Energia
La Nigeria punta a 1,7 miliardi di barili di nuova fornitura di petrolio con massicci investimenti
La Nigeria lancia piani per 20 miliardi per sbloccare 1,7 miliardi di barili di petrolio, ma un audit shock rivela: 300 miliardi di dollari persi per furti. Basteranno le riforme di Tinubu?

La Nigeria potrebbe attingere a 1,7 miliardi di barili di nuova fornitura di petrolio e a 7,7 trilioni di piedi cubi di gas naturale dopo l’approvazione di 43 nuovi piani di sviluppo dei giacimenti quest’anno.
I dati sono stati riportati dal direttore generale della Nigerian Upstream Petroleum Regulatory Commission, Gbenga Komolafe, come citato dai media nigeriani. Il dirigente ha aggiunto che i piani relativi ai giacimenti comportano un impegno di circa 20 miliardi di dollari in investimenti.
Komolafe ha anche riferito che tre decisioni finali di investimento prese quest’anno – per Bonga North, per Ubeta Gas e per HI Gas Project – consentiranno di attingere a circa 2 trilioni di piedi cubi di nuova fornitura di gas naturale. Le FID ammontano a 7,5 miliardi di dollari, di cui 5 miliardi per il Bonga North di Shell, altri 2 miliardi per l’HI Gas Project, anch’esso gestito da Shell, e 500 milioni per il progetto Ubeta Gas di TotalEnergies.
La compagnia petrolifera nazionale della Nigeria è pronta ad aumentare la produzione di petrolio a 2 milioni di barili al giorno nei prossimi due anni, ha affermato il suo vicepresidente esecutivo per l’upstream. Entro il 2030, la NNPC pomperà 3 milioni di barili al giorno, ha affermato Udy Ntia all’inizio di questo mese. L’attuale produzione media è compresa tra 1,7 e 1,83 milioni di barili al giorno, dopo le riforme attuate dal presidente Bola Tinubu, volte a stimolare maggiori investimenti nel settore.
Nel frattempo, una verifica commissionata dal parlamento nigeriano ha rilevato che lo Stato ha perso circa 300 miliardi di dollari a causa dei furti di petrolio e degli atti di vandalismo alle condutture. I risultati sono provvisori e il conteggio finale potrebbe essere ancora più elevato.
Il vandalismo degli oleodotti e il furto di petrolio sono stati due dei motivi del calo della produzione petrolifera della Nigeria, poiché scoraggiano gli investimenti aggiuntivi necessari per invertire la tendenza della produzione. Un altro motivo è stata la strategia delle grandi compagnie petrolifere, che ha visto le supermajor ridurre la loro presenza in Nigeria a favore di altre località con prospettive migliori. Il governo nigeriano spera di invertire queste tendenze con le riforme legislative e il perseguimento dei furti e degli atti di vandalismo agli oleodotti.
Domande e risposte
Qual è la principale contraddizione del piano energetico nigeriano? La Nigeria cerca 20 miliardi di dollari di nuovi investimenti per sbloccare riserve future. Tuttavia, un audit parlamentare ha appena stimato che il paese ha perso 300 miliardi di dollari a causa di furti e vandalismi. La sfida non è solo tecnica o finanziaria, ma primariamente di sicurezza e legalità. Se non si riesce a proteggere ciò che si ha già, è difficile convincere altri a investire su ciò che si avrà.
Chi sta investendo in Nigeria nonostante questi problemi? Nonostante i rischi, le “supermajor” petrolifere non hanno abbandonato del tutto il paese. Il testo cita specificamente Shell, che sta investendo 7 miliardi di dollari su due progetti (Bonga North e HI Gas), e TotalEnergies, che ne investe 500 milioni su Ubeta Gas. Questi investimenti, tuttavia, sono mirati a progetti specifici e ben definiti, probabilmente dove le compagnie ritengono di poter gestire meglio il rischio operativo.
Gli obiettivi di produzione della NNPC sono realistici? L’obiettivo a breve termine (2 milioni di barili al giorno) sembra a portata di mano, dato che la produzione attuale è già a 1,7-1,83 milioni. Il vero punto interrogativo riguarda l’obiettivo del 2030 (3 milioni di barili). Questo traguardo dipende quasi interamente dalla capacità del governo di risolvere il problema sistemico dei furti e del vandalismo, che frena lo sviluppo di nuovi giacimenti e desalinizza gli investimenti esteri.








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