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La Germania si arma: laser anti-drone (quasi) pronti e un fiume di munizioni dalla Bulgaria

La Germania accelera sulla difesa: testate con successo le armi laser anti-drone di Rheinmetall e MBDA, pronte entro il 2029. Nel frattempo, un accordo da 1 miliardo in Bulgaria per produrre munizioni d’artiglieria.

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Sembra fantascienza, ma la Bundesmarine tedesca è a un passo dall’avere armi laser operative. Dopo quasi un decennio di sviluppo, i colossi della difesa Rheinmetall e MBDA hanno annunciato che un sistema d’arma laser campale potrebbe essere pronto per il 2029.

L’annuncio segue un anno di test intensivi in mare, culminati con la consegna del dimostratore al governo tedesco per ulteriori valutazioni. I test, condotti a bordo della fregata Sachsen, hanno dimostrato per la prima volta in Europa la piena capacità del sistema in condizioni operative reali.

Stiamo parlando di oltre 100 tiri di prova e un numero ancora maggiore di test di tracciamento. L’obiettivo? Principalmente i droni, la vera spina nel fianco delle marine moderne. La tecnologia ha provato un’elevata velocità di reazione e precisione, ma il vero punto di svolta, oltre all’efficacia, è economico. Un sistema laser è visto come un’aggiunta “potente ed economica” ai missili guidati convenzionali, che costano un patrimonio e possono essere sprecati contro bersagli a basso costo come i droni.

La collaborazione, attiva dal 2019, vede una chiara divisione dei compiti:

  • Rheinmetall: responsabile del sistema di puntamento, della guida del raggio e dell’integrazione del sistema sulla fregata.
  • MBDA: responsabile del tracciamento del bersaglio e della console di controllo.
In pratica, uno mira e l’altro “aggancia” il bersaglio, garantendo che il raggio colpisca il punto giusto.

L’arma laser montata sulla nave Sachsen per test – Navalnews

Rheinmetall non si ferma all’high-tech

Mentre sviluppa armi da Guerre Stellari, Rheinmetall non dimentica il “metallo pesante” tradizionale, quello che serve oggi e in grandi quantità.

Separatamente, l’azienda ha annunciato una massiccia joint venture da 1 miliardo di euro in Bulgaria. In collaborazione con l’azienda locale Vazovski Mashinostroitelni Zavodi (VMZ), Rheinmetall costruirà un nuovo impianto a Sopot per sviluppare e produrre proiettili d’artiglieria e materiali energetici (propellenti).

“Stiamo ulteriormente espandendo il nostro ruolo di produttore leader di munizioni d’artiglieria per continuare a sostenere le capacità di difesa dell’Unione Europea e della NATO”, ha dichiarato il CEO Armin Papperger.

I tempi sono serrati: la produzione dei proiettili dovrebbe iniziare nel 2027, mentre quella dei materiali energetici nel 2028. Un segnale chiaro di come la Zeitenwende tedesca (la “svolta epocale” nella politica di difesa) si traduca in investimenti concreti, sia sul fronte tecnologico avanzato che su quello, più prosaico ma essenziale, delle scorte di munizioni.

Caricatore di proiettili da 155 mm di Rheinmetall

Domande e risposte

Perché un’arma laser è considerata più “economica” dei missili?

Un missile intercettore, anche di corto raggio, può costare da decine di migliaia a milioni di euro per singolo lancio. Un’arma laser, una volta installata, ha un costo “per colpo” estremamente basso, limitato quasi esclusivamente all’energia elettrica necessaria per sparare. Contro minacce a basso costo ma numerose, come sciami di droni, sparare missili da un milione di euro per abbattere droni da diecimila euro è economicamente insostenibile. Il laser risolve questo squilibrio di costi.

La Germania è l’unica a sviluppare armi laser navali?

No, diverse nazioni stanno investendo pesantemente in questa tecnologia. Gli Stati Uniti sono in fase avanzata, con sistemi già installati su alcune unità della US Navy (come il sistema ODIN e HELIOS). Anche il Regno Unito (con il sistema DragonFire), la Francia e Israele (con l’Iron Beam) hanno programmi molto attivi. La Germania si sta posizionando per rimanere al passo con i suoi alleati NATO in questo settore strategico, che promette di cambiare le regole dell’ingaggio in mare.

Perché Rheinmetall sta investendo così tanto in Bulgaria per le munizioni?

L’investimento in Bulgaria risponde a un’esigenza strategica urgente: la drammatica carenza di proiettili d’artiglieria in Europa, evidenziata dal conflitto in Ucraina. La Bulgaria, tramite la statale VMZ, ha una storica tradizione nella produzione di armamenti e munizioni (spesso di standard ex-sovietico, ma in transizione). Per Rheinmetall, creare una joint venture lì significa accedere a manodopera qualificata e capacità produttiva a costi competitivi, decentralizzando la produzione e aumentando massicciamente i volumi per rifornire la NATO

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