Attualità
La Legge sull’immigrazione post Brexit respinta dalla Camera dei Lord. Come un gruppo di nobili non eletti vuol fare le pulci alla democrazia
L’aristocrazia, o la presunta tale, bastona la Camera eletta democraticamente e respinge una delle leggi fondamentali per la Brexit. La Camera dei Lord ha respinto ripetutamente la proposta del governo sulla legislazione che pone fine alla libertà di movimento. Significa che il progetto di legge di punta affronterà una lotta legislativa, nota come “ping pong parlamentare”, in cui rimbalzerà più volte fra le varie Camere. La legge proposta dal governo prevedeva un sistema basato su un punteggio, in cui erano valutate le qualità linguistiche della persona nell’inglese e le sue qualifiche lavorative e sul reddito per la concessione del visto di ingresso e di lavoro.
Ricordiamo che nel sistema statuale inglese la Camera dei Lord o dei Pari è composta da teorici 797 (molti non prendono parte alle votazioni) di cui 92 eletti fra i Pari per diritto ereditario e gli altri di nomina reale. Nessuno è democraticamente eletto.
I Pari hanno emendato diversi punti della legge presentata dalle Camere: prima di tutto un punto che prevede alcune restrizioni finanziarie per i britannici che rientrino in patria dalla UE dopo il 2022. Inoltre hanno voluto emendare la parte circa la prosecuzione automatica dello schema di protezione per i minori che venissero inviati dalla UE al Regno Unito, che potrebbero quindi godere automaticamente degli stessi diritti di riallocazione di cui godevano nella UE. questo però lascerebbe la legislazione sui minori in modo indefinito nell’orbita della UE.
Che cosa succederà ora? Secondo il Parliament Act del 1911 ora la legge tornerà alla Camera bassa che potrà accettare gli emendamenti o respingerli, approvando la legge nuovamente. quindi tornerà alla Camera del Lord che potrà tentare di emendarla una seconda volta. Se approvata per una terza volta dalla Camera dei Comuni allora andrà alla firma della Regina, il “Royal Assent”, anche senza approvazione dei Lord.
Comunque è curioso, ma molto significativo, come sia una camera NON eletta a mettere i bastoni nelle ruote della Brexit. del resto il sogno dei europeisti è uno stato oligarchico (aristocratico sottolineerebbe la scelta dei migliori), in cui il popolo non ha parola, se non per applaudire.
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