Attualità
La PBOC abbassa ancora il tasso di rifinanziamento, nel tentativo di rilanciare il credito
La banca centrale cinese, nel tentativo di rilanciare l’economia, ha abbassato il 19 settembre il costo di prestito dei reverse repo a 14 giorni dal 2,25% al 2,15%. Reverse repo significa che le banche commerciali vendono a quella centrale, a termine, titoli di debito (solitamente titoli di stato o della amministrazioni locali) ottenendo liquidità che dovrà essere restituita alla scadenza dell’operazione, il tutto pagando un interesso . La banca centrale ha ripreso le operazioni a 14 giorni per la prima volta dalla fine di gennaio, iniettando 10 miliardi di CNY tramite pronti contro termine a 14 giorni. Allo stesso tempo, la PBoC ha iniettato anche 2 miliardi di CNY tramite reverse repo a sette giorni, mantenendo il tasso invariato al 2%. Senza alcuna scadenza di reverse repo, la PBOC ha iniettato un importo netto di 12 miliardi di CNY attraverso gli strumenti di liquidità a breve termine. La banca centrale ha dichiarato che la mossa mira a mantenere una liquidità ragionevole e sufficiente del sistema bancario alla fine del trimestre.
Se osserviamo l’operazione in una prospettiva più lunga osserviamo quanto i tassi sui Repo a termine siano bassi.
Il tentativo è di fornire alle banche la liquidità necessaria per sostenere i programmi di investimento nel settore immobiliare pubblico e privato, soprattutto verso le province che poi emettono i titoli oggetto delle operazioni li repo. Si cerca di portare il cavallo a bere, ma il risultato è anche un indebolimento ulteriore dello Yuan, che ormai viaggia stabilmente sopra i 7 Yuan per Dollaro. Se questa situazione può apparire come un rilancio della capacità commerciali cinesi, dall’altro è anche pericoloso perché può condurre all’importazione dell’inflazione dall’esterno. Recentemente, per evitare aumenti dei prezzi, la Cina è stata costretta a rilasciare parte delle proprie “Riserve strategiche di carne di maiale”..
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