Difesa

La guerra dei droni si evolve: l’esercito USA testa un quadricottero armato con una mina Claymore

In risposta alle lezioni apprese sul campo in Ucraina, l’esercito statunitense sperimenta con successo l’uso di quadricotteri armati con mine antiuomo M18A1 Claymore. Una soluzione a basso costo ma estremamente efficace per abbattere altri droni e colpire bersagli a terra con precisione chirurgica, segnando un nuovo capitolo nella guerra del futuro.

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In un’epoca in cui il combattimento tra droni è diventato una realtà quotidiana, specialmente nel teatro ucraino, l’esercito statunitense sta cercando di recuperare terreno con nuove e inaspettate soluzioni.

L’ultima innovazione, che segna un ulteriore passo nell’escalation della guerra drone contro drone, è il test di un piccolo quadricottero dell’U.S. Army armato con una mina Claymore, utilizzato con successo per abbattere un altro velivolo senza pilota. Questa sperimentazione non solo introduce una nuova tattica nel combattimento aereo a bassa quota, ma evidenzia anche lo sforzo dell’esercito americano per adattarsi a un panorama bellico in rapida evoluzione, dove fino a poco tempo fa sembrava essere in ritardo.

Screenshot del video dell’attacco con mina , DefenseIndustry.eu

 Un test storico e il progetto Shank

L’esercito ha recentemente diffuso sui social media un video che documenta la dimostrazione di combattimento aria-aria. L’evento, descritto come “storico”, si è svolto a Fort Rucker, in Alabama, e ha visto la collaborazione tra membri della 173ª Brigata da Combattimento Aviotrasportata, la Guardia Nazionale dell’Esercito della Pennsylvania e il Centro Armamenti del Comando per lo Sviluppo delle Capacità di Combattimento dell’Esercito (DEVCOM AC).

Un altro screenshot del video

Il test rientra in un’iniziativa più ampia del DEVCOM AC, nota come “Progetto Shank”, focalizzata sullo sviluppo di piccoli droni armati. Dalle immagini disponibili, non è del tutto chiaro come la mina Claymore sia stata fissata al quadricottero né quale sistema di innesco sia stato utilizzato. Sembra che l’operatore abbia manovrato il drone fino a trovarsi molto vicino al bersaglio, per poi far detonare manualmente la mina.

 

Perché proprio una mina Claymore?

Sviluppata negli anni ’50, la M18A1 Claymore è una mina direzionale antiuomo progettata per essere posizionata a terra. Quando viene attivata, la sua carica esplosiva proietta circa 700 sfere d’acciaio in un cono di 60 gradi, con un raggio d’azione efficace di circa 50 metri e un raggio di letalità che si estende ulteriormente.

La scelta di questa specifica arma per un combattimento aereo a bassissima quota è logica. L’ampio schema di esplosione a “rosata” della Claymore aumenta significativamente le probabilità di colpire bersagli piccoli, veloci e manovrabili come i droni FPV (First Person View). Questo è un vantaggio decisivo, considerando la difficoltà degli intercettamenti manuali, come dimostrano quotidianamente i video provenienti dal fronte ucraino.

Il contesto ucraino: il laboratorio della guerra del futuro

Il test americano non avviene nel vuoto. È la risposta diretta alle lezioni apprese in Ucraina, dove la guerra drone contro drone è una realtà consolidata che guida un ciclo continuo di innovazione e contromisure.

 

Le forze russe, ad esempio, hanno iniziato a installare telecamere posteriori sui loro droni per individuare le minacce in avvicinamento e tentare manovre evasive. Si parla anche dell’uso di sistemi di rilevamento automatico delle collisioni per sfuggire all’intercettazione.

 

Recentemente è emersa persino una foto di un drone da sorveglianza russo Supercam S350 con la sagoma di un uccello dipinta sulla fusoliera. Sebbene possa sembrare un bizzarro tentativo di mimetizzazione visiva, potrebbe essere una tattica per confondere i sistemi di riconoscimento automatico delle immagini basati su intelligenza artificiale, un’ulteriore prova della sofisticazione raggiunta in questo dominio.

Non solo aria-aria: potenziali impieghi contro bersagli a terra

Un quadricottero armato con una mina Claymore offre notevoli vantaggi anche contro bersagli terrestri. Un drone ha la capacità di aggirare coperture fisiche, come muri o trincee, e persino di penetrare all’interno di edifici prima di detonare. A seconda di come la mina viene montata, il drone potrebbe eseguire attacchi dall’alto verso il basso (“top-down”), una tattica particolarmente efficace contro soldati in trincea o bersagli sparsi su un’area aperta. Questo lo rende uno strumento versatile, capace di colpire personale e veicoli leggeri con precisione e da angolazioni inaspettate.

Un passo avanti, ma l’esercito USA rincorre. L’Europa vaneggia

Questo test rappresenta un chiaro sforzo dell’esercito statunitense per sviluppare e fornire sistemi d’arma senza pilota efficaci, specialmente alle unità più piccole. Un drone con Claymore potrebbe costituire un ulteriore strato di difesa localizzata contro minacce aeree a basso costo, integrando capacità più avanzate come gli intercettori Coyote.

Tuttavia, l’episodio evidenzia anche come le forze armate statunitensi stiano ancora cercando di mettersi al passo con le tendenze globali. Nel frattempo l’Europa continua a progettare costosissimi sistemi ‘darma che sarebbero estremamente vulnerabili agli attacchi dei droni, senza preparare una serie difesa contro gli stessi. Una dimostrazione dell’inutilità degli investimenti attuali del Vecchio Continente.



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