Crisi
La globalizzazione
La globalizzazione ci è stata presentata come una grande opportunità da sfruttare e mai nessuno ci ha detto che avremmo dovuto competere con mondi distanti anni luce dai nostri, mettendo in competizione i nostri salari occidentali che ci permettevano una vita piuttosto spensierata, con quelli della poverissima Cina.
In questa tabella mettiamo in luce l’enorme differenza di PIL medio procapite in dollari USA tra i Paesi avanzati e la Cina nell’arco di 30 anni:
Questi freddi numeri dicono molto di più di un intero testo di macroeconomia. Coloro i quali hanno pensato alla globalizzazione l’hanno fatto solo per il proprio tornaconto: MASSIMIZZAZIONE dei PROFITTI e MINIMIZZAZIONE dei COSTI. Un dato emerge fortissimo: l’incremento irrisorio di PIL procapite dei paesi europei presi in esame tra il 1990 ed il 2000, aumentato mediamente del 3,9% in DIECI anni, ovvero dello 0,39% annuo. Di converso, il PIL procapite cinese faceva un balzo in avanti pazzesco: in dieci anni aumentava del 167%, moltiplicandosi quasi per TRE e mettendo a segno un MOSTRUOSO +16,7% medio annuo. Gli USA nello stesso periodo facevano un +53,5% e il Giappone +48%.
Da questi dati raffrontati NON possiamo NON prendere atto che la globalizzazione , unitamente al vincolo del cambio fisso adottato, sommati alle politiche di repressione salariale attuate pesantemente nei Paesi più ricchi d’Europa hanno fatto perdere 10 anni di sviluppo all’intero continente.
Se i dati sul PIL non bastassero a darci un quadro chiaro, in questa seconda tabella ho inserito anche il “coefficiente di Gini” che misura la distribuzione dei redditi (quanto più il coefficiente tende allo “ZERO” tanto più la distribuzione dei redditi è omogenea; quanto più è tendente a “UNO” tanto più il reddito è racchiuso nelle mani di pochi):
Come vediamo i risultati non sono affatto scontati, se non per la Cina. Gli USA è uno dei Paesi dove l’incremento di ricchezza, negli ultimi 30 anni, non ha fatto altro che accentrarsi nelle mani di pochi ultra ricchi: non c’è pace sociale. In questa speciale classifica l’Italia è al 52° posto (0,360). Nelle prime 10 posizioni, l’unica potenza economica mondiale risulta essere il Giappone.
Questo è il VERO DIVIDENDO del “sogno euro-peo”.
La “legge di Say” ci dice che è l’offerta a creare la sua domanda. Questa legge ha trovato applicazione al mondo del lavoro, oltre che a quello delle merci.
Il mercantilismo-libero-scambista , teorizzato da Ricardo e Friedman che predicava la minimizzazione dello Stato, se non addirittura la sua sparizione, aveva soppiantato la cultura economica Keynesiana che tanto benessere aveva portato in tutta l’Europa occidentale, facendoci divenire veri cittadini con alle spalle Stati democratici, funzionali al benessere collettivo dei molti a detrimento degli interessi personali dei pochissimi.
Anche nei tempi antichi le masse migratorie hanno sempre creato problemi e tensioni sociali. Non a caso il miglior periodo di INCREMENTO salariale si ebbe nell’arco dei 20/30 anni successivi alla più grave pestilenza europea che nel XIV secolo ridusse la popolazione continentale di 25 milioni sugli 85 complessivi. La manodopera scarseggiava e la paga oraria aumentava; la prima regola dell’economia: la legge della DOMANDA e della OFFERTA. Molta domanda fa alzare il prezzo dell’offerta.
Un operaio agricolo del foggiano, nel 1982 guadagnava £ 25.000 per una giornata lavorativa di 7 ore e 30 minuti, con paga oraria di £ 3300 ca. Un buon mensile di un impiegato di banca era £ 750.000 ca, con paga oraria di £ 4400. Oggi, nel 2013, dopo 33 anni, per la stessa giornata lavorativa agricola la paga è pari a 35 euro (€ 4,70/ora). Un mensile di un bancario oggi è di € 1600 (€ 9,35/ora).
Non vi è bisogno di spiegazione alcuna per capire che c’è più di qualcosa che non va. C’è da aggiungere che la stessa giornata in campagna di un extracomunitario diventa di 9/10 ore con retribuzione intorno a 20/25 euro.
COSA è intervenuto di così grande che ha potuto cambiare così prepotentemente il corso degli eventi? Io penso che la curva di Phillips (di cui in molti negano l’esistenza) ha fatto il suo corso.
L’esercito di riserva di lavoratori a bassissimo salario provenienti sia dall’Africa che dall’est Europa è andato ad ERODERE i salari dei lavoratori delle economie avanzate europee, soprattutto a danno della manodopera non specializzata.
La medesima dinamica interessa gli USA, dove i blandi controlli alle frontiere fanno si che milioni di nuovi immigrati centro-americani , clandestini e non, alimentano in continuazione quella disoccupazione marginale che è componente ESSENZIALE della curva di Phillips.
E’ accaduto tutto l’opposto di quanto successe all’epoca della pestilenza: molta offerta fa abbassare il prezzo della domanda.
Questo è il “lassez faire”. Lasciare che le parti addivengano ad un accordo senza intromissione alcuna: la teoria della “mano invisibile” di Adam Smith … poi, guarda caso, c’e sempre qualcuno che gioca con le carte truccate.
Uno Stato forte deve necessariamente interporsi tra le parti, altrimenti il medioevo è dietro l’angolo.
Il darwinismo economico, frutto della cultura calvinista, è quanto ci è stato imposto.
I fatti di Genova nel 2001, che videro la violenta repressione sistematica e scientifica del movimento no-global, mi inducono fortemente a pensare che le elités mondialiste vollero EVIRARE sul nascere un qualcosa che avrebbe fortemente intralciato i loro piani.
Nel 1981, l’indimenticato prof. Federico Caffè scrisse: “Poiché il mercato è una creazione umana, l’intervento Pubblico ne è una componente NECESSARIA e non un elemento distorsivo e vessatorio. Non si più non prendere atto di un riflusso NEO-LIBERISTA, ma è difficile individuarvi un apporto intellettuale innovatore.”
Roberto Nardella, Economia 5 Stelle e ARS
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