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La nuova “politica industriale” USA: plutonio delle testate nucleari per alimentare l’Intelligenza Artificiale

Per alimentare la sete di energia dell’IA, l’amministrazione USA offre 19 tonnellate di plutonio militare. La startup Ok, sostenuta da Sam Altman di OpenAI, è in prima linea per l’acquisto

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L’amministrazione Trump, non nuova a mosse decise per la “valorizzazione” degli asset federali, sembra aver trovato un nuovo modo di fare cassa, o meglio, di risolvere un problema strategico. Dopo un ritorno alla Casa Bianca segnato dalla messa in vendita di centinaia di proprietà federali e dalla concessione di vasti terreni pubblici per attività estrattive, ora l’attenzione si sposta su un materiale decisamente più… sensibile.

Secondo quanto riportato dal Financial Times, Washington sta offrendo alle aziende private l’accesso al plutonio proveniente dall’arsenale di missili nucleari americani risalenti alla Guerra Fredda e smanellati nei vari processi di riduzione dell’armamento nucleare.

Il Dipartimento dell’Energia (DOE) ha recentemente lanciato un bando per le parti interessate, mettendo a disposizione fino a 19 tonnellate metriche di plutonio “weapons-grade” (arricchito per scopi militari). Un materiale che, per decenni, è stato il pilastro della deterrenza nucleare statunitense.

Anello in plutonio

L’asse AI-Nucleare: Sam Altman e la startup Oklo

Chi può essere interessato a comprare plutonio militare dismesso, radioattivo e tossico? La risposta non risiede nel (fortunatamente) asfittico mercato della deterrenza privata, ma nel settore più energivoro del momento: l’Intelligenza Artificiale.

Una delle aziende che, secondo le anticipazioni, beneficerà di questo programma è Oklo, una startup specializzata in reattori nucleari avanzati , AMR o meglio AMR. Il dettaglio interessante è che Oklo è stata presieduta ed è tuttora sostenuta da Sam Altman, il CEO di OpenAI.

Non è un mistero che l’industria tecnologica, e in particolare l’IA, stia generando uno “shock della domanda” energetica senza precedenti. Per soddisfare questa fame di elettricità, l’amministrazione Trump ha abbracciato con forza l’energia nucleare.

Oklo, infatti, fa già parte di un programma pilota del DOE, lanciato a ottobre, volto ad accelerare i test e l’approvazione di reattori sperimentali, con procedure presumibilmente più snelle.

Un problema di “supply chain”

La mossa, per quanto possa apparire bizzarra, risponde a una logica di politica industriale molto chiara. Attualmente, il settore nucleare americano ha un punto debole strategico: dipende quasi interamente dalle importazioni estere di uranio.

In quest’ottica, “svendere” le vecchie testate nucleari diventa una soluzione tampone (uno stopgap, direbbero gli analisti) per alimentare i nuovi reattori, in attesa che i produttori nazionali di uranio riescano a organizzare una filiera interna.

Oklo ha progettato e vuole realizzare dei reattori modulari  raffreddati a metallo liquido in grado di utilizzare i cosiddetti “Neutroni veloci”, cioè non moderati dall’acqua o da un altro elemento rallentante. I reattori veloci sono in grado di operare con il plutonio arricchito, e,  per questo motivo, Oklo è la soluzione ideale per smaltire questo materiale altrimenti molto pericoloso.

 

Preoccupazioni e (ironici) effetti collaterali

La decisione, come prevedibile, sta scatenando l’ansia della comunità scientifica. Edwin Lyman, un fisico della Union of Concerned Scientists, ha espresso al FT la sua preoccupazione: “Se ci fossero adulti nella stanza e potessi fidarmi del governo federale per imporre gli standard giusti, non sarebbe una grande preoccupazione, ma semplicemente non sembra fattibile”. L’approccio “rilassato” allo sviluppo nucleare, insomma, allarma chi si occupa di sicurezza.

C’è, tuttavia, un affascinante effetto collaterale in tutta questa vicenda, che non mancherà di far discutere. Utilizzare il plutonio delle testate per alimentare i data center di Sam Altman potrebbe avere la conseguenza, forse involontaria, di ridurre la capacità bellica degli Stati Uniti e la loro possibilità di minacciare i rivali con l’obliterazione nucleare.

Un disarmo attuato non per idealismo pacifista, ma per far girare più velocemente i modelli di IA. Un segno dei tempi.

Reattore a piombo liquido a neutroni veloci

Domande e risposte

Perché le aziende di Intelligenza Artificiale hanno bisogno di plutonio militare?

Non lo usano direttamente, ma la fame di energia dell’IA è immensa. I data center richiedono quantità di elettricità che le reti attuali faticano a fornire. Per questo, startup come Oklo (sostenuta dal capo di OpenAI, Sam Altman) stanno sviluppando piccoli reattori nucleari avanzati per alimentare questi data center. L’amministrazione USA sta offrendo il plutonio delle vecchie testate come combustibile “pronto all’uso” per questi nuovi reattori, bypassando così la necessità di importare uranio dall’estero e risolvendo un problema di approvvigionamento energetico.

Chi è Oklo e perché è stata scelta?

Oklo è una startup californiana che progetta reattori a fissione “veloci” e di piccole dimensioni, pensati per fornire energia pulita e affidabile su scala ridotta, ad esempio per campus tecnologici o data center. È considerata una delle aziende pioniere nel nucleare avanzato. Non è stata ancora “scelta” ufficialmente per l’acquisto (le decisioni saranno annunciate a fine dicembre), ma è la candidata ideale. È già parte di un programma pilota speciale del Dipartimento dell’Energia (DOE) per accelerare i test e l’approvazione di reattori sperimentali.

Questa operazione è considerata sicura dalla comunità scientifica?

No, ci sono forti preoccupazioni. Il plutonio “weapons-grade” è un materiale estremamente pericoloso. Alcuni fisici e organizzazioni, come la Union of Concerned Scientists, sono allarmati. La loro critica non riguarda solo la tecnologia in sé, ma l’approccio “rilassato” e la velocità con cui l’amministrazione sta spingendo questi progetti, forse a scapito di rigorosi standard di sicurezza federali. Il timore è che, nella fretta di alimentare l’IA, si stiano prendendo scorciatoie rischiose sulla sicurezza nucleare.

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