanche una nuova bolletta bimestrale di luce e gas per buona parte delle famiglie italiane. Invece si buttano via 5,6 miliardi di euro. Non sarebbe stato meglio, ad esempio, concentrarlo in investimenti energetici, come la riattivazione della produzione nazionale o, tramite ENI, investimenti in paesi sicuri dove attivare fonti energetiche? Invece si dà una mancetta a tutti. Si fa sentire l’anno elettorale?

TORNANO GLI INCENTIVI AUTO, PER UN SETTORE CHE NON C’E’ PIU’:  Tornano i bonus rottamazione. Per l’esattezza, 650 milioni di euro l’anno per il triennio 2022/2024. Per le auto euro 6 sono previsti contributi fino a tremila euro, più altri duemila euro in caso di eventuale rottamazione di un altro veicolo di classe inferiore all’Euro 5. Incentivi simili, anche se ristretti, per le moto. Bene bravi bis, bisogna avere auto che consumano meno, e che incentiveranno un settore in cui di italiano non è rimasto quasi nulla. Saranno le Major estere o con sede fiscale nei paradisi, a goderne.

UNA MANO DA’, L’ALTRA TOGLIE. Brutte notizie per chi abita nei capoluoghi di provincia in dissesto. Questi capoluoghi potranno sottoscrivere un piano di rientro con lo stato, con la previsione di una rateazione nel pagamento del debito, ma purché vengano a  “deliberare l’incremento dell’addizionale comunale all’IRPEF, in deroga al limite previsto» dalla legge, in misura non inferiore allo 0,2%. Dopo Napoli, Reggio Calabria, Palermo e Torino anche le città di Salerno, Chieti, Potenza, Rieti, Vibo Valentia, Lecce, Catanzaro, Andria, Alessandria, Avellino, Agrigento, Frosinone, Brindisi e Nuoro potranno sottoscrivere questi accordi di rientro con lo stato, facendo sicuramente pagare più tasse ai propri cittadini. Il governo con una mano dà, e con l’altra prende.

Poi altre “Mancette”: bonus di 60 euro per gli abbonamenti ai mezzi pubblici di studenti e lavoratori, mancetta di 20 milioni per il settore agricolo, letteralmente pochi euro ad azienda, e riduzione del fondo per le aziende colpite dalla guerra da 200 a 130 milioni. Quisquillie, pinzillacchere, di un governo che ormai si avvia ad essere “balneare”. Peggio che negli anni settanta, quando gli investimenti si facevano sul serio.

 


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