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La mossa a sorpresa di Orban. Compra combustibile USA per la centrale russa di Paks

Viktor Orban vola negli Stati Uniti per incontrare Donald Trump, e non è un viaggio di cortesia. È una missione diplomatica ed energetica cruciale che, ancora una volta, mostra la capacità di Budapest di giocare su più tavoli.
Sul tavolo, secondo quanto dichiarato dal Ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto, c’è un accordo “storico”: l’Ungheria comprerà, per la prima volta nella sua storia, combustibile nucleare americano.
Fin qui, tutto bene. Ma il diavolo, come sempre, si nasconde nei dettagli.
Il dettaglio interessante è dove verrà utilizzato quel combustibile. L’accordo, che Szijjarto ha annunciato firmerà con il suo “collega” (sic) Marco Rubio, vedrà gli Stati Uniti fornire barre di combustibile per la centrale nucleare di Paks. La stessa centrale costruita dalla russa Rosatom, che nel 2014 si è anche aggiudicata l’appalto per l’espansione del sito senza gara.
In sintesi: Budapest si appresta a mettere combustibile americano in un reattore russo. Un piccolo capolavoro di realpolitik energetica.
Ma l’agenda di Orban a Washington non si ferma al nucleare. Il vero elefante nella stanza sono le sanzioni statunitensi contro le major petrolifere russe. La visita serve a discutere due temi energetici fondamentali e apparentemente contraddittori:
- Cooperazione Nucleare: La firma dell’accordo per il combustibile USA, un gesto di apertura verso Washington.
- Importazioni Petrolifere: La richiesta, ferma, di ottenere un’esenzione dalle sanzioni USA sul petrolio russo, che Budapest ritiene indispensabile per la propria competitività economica.
Da tempo Washington fa pressione sull’Ungheria per tagliare la sua dipendenza dal greggio di Mosca. La risposta di Orban, alleato e ammiratore di Trump, è sempre stata pragmatica: “Non possiamo”.
“Dobbiamo far capire agli americani questa strana situazione se vogliamo eccezioni alle sanzioni americane che stanno colpendo la Russia”, ha dichiarato Orban alla radio di stato ungherese la scorsa settimana.
L’Ungheria si trova così in una posizione complessa. Da un lato, mantiene contatti costanti con la leadership russa, scontrandosi regolarmente con Bruxelles sui piani UE per eliminare gas e petrolio russi. Dall’altro, cerca sponde a Washington.
L’incontro di venerdì si preannuncia quindi come un delicato equilibrio: Orban offre a Trump un contratto sul nucleare, ma chiede in cambio flessibilità sul petrolio. Un gioco su due tavoli che vede l’Ungheria navigare tra le pressioni di USA, UE e i suoi legami storici con Mosca, tenendo come unica bussola il proprio interesse nazionale.
Domande e risposte
Perché l’Ungheria compra combustibile USA per una centrale russa? Si tratta di una mossa di realpolitik e diversificazione. Anche se il reattore è russo (Paks), acquistare combustibile americano riduce la dipendenza totale da Rosatom per il funzionamento dell’impianto. È anche un importante gesto di buona volontà verso Washington, utile nel momento in cui Orban sta negoziando su altri fronti, come le sanzioni sul petrolio. Dimostra che Budapest, pur mantenendo legami con Mosca, è disposta a fare affari strategici anche con gli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti permetteranno all’Ungheria di continuare a usare petrolio russo? È improbabile che Washington conceda un’esenzione formale, poiché andrebbe contro la sua politica di pressione su Mosca. Tuttavia, la diplomazia spesso lavora su “zone grigie”. Orban, incontrando Trump (descritto come un suo alleato), punta a ottenere una “comprensione” o una mancata applicazione stringente delle sanzioni. L’acquisto di combustibile nucleare americano potrebbe essere la merce di scambio per ottenere un occhio di riguardo, anche se Washington ufficialmente spinge per la diversificazione.
Come si pone l’UE rispetto a queste mosse? L’Unione Europea è in costante frizione con l’Ungheria sulla politica energetica. Bruxelles punta a un distacco completo dal gas russo entro il 2027 e a un taglio rapido del petrolio. Le mosse di Orban, che difende attivamente le sue importazioni russe e mantiene contatti diretti con Putin, sono viste come un ostacolo all’unità europea. L’accordo nucleare bilaterale con gli USA aggiunge un altro livello di complessità, mostrando l’autonomia strategica di Budapest rispetto alla linea comune di Bruxelles.









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