Attualità
La Guyana apre canali di dialogo mentre il Venezuela e il Brasile mobilitano le truppe
In Sud America si alternano tensione e disensione sul conteso confine fra Venezuela e Guyana. A Caracas, il governo Maduro ha comuncato che il suo ministro degli esteri Yvan Gil ha avuto una telefonata con la controparte della Guyana Hugh Todd “per discutere la questione della disputa territoriale” sulla regione di Essequibo.
La discussione si è svolta su richiesta della Guyana, si legge in una nota, e si è conclusa con l’accordo tra le parti di “mantenere aperti i canali di comunicazione”, il che, comunque, costituisce un passo avanti.
La disputa di lunga data su Essequibo, amministrata dalla Guyana e che costituisce circa due terzi del territorio del paese, si è intensificata da quando ExxonMobil vi ha scoperto il petrolio nel 2015.
Il Venezuela non desiste
Martedì Caracas ha proposto un disegno di legge per creare una provincia venezuelana a Essequibo e ha ordinato alla compagnia petrolifera statale di rilasciare licenze per l’estrazione del greggio nella regione.
Maduro è quindi apparo in TV, dove ha presentato una nuova mappa ufficiale del Venezuela con Essequibo incorporato, durante un Consiglio di Stato in cui ha annunciato una serie di misure e una prossima legislazione per consolidare il possesso di Caracas del territorio e delle sue risorse. In precedenza, Maduro aveva inviato un contingente militare a Puerto Barima, sul confine atlantico venezuelano, vicino ai limiti dell’area rivendicata.
Dal punto di vista comunicativo Maduro ora attacca con tutto ciò che ha a disposizione. Attraverso una legge speciale annunciata martedì, creerà una nuova provincia o stato federale nel territorio conteso. Ha perfino nominato un’autorità provvisoria: il Maggiore Generale Alexis Rodríguez Cabello, deputato del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV), al potere, che operano dalla comunità mineraria di Tumeremo, nello stato di Bolívar, ad appena 100 chilometri dalla città di San Martín de Turumbang, nella zona contesa.
“Vogliamo il salvataggio pacifico della Guayana Esequiba”, ha detto Maduro. “La nostra Guayana Esequiba è stata di fatto occupata dall’Impero britannico e dai suoi eredi che hanno distrutto la zona”, ha aggiunto riferendosi agli accordi presi durante la presidenza di Hugo Chávez, che hanno creato PetroCaribe. All’epoca, il Venezuela offrì petrolio a prezzo scontato ai paesi Caricom in cambio del sostegno diplomatico alla rivoluzione bolivariana. Tuttavia, in questa disputa storica su Essequibo, questi paesi hanno tradizionalmente sostenuto la Guyana.
Maduro ha incaricato la compagnia petrolifera statale PDVSA di elaborare una mappa di esplorazione e sfruttamento delle risorse di Essequibo e ha ordinato all’Assemblea nazionale di elaborare una legge che vieti di delimitare le concessioni petrolifere concesse dalla Guyana nel mare territoriale. La società americana Exxon Mobile ha una piattaforma marittima nella zona. “Diamo tre mesi alle aziende che sfruttano le risorse del paese senza il permesso venezuelano per rispettare la legge”, ha detto il presidente venezuelano. Questo chiama in campo direttamente gli USA, dove la Exxon ha sede.
Si muove il Brasile
Il governo brasiliano, preoccupato per i conflitti regionali che coinvolgono i paesi vicini, ha inviato il suo massimo consigliere di politica estera ed ex ministro degli Esteri, Celso Amorim, per mediare e prevenire un potenziale confronto.
Però Brasilia non si è limitata alle iniziative diplomatiche: “Il Ministero della Difesa sta monitorando la situazione. Le misure difensive sono state rafforzate nella regione del confine settentrionale, contribuendo ad una maggiore presenza militare”, ha affermato il Ministero brasiliano in un comunicato di mercoledì sera.
L’amministrazione Lula da Silva ha sottolineato che “le misure difensive sono state rafforzate” lungo il confine settentrionale in risposta alla disputa territoriale.
Recentemente, la Guyana ha ventilato la possibilità di stabilire “basi militari” a Essequibo con il sostegno degli Stati Uniti. A questo punto rischia di essere perfino tardi.
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