Seguici su

Attualità

La guerra russa al Dollaro USA: perchè Washington non può perdere il conflitto come già fatto con l’Euro

Pubblicato

il

Lo schema messo in atto per il cambio istantaneo dell’Euro in Rubli tramite Gazprombank e l’utilizzo di questi ultimi per l’acquisto del gas è la plastica dimostrazione dell’inutilità dell’Euro come “Moneta di difesa” dei paesi europei. Alla fine se avessimo dato Lire per rubli, a fronte della conservazione del nostro sistema industriale distrutto da 25 anni di Euro, ci troveremmo in una situazione molto migliore: la nostra economia compenserebbe l’indebolimento della valuta nazionale con l’export sui mercati internazionali, cosa che non si può fare con l’Euro.

Quindi Putin ha oggettivamente sconfitto l’Euro, anche perché la UE si è autodistrutta con un mix di programmazione sovietica e di rigidità monetaria e fiscale, tarpando le economie nazionali, ma questo non può accadere agli USA e al Dollaro. Washington non può permettersi di vedere la sua arma principale smussata dal Rublo e combatterà ogni guerra necessaria pur di evitarlo. Questo sarà il vero campo di battaglia.

Ricordiamo che la Russia non ha interrotto le forniture all’Europa Occidentale sia perché le forniture sono necessarie a Mosca, sia perché, comunque, i pagamenti interessanti dovranno avvenire fra fine aprile e la prima metà di maggio, per cui, comunque, c’è tempo per trattare e capire il funzionamento del sistema, e comunque il sistema, di per se, permette un pagamento in Euro. Questo ha per ora attenuato le preoccupazioni europee, ma ad essere colpito dal pagamento in Rubli non è solo il gas naturale, ma tutto l’insieme delle esportazioni, soprattutto materie prime, di Mosca. L’idea, confermata da Mosca, è quella di convertire in Rubli l’intero sistema di pagamenti per le esportazioni di energia e materie prime russe. Questo, secondo Peskov, metterà fine al sistema del commercio internazionale basato sul Dollaro USA; “È ovvio che – anche se questa è attualmente una prospettiva lontana – che arriveremo a un nuovo sistema – diverso dal sistema di Bretton Woods”, cioè dal sistema Dollarocentrico. 

“È il prototipo del sistema”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov durante il fine settimana alla televisione di stato russa, riferendosi allo schema gas per rubli. “Non ho dubbi che verrà esteso a nuovi gruppi di merci”, ha affermato la Reuters citando Peskov. Il portavoce del Cremlino non ha fornito alcuna tempistica per estendere i pagamenti in rubli alle esportazioni di altri beni.

Tra l’altro la richiesta del pagamento in Rubli permette a Mosca di poter vantare una vittoria politica, anche all’interno di una campagna militare che rischia di concludersi non in modo particolarmente brillante. Chiedendo rubli per il gas naturale, la Russia vuole ottenere “una sorta di vittoria politica“, ha detto all’Associated Press Stefan Meister, capo del programma sull’ordine internazionale e la democrazia presso il Consiglio tedesco per le relazioni estere. “Vuole dimostrare che Putin detta le condizioni in cui esporta gas“,  e che quindi è lui il Dominus di questo settore economico.

Il Rublo forte sarebbe uno strumento molto potente della propaganda di Putin ma, nello stesso tempo, gli USA non possono assolutamente permettersi che venga messo in dubbio il controllo degli USA sul mercato mondiale delle materie prime, anche perché questo permette di assorbire, senza eccessivi contraccolpi, l’enorme quantità di dollari in circolazione.  Il potere economico, e quindi politico e militare degli USA, è strettamente legato al Dollaro. Ecco spiegato l’appoggio USA alla UE, che deprime e punisce le economie nazionali, e l’opposizione con durezza crescente alla Russia di Putin, e anche lo stimolo alla produzione energetica nazionale che Biden sta esercitando con l’accordo sul LNG.

Comunque il pagamento in Rubli non è detto che riesca a confermare un aumento nel peso internazionale della valuta, al di là del suo valore a livello comunicativo. “In circostanze normali, un paese che sta cercando di sostenere la propria valuta e mantenere le importazioni dall’estero cercherebbe pagamenti in valute forti come dollari ed euro piuttosto che nella propria valuta“, Eswar Prasad, professore senior di politica commerciale e professore di economia alla Cornell University, ha detto a CBC News. Un paese che non ha una forte produzione interna di beni di consumo rischia di dover comunque indebolire la propria valuta per procurarseli all’estero e a quel punto il Dollaro potrebbe ottenere delle condizioni commerciali migliori.

Comunque il tempo, e neppure tanto, ci indicherà chi ha ragione.

 


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito