Esteri
La giustizia dei buldozer manda la tensione fra induisti e musulmani alle stelle in India
In India i musulmani si sono dovuti rivolgere alla corte suprema per fermare l’ondata di demolizioni di case da parte dei governi degli stati a maggioranza nazionalista induista. Nel frattempo nel Bangladesh si assaltano le case degli hindù
Le vittime della “giustizia dei bulldozer” in India si rivolgono alla Corte Suprema del Paese nella speranza di fermare il crescente uso di macchinari pesanti per radere al suolo case e attività commerciali di proprietà di musulmani, mentre i critici accusano gli Stati governati dal partito del Primo Ministro Narendra Modidi incutere paura alla comunità minoritaria, ma molto agguerrita.
Partiremo da un caso singolo, ma le case distrutte sono decine di migliaia, con centinaia di migliaia di persone coinvolte
Casi sospetti
Il 17 agosto, le autorità hanno demolito la casa a un piano dell’autista di autoricambi Rashid Khan a Udaipur, nello Stato del Rajasthan settentrionale, che era in affitto a due famiglie. Ha ricevuto solo poche ore di preavviso sulla distruzione della struttura che sis sospettava fosse stata realizzata su un terrreno demaniale.
Khan, che il mese scorso ha presentato una petizione alla Corte Suprema per ottenere un risarcimento, ritiene che la sua casa sia stata presa di mira a causa di un violento incidente che ha coinvolto il figlio di un inquilino, musulmano, accusato di aver accoltellato a morte uno studente indù il 16 agosto.
“Credo fermamente che abbiano demolito la mia casa a causa dell’incidente del 16 agosto”, ha dichiarato a This Week in Asia.
Khan è tra un numero crescente di musulmani che affrontano il peso delle ruspe, che sono diventate “strumenti di oppressione” in India, secondo l’attivista per i diritti umani Harsh Mander.
“Il bulldozer è diventato un’arma micidiale nella guerra ideologica del BJP e del suo caposaldo ideologico, l’RSS, contro i musulmani indiani”.
Mander ha evidenziato che non esiste “nessuna legge” che permetta allo Stato di demolire la casa di una persona a causa delle azioni di un residente. Dal 2017, l’uso di bulldozer per distruggere i mezzi di sussistenza delle persone accusate di crimini è aumentato, in particolare negli Stati governati dal BJP come Uttar Pradesh e Haryana.
‘Grave ingiustizia’
La casa di Khan è stata presa di mira dopo che il figlio di uno dei suoi inquilini ha presumibilmente ucciso un compagno di classe, scatenando tensioni religiose e attacchi incendiari a case, negozi e veicoli nelle vicinanze. I gruppi di destra indù hanno chiesto con rabbia la rapida demolizione della residenza del sospettato, anche se il proprietario non aveva nulla a che fare con l’assassinio.
Khan ha detto di essere vittima di una “grave ingiustizia” e ha chiesto perché la sua proprietà sia stata demolita solo perché il presunto colpevole viveva lì-
“Hanno detto che la mia casa era illegale. Se è così, centinaia di case in tutta la zona sono illegali, essendo state costruite su terreni forestali invasi. Perché hanno demolito solo la mia casa, e per giunta solo un giorno dopo l’accoltellamento?”, ha chiesto.
Il 2 settembre, ascoltando la petizione di Khan e altri casi simili, la Corte Suprema ha stabilito che le demolizioni punitive non possono essere giustificate, anche se la proprietà appartiene a qualcuno accusato o condannato per un crimine.
L’avvocato del Governo Tushar Mehta ha sostenuto che le demolizioni avvengono solo quando le strutture violano le leggi comunali.
Tuttavia, il tribunale ha osservato che “esaminando le denunce, riteniamo che ci sia una violazione… Se una costruzione non è autorizzata, si deve agire contro di essa in conformità con la legge”. “Prima di procedere alla demolizione, bisogna inviare un avviso, dare il tempo di rispondere e cercare rimedi legali”,
Gli avvocati di Khan e di altri firmatari, tra cui l’organizzazione di studiosi islamici Jamiat Ulema-e-Hind, hanno chiesto una direttiva del tribunale per fermare la distruzione arbitraria delle proprietà.
Colpo di ruspa
Negli ultimi anni, più di 153.000 case sono state demolite da diversi governi statali in India, sfollando circa 738.000 persone, secondo l’Housing and Land Rights Network.
Il gruppo per i diritti abitativi ha riferito che il 59 percento di queste demolizioni sono state condotte con il pretesto dello sgombero delle baraccopoli e dell’abbellimento urbano.
M Huzaifa, un avvocato con sede a New Delhi, ha descritto le demolizioni punitive negli Stati governati dal BJP come una “vendetta sanzionata dallo Stato, che opera al di fuori dei confini della legge con il pretesto di sanzioni civili”. Il tutto viene fatto senza grosse formalità e superando qualsiasi presunzione di innocenza.
“Demolire le case senza un giusto processo non è giustizia – è un abuso sfacciato del potere dello Stato, che prende di mira le famiglie in uno schema di punizione collettiva”, ha affermato.
“La ‘giustizia dei bulldozer‘ è un termine improprio, non è né giustizia né legalità. Si tratta di un atto di violenza incostituzionale e illegale mascherato da azione statale”.
Apoorvanand, commentatore politico e professore all’Università di Delhi, ha descritto il bulldozer come un simbolo della “sadica violenza di Stato” scatenata contro i musulmani dal BJP.
Zafarul-Islam Khan, ex presidente della Commissione per le Minoranze di Delhi, ha detto che anche le proprietà legalmente possedute dai musulmani non sono state risparmiate negli Stati governati dal BJP.
Ha notato un aumento della violenza anti-musulmana, compresi i linciaggi e la distruzione di cimiteri e scuole islamiche, da quando Modi è entrato in carica nel 2014.
“Ora sono state presentate delle petizioni contro queste flagranti azioni illegali contro i musulmani. C’è la speranza che finalmente, dopo migliaia di casi simili in tutta l’India, questa attività illegale venga bloccata”, ha detto.
La Corte Suprema continuerà ad ascoltare le cause relative il 17 settembre.
In Bangladesh invece sono gli hindù ad essere perseguiti
In Bangladesh dopo la caduta dal governo Hasina e la nascita del governo provvisorio Khan si è invece assistito a un intensificarsi degli attacchi contro la minoranza hindù nel paese, mai completamente comunque scomparsa. considerando che i casi di violenza nei confronti della minoranza sono stati oltre 3 mila in dieci anni.
In questo caso vi sono stati numerosi casi di saccheggi di negozi e propeità degli hindù, e alcuni omicidi. Fortunatamente una parte della popolazione musulmana, minoritaria ma rilevante, si è schierata a difesa di templi e abitazioni hindù, se non altro per impedire lo sviluppo di una spirale di ritorsioni.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.
You must be logged in to post a comment Login