Attualità
La Pandemia ha portato alla fine della Scienza. Le tristi parole di Ioannidis
La maggior vittima della Pandemia globale è la scienza, o almeno il metodo scientifico come tradizionalmente inteso, quello che ha permesso qualche secolo di avanzamento tecnologico e la creazione di un diffuso benessere. A dirlo non siamo noi, ma il professor John Ioannidis, che insegna medicina a Stanford, indice h 217 e noto per aver pubblicato un paper in cui criticava, dal punto di vista scientifico, l’efficacia dei lockdown decisi dai governi.
Le parole di Ioannidis sono molto chiare:
Un problema con questo nuovo impegno di massa con la scienza è che la maggior parte delle persone, inclusa la maggior parte delle persone in Occidente, non è mai stata seriamente esposta alle norme fondamentali del metodo scientifico. Le norme mertoniane del comunitarismo, dell’universalismo, del disinteresse e dello scetticismo organizzato purtroppo non sono mai state mainstream nell’istruzione, nei media e nemmeno nei musei della scienza e nei documentari televisivi su argomenti scientifici.
La scienza è basata sullo scetticismo, sul “Non credere” a nulla che non venga provato, o non sia comprovabile, da ogni scienziato. Questo sistema non può funzionare nei mass media moderni che non sono in grado di gestire una discussione democratica normale, ma che agiscono solo come bollettini del potere da cui sono direttamente (come in Italia) o indirettamente foraggiati.
La ricerca onesta e continuo e l’esplorazione di percorsi alternativi sono indispensabili per una buona scienza. Nella versione autoritaria (al contrario di quella partecipativa) della salute pubblica, queste attività erano viste come tradimento e diserzione. La narrativa dominante è diventata che “siamo in guerra”. In guerra, tutti devono eseguire gli ordini. Se a un plotone viene ordinato di andare a destra e alcuni soldati cercano di andare a sinistra, vengono fucilati come disertori. Lo scetticismo scientifico doveva essere eliminato, senza fare domande. Gli ordini erano chiari.
La politica attuale non tollera discussione, quindi non si può cercare delle alternative, anche migliori, al piano che viene implementato dal punto di vista politico. Però la vera scienza è una ricerca di alternative, quindi deve essere eliminata.
La politica ha avuto un’influenza deleteria sulla scienza pandemica. Tutto ciò che qualsiasi scienziato apolitico ha detto o scritto potrebbe essere usato come arma per programmi politici. Legare interventi di salute pubblica come maschere e vaccini a una fazione, politica o meno, soddisfa coloro che sono devoti a quella fazione, ma fa infuriare la fazione avversaria. Questo processo mina la più ampia adozione necessaria affinché tali interventi siano efficaci. La politica travestita da salute pubblica non ha ferito solo la scienza. Ha anche abbattuto la salute pubblica partecipativa in cui le persone sono autorizzate, piuttosto che obbligate e umiliate.
Uno scienziato non può e non deve cercare di modificare i suoi dati e le sue inferenze sulla base dell’attuale dottrina dei partiti politici o della lettura del giorno del termometro dei social media. In un ambiente in cui le tradizionali divisioni politiche tra sinistra e destra non sembrano più avere molto senso, i dati, le frasi e le interpretazioni vengono estrapolati dal contesto e trasformati in armi. Lo stesso scienziato apolitico potrebbe essere attaccato da commentatori di sinistra in un luogo e da commentatori di destra in un altro. Molti scienziati eccellenti hanno dovuto tacere se stessi in questo caos. La loro autocensura è stata una grave perdita per le indagini scientifiche e lo sforzo per la salute pubblica. I miei eroi sono i molti scienziati ben intenzionati che sono stati abusati, diffamati e minacciati durante la pandemia. Li rispetto tutti e soffro per quello che hanno passato, indipendentemente dal fatto che le loro posizioni scientifiche siano d’accordo o in disaccordo con le mie. Soffro e apprezzo ancora di più coloro le cui posizioni erano in disaccordo con le mie.
La gestione della pandemia fatta dalla cattiva politica, quella autoritaria, a-democratica o antidemocratica, quella in America degli Ordini Esecutivi e in Italia del DPCM o dei DL, non solo ha danneggiato l’immagine del potere nella popolazione, ma ha anche distrutto la stessa scienza che non può esistere con posizioni apodittiche. Lo scienziato, non è, di suo, un eroe: minacciato dalla politica si autocensura, ma questo distrugge la ricerca scientifica stessa, quindi la base della società moderna e del nostro benessere.
In economia avevamo visto questi processi già da tempo in tema monetario, dove non era possibile mettere in discussione le decisioni prese in passato, ancorché evidentemente sbagliate, lo abbiamo visto in climatologia, dove evidenze scientifiche che passano il vaglio di tribunali vengono ignorate a favore di Greta, lo vediamo ora nella medicina.
Finiamo con questa frase: ogni riferimento agli esperti dei talk show italiani è casuale..
I social e i media mainstream hanno contribuito a creare questa nuova generazione di esperti. Chiunque non fosse un epidemiologo o uno specialista in politiche sanitarie potrebbe essere improvvisamente citato come epidemiologo o specialista in politiche sanitarie da giornalisti che spesso sapevano poco di quei campi ma sapevano immediatamente quali opinioni erano vere.
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