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LA LIBERTA’ SECONDO MACRON: I GIORNALISTI CHE RIVELANO I TRAFFICI DI ARMI STATALI RISCHIANO LA GALERA

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Si parla spesso di libertà di parola e di stampa, con vestali del giornalismo sempre pronte a stracciarsi le vesti per difendere Repubblica, il Corriere ed altri mainstream quando attaccano questo o quel politico. In Francia chi sta facendo veramente informazione sugli sporchi traffici di armi delle grandi aziende statali rischia di finire in galera, ma non vedete nessun grido diffondersi dai giornaloni.

Però noi vogliamo informarvi.

La NGO giornalistica Disclose ha raccolto delle informazioni veramente rilevanti sui traffici di armi delle grandi aziende pubbliche francesi, come  , e riguardanti l’esporazionei di pezzi di artiglieria e munizioni, come l’obice autotrasportato CAESAR:

Questo obice è stato ampiamento utilizzato nella guerra a partire dal 2015 fra i Suaditi ed i Ribelli Houthi in Yemen, causando decine di morti fra i civili.

Altro sistema d’armi pesantemente coinvolto è il carro armato Leclerc, venduto agli Emirati Arabi Uniti ed inviato in Yemen a supporto dei sauditi:

Anche negli scontri in cui sono stati utilizzati i carri Leclerc sono morti numerosi civili. A queeste armi poi si accompagnano Pod per l’identificazione degli obiettivi terresti chiamati Damocles, ed utilizzati sui Mirage 2000 dell’aviazione degli EAU ed sui Tornado Sauditi, elicotteri Cougar , e navi militari di costruzioni francesi. Tutte queeste armi sono staate utilizzatee in una sistematica campagna per affamare le popolazioni locali con bombardamenti a fattorie, mercati e fabbriche di alimenti.

La Francia ha ufficialmente sempre negato di aver venduto armi all’Arabia Saudita ed agli altri belligeranti dopo l’inizio delle ostilità, ma le prove che il collettivo disclose ha trovato, complete di percorsi di navi e di linee guide contrattuali facenti parte di un dossier segreto denominato “ARTIS” hanno contraddetto pesantemente il governo Macron, mostrando come sicuramente sino all’inizio del 2019 le vendite siano proseguite, al contrario di quanto accaduto con la Germania che ha pubblicamente messo al bando ogni vendita militare verso le aree di guerra.

Una sconfessione piena e totale delle parole affermate dal governo, e di cui vi invitiamo a consultare tutti i documenti nel sito dell’organizzazione giornalistica. Potevano pensare di passarla liscia, nella Francia di Macron? No.

I giornalisti sono stati interrogati dalla DSGI, i servizi segreti francesi, che volevano rivelassero le fonti interne delle documentazioni. Coperti dalla legge sulla libertà di stampa del 1881 i giornalisti si sono rifiutati, ma , a questo punto, il DSGI ha minacciato di denunciarli sulla base di una leggee del 2009 che copre il segreto d’ufficio, e che può portarli ad una condanna fino a 5 anni ed 83 mila euro di multa! Ovviamente la legge è in contrasto con la libertà di stampa, ma pare che la cosa sia completamente secondaria nella Francia di Macron e degli interessi dei grossi produttori d’armi statali.

Benvenuti nell’Europa delle Libertà, dove se riveli una magagna vai in galera

 


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